Il logo del movimento Attiva Guidonia Montecelio

di TOMMASO VERGA
«TUTTO CIO’ PREMESSO, rilevato e considerato, le sottoscritte consigliere comunali Anna Checchi e Loredana Roscetti, del gruppo consiliare Attiva Guidonia
DIFFIDANO

il Sindaco pro-tempore del Comune di Guidonia Montecelio Michel Barbet; la Giunta Comunale; l’assessore alle Attività Estrattive Avv. Elisa Strani; l’assessore alle Finanze Dott. Nicola Sciarra; il Dirigente dell’Area II – Dott. Niccolò Roccolino; il Dirigente dell’Area VI – Arch. Egidio Santamaria; il Presidente del Consiglio Comunale – Loredana Terzulli; la RAC del Comune di Guidonia Montecelio Dott.ssa Livia Lardo
Per conoscenza, la «diffida» è stata inviata altresì al prefetto di Roma, Dott. Matteo Piantedosi; al procuratore della procura della Repubblica di Tivoli; alla procura generale Corte dei conti; alla Commissione tributaria regionale per il Lazio

Anna Checchi e Loredana Roscetti

a voler intraprendere o proseguire in azioni in senso contrario all’Ordinanza della Suprema Corte n. 29276 in quanto, in caso contrario, si integrerebbe il reato di cui all’art. 388 c.p.».
Anna Checchi e Loredana Roscetti, «tutto ciò premesso», rammentano ai soggetti indicati che devono rispettare le motivazioni dell’ordinanza della Cassazione del 22 dicembre 2020, la numero 29276. Con la quale si esclude che i terreni delle cave possano classificarsi agricoli e come tali esenti dall’Ici/Imu.
Tutto ha inizio con il ricorso vinto dalla «Tre Esse Italia» (la srl incaricata di gestire i tributi del Comune di Guidonia Montecelio), contro la «Giuliano Conversi srl», una della quarantina di aziende del bacino del travertino Tivoli-Guidonia Montecelio.
La società aveva chiesto di essere esentata dal versamento dell’Ici (dal 2006 al 2011) in quanto esercente l’attività estrattiva. I terreni si dividono soltanto tra agricoli e fabbricabili – ha ribadito la Corte –. Quelli utilizzati per l’estrazione non possono quindi dirsi di terzo «profilo». Anche perché, accogliendo strutture edilizie nel proprio perimetro, devono essere classificati di conseguenza, pur se le costruzioni risultano funzionali all’attività estrattiva. Risposta negativa della Suprema corte.
Ma cosa c’entrano il sindaco Michel Barbet, gli assessori, a cominciare da quella alle Cave Elisa Strani, gli altri, dirigenti, funzionari e quant’altro?

Michel Barbet, sindaco di Guidonia Montecelio, insieme con l’assessora alle Cave Elisa Strani

Il problema nasce proprio dalla Strani e dalla sua annunciata decisione di «rideterminare» i valori dei terreni (come richiesto dai padroni delle cave di travertino). La «prima volta» di un’operazione del genere conduce al 2007, sindaco Filippo Lippiello, loro «grande capo». Barbet, mediante il «copia e incolla», ha “riattualizzato” un progetto andato a vuoto, con lo scopo di ridurre le imposte delle cave benché il debito verso l’ente di quella che altrove verrebbe definita «controparte del Comune», ammonti a 27 milioni di euro. Il quale, va rammentato, è nello stato di pre-dissesto. L’orientamento di sindaco & C. si riscontra nella delibera di giunta del 24 novembre 2020, numero 130, che reca all’oggetto «determinazione valore aree fabbricabili ai fini ICI/IMU. Indirizzi e determinazioni»..
Già. Non fosse che la Corte costituzionale, quasi replicasse al Comune di Guidonia Montecelio, s’è soffermata oltretutto sul «valore venale» dei terreni delle cave: chi deve deciderlo? La Commissione tributaria regionale, la CTR si legge. Di qui la diffida delle consigliere comunali Anna Checchi e Loredana Roscetti a sindaco, giunta, personale del Comune, non debbono proseguire nelle loro autonome decisioni.
Per le due consigliere comunali del movimento Attiva Guidonia Montecelio se Barbet e gli altri vogliono proseguire nella «contabilità», possono farlo. Ma soltanto per le abitazioni. Sulle cave debbono attendere la CTR.
Ne consegue anche il compenso dell’architetto Marongiu, l’esperto di Santa Marinella, che per 25mila euro dovrebbe a questo punto adempiere all’incombenza del «valore venale» dei terreni delle case. Al dimagrito «pacchetto» da esaminare dovrà corrispondere la dieta dell’assegno assegnato.