di TOMMASO VERGA
LE A24 E A25 IN GIUDIZIO. Alla conclusione indagini di un mese fa del tribunale dell’Aquila, fa corrisponde Teramo. Ma non finisce qui. Perché sono nove le denunce di Nuovo senso civico, H2O, Stazione ornitologica abruzzese – associazioni ambientaliste – inviate ad altrettante procure. Alle quali si chiede di esprimersi sulle condizioni delle autostrade, in particolare dei viadotti. Due conclusioni delle indagini preliminari, due i fascicoli con le richieste di rinvio a giudizio. La differenza è che quella del capoluogo abruzzese ritiene responsabile anche Carlo Toto, il principale azionista del “gruppo“, mentre l’altra, pour la cause, ha deciso inoltre per il sequestro dei beni. Di conseguenza, le pm del tribunale di Teramo Silvia Scamurra e Laura Colica hanno «toccato» gli indagati nella sostanza. Anzi, nelle «sostanze»: 27 milioni di euro.
Replica del «gruppo Toto»: «Abbiamo la consapevolezza di aver sempre rispettato le prescrizioni, le regole, la tutela della sicurezza dei nostri utenti. Abbiamo la coscienza tranquilla…».
Meno tranquilli probabilmente si sentono Lelio Scopa, presidente del consiglio d’amministrazione di Strada dei parchi; il vice Mauro Fabris; l’amministratore delegato Cesare Ramadori; il direttore generale Igino Lai; Carlo Marco Rocchi e Gabriele Nati, procuratori e direttori operativi. E’ nei loro riguardi che è stato disposto il sequestro di beni per il valore di 26.714.224,94 euro eseguito dalla guardia di Finanza.
Quindi i faldoni sono due. Si diceva dell’Aquila, dove la procedura è più avanti di un mese, con le richieste di rinvio a giudizio per quattro dirigenti della società. Compreso, come detto, il patron del «gruppo», Carlo Toto, ora esclusivamente consigliere di amministrazione della Holding. Con lui, ancora Igino Lai e Cesare Ramadori, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Sdp, della quale oggi è presidente, per chiudere con Gianfranco Rapposelli, amministratore delegato di Infraengineering, altra società del gruppo, specializzata nella progettazione. Per entrambe, per questa parte, le accuse riguardano il viadotto di Torninparte (foto in alto), all’ingresso dei laboratori del Gran Sasso.
Descrizione parziale e incompleta. Perché indagini sono state avviate dalle Procure di Pescara, di Chieti (che sarebbe in dirittura d’arrivo) ed altre sedi d’Abruzzo. In sostanza, presso tutti i tribunali della regione sarebbe depositato un fascicolo intestato «gruppo Toto» o «Strada dei parchi». In giudizio, l’«attentato alla sicurezza dei trasporti» unifica i diversi procedimenti, e insieme con l’ipotesi di «frode nelle pubbliche forniture».
Forum H2O: «i nostri esposti del settembre 2018 depositati in nove procure»
«Apprendiamo dalla stampa che la Procura dell’Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio per ipotesi di reato gravissime circa lo stato di insicurezza di molti viadotti dell’autostrada A24 del territorio di competenza della procura. Sappiamo che ci sono altre inchieste in corso da parte di altre procure sullo stesso argomento. Sulla questione avevamo, infatti, depositato a nove procure ben 2 esposti, ad agosto e settembre 2018, fondati sia su nostri sopralluoghi svolti al di sotto di numerosi viadotti di A24 e A25 presi a campione sia su un’approfondita analisi dei dati economici su investimenti, manutenzione ordinaria e straordinaria da cui emergevano gravissime criticità, molte delle quali inequivocabili”.
A dirlo è il Forum H2O, che aggiunge: “Il tutto per un’autostrada con pedaggi pagati a peso d’oro dagli utenti, con pile dei viadotti e impalcati con ferri scoperti e cemento che si sbriciolava sotto alle nostre dita, con animali domestici e selvatici, da orsi a vacche, che entrano periodicamente sull’autostrada con gravissimi rischi per l’incolumità degli automobilisti. Ovviamente, il percorso penale di questa inchiesta farà il suo corso per valutare le eventuali responsabilità ma la mobilitazione dei cittadini come spesso accade è stata fondamentale per far emergere problematiche enormi, sottaciute da troppi soggetti, pubblici e privati, in un clima di silenzi, accuse proprio da Strada dei Parchi che negava pure davanti all’evidenza e diffusa mancanza di trasparenza”.