di TOMMASO VERGA
ACCETTIAMO LE VOSTRE CONDIZIONI: è la nota (protocollo 0067546) che il 1° settembre il sindaco Michel Barbet ha recapitato a un elenco di cave del travertino. A firma di Egidio Santamaria, il suo dirigente. E’ l’ennesimo capitolo sulla stipula delle polizze fideiussorie sul risanamento ambientale: è accaduto che le aziende hanno dettato le modalità e il Comune di Guidonia Montecelio ha risposto di «poter accettare le condizioni espresse». Come in ogni compravendita che si rispetti c’è chi detta le condizioni e chi le subisce. Mettendolo per iscritto oltretutto.
Si parla di norme fissate dalla normativa regionale. «La garanzia fideiussoria è determinata sulla base del prezzario regionale vigente per le opere e i lavori pubblici ed è aggiornata almeno ogni tre anni»: così l’articolo 14 della legge 17 del 2004 (la legge…) in vigore su cave e torbiere nella Regione Lazio.
Legge che nella repubblichetta di Guidonia Montecelio non vale, non si applica. Al punto da non trovar posto nemmeno per una citazione. S’è mai riscontrato in un documento dell’apparato pubblico, ufficiale, l’assenza delle formule «ai sensi della legge…»?; «visto l’art….»?; «in relazione a…»?, e via di seguito? Qui si riscontra, 1 settembre 2020.
In compenso, Egidio Santamaria supplisce con lo «spezzatino». Precisando che si tratta di una decisione presa in base a quanto convenuto. Infatti, nel protocollo 0067546 a sua firma, si legge che «in riscontro alle richieste pervenute presso codesto ufficio da alcune società destinatarie della presente, comunichiamo di poter accettare la suddivisione in aree del perimetro di cava, al fine di stipulare più polizze fideiussorie a garanzia della copertura completa dell’autorizzazione, e di poter accettare le condizioni espresse». Come dire, «dopo aver comprato lo spezzatino», «definiamo le regole per cucinarlo»; così:

* 1) Durata della polizza tre anni
* 2) No al rinnovo automatico
* 3) Possibilità di escussione della polizza entro due anni dalla scadenza

Va sottolineato che Santamaria non specifica il motivo per cui occorre adottare un «non so che» diverso dalla legge 17 del 2004 della Regione Lazio. Né dice perché non si può applicare senza sbreghi formali e sostanziali. Men che meno perché le aziende hanno così tanto bisogno del «non so che» prima di sottoscrivere le polizze fideiussorie.

Benché, a prima vista, si direbbe che la diversità sia soltanto di superficie, un ritocco (che non esclude la necessità di un chiarimento comunque: il sindaco ha autorizzato lui il funzionario del Comune a modificare la legge della Regione? Poteva? Potevano?).
Perché è tale il contenuto della lettera (la legge modificata da una lettera…) inviata il 1° settembre a una sfilza di società del travertino. Destinatari: «Elt spa»; «Anna Giansanti spa», «CM Caucci Mario ITR spa», «Str spa», «G. Poggi srl, «Fratelli Poggi spa», «Travertini Caucci spa», «F.lli Pacifici spa», «Travertino Morelli srl», «Degemar cave srl», «Travertino Conversi srl», «Coresi F. & Figli srl», «G.B. Travertini Marmi & Graniti srl», «Travertini Pirandola srl», «Btr srl», «Travertini Paradiso srl», «Cimep srl».

Trascurata l’evasione arretrata, adesso bisognerà sottoscrivere le polizze: lo «stimato broker» pretenderà una doppia garanzia

A una lettura distratta, veloce, come detto, il decalogo in tre commi non solletica particolari spunti di critica. ERRORE.
A parte il fatto che non si dice nulla sul debito arretrato (chi salderà gli anni di evasione dal pagamento delle polizze?), sul presente si può ragionare utilizzando lo stesso ordine: 1-2) Durata della polizza tre anni con esclusione del rinnovo automatico
Come ciò si concili con «copertura completa dell’autorizzazione» non si comprende. Perché, se l’escavazione durerà più a lungo dei tre anni, non ci sarà obbligo alcuno di rinnovare la polizza. Il che non si traduce con «nessun automatismo» ma con «nessun’altra fideiussione». La cava proseguirà senza assicurazione. Non sarebbe un inedito.
3) «Possibilità di escussione della polizza entro due anni dalla scadenza», un assoluto «mi arrendo» da parte del Comune firmatario della nota.
Perché la richiesta del municipio all’assicurazione di “monetizzare” l’eventuale cessazione non programmata delle attività, un abbandono della cava precedente la scadenza dell’autorizzazione, innescherebbe una procedura la cui farraginosità richiederebbe un periodo di tempo indefinito e assai lungo. Si comincerebbe con la verifica sullo stato della coltivazione. Che vorrebbe dire ricorso non al tradizionale sopralluogo «fatto con i piedi» – come quello del 21 febbraio 2020 alla «Str spa» diretto dallo stesso Egidio Santamaria – ma con l’ausilio della strumentazione. Metti poi in sequenza i ricorsi al Tar, al tribunale civile e via elencando. Una serie di giri di valzer che si concluderebbe con la negazione della liquidazione o con l’allontanamento nel tempo. Non va dimenticato un particolare: beneficiario della fideiussione (del vil denaro per intendere) sarebbe il Comune.

Ora, step by step, sistemati gli affari loro, le polizze dovranno essere sottoscritte. Non sarà semplice. Perché sarà necessaio trovare la compagnia assicuratrice che si fida (o lo stimato broker come scrive Tiburno a proposito dell’autore delle polizze contraffatte?). Oppure inizierà il carosello che vuole le assicurazioni diffidenti e alla ricerca di una ulteriore garanzia che garantisca quella fornita dall’azienda del travertino? Del Comune di Guidonia Montecelio come si dice. Il quale – essendo il beneficiario delle fideiussioni –, per trasformarsi in un garante garantito dovrebbe attestare che le condizioni delle aziende sono in buone condizioni di salute. Come? con i sopralluoghi naturalmente. Strumentali, non con i piedi.

Nel frattempo, la “politica” e tutta l’opposizione, di destra, di centro e di …sinistra, giocano alle belle statuine

Tutto quello che sta avvenendo nel bacino del travertino – non lieve a quanto risulta – oltre gli addetti non interessa nessuno. I “giornalisti” con la tessera sostengono i cavatori, i sindacati sono in lockdown, i padroni delle cave sostengono il governo di Guidonia Montecelio, nuovo partito in coalizione con gli ex grillini.
Mondezza, tmb, buche, falò, 5G, Ryder Cup, c’è tutto, per carità. Ma l’autonomia dell’organizzazione sociale e della politica è valore che va ben oltre i singoli motivi.
Qui, con queste «manovre», Michel Barbet sta trasferendo la solida nullità del suo governo nella prospettiva di lungo periodo. Forse non personale, certa del suo partito.
Contemporaneamente, tutta l’opposizione volge lo sguardo ai fatterelli. Nessuno solleva il ciglio per discutere della «politica». Quella praticata. Da Barbet con il suo “cerchio magico”. I quali, dopo tre anni di governo, hanno imparato a «muoversi». La dimostrazione? Tutte le operazioni messe in opera con il tentativo di giunta con il Pd. Concluso dalla constatazione che alla fine è uscito rafforzato lui e indeboliti i Dem.
Anche se, a ben vedere, l’opposizione non sarebbe affascinata tanto dalle «erre» di Barbet quanto da Filippo Lippiello. Un feeling di segno corporativo che investe tutti. Sul quale non ci si può dire opposizione.