COMUNICATO DI MICHEL BARBET, SINDACO DI GUIDONIA, EX 5STELLE, 11 FEBBRAIO
COME HO AVUTO MODO DI SPIEGARE direttamente all’interessata e a tutto il resto del consiglio comunale durante la seduta odierna, le dichiarazioni della consigliera Anna Checchi sulle presunte tasse non richieste dall’Amministrazione alle imprese del territorio e alle presunte facilitazioni nei loro confronti sono completamente false, prive di fondamento e denotano anche una scarsa conoscenza dei fatti e delle procedure amministrative.
Governiamo una città in enorme difficoltà finanziaria, e il nostro impegno nel recupero dei tributi, previo il giusto accertamento nel loro esatto ammontare, è sempre stato costante e continuo sin dal primo minuto, anche quando la consigliera era in maggioranza e condivideva la nostra forte azione di incassare quanto dovuto.
La consigliera ha tutti gli strumenti per capire e studiare la situazione e se ne dovesse avere la necessità, i nostri uffici sono a sua disposizione per farle capire come stanno le cose.
di TOMMASO VERGA
NON LO HA SODDISFATTO APPIENO IL «BUGIARDA!» diretto ad Anna Checchi, combattiva consigliera comunale di «AttivaGuidonia», durante la seduta del parlamento cittadino dell’11 febbraio. Tanto da far seguire un comunicato a propria firma. Il guaio per Michel Barbet è che, direbbe il saggio, «la toppa risulta peggio del buco». Infatti, più che controbattere le “imputazioni”, alcune specificazioni sembrano messe lì più che altro per dimostrare che il sindaco di Guidonia Montecelio sa muoversi con agilità anche in un campo minato. Tipo tasse e tributi.
Gli va male. Il risultato è esattamente contrario. Cominciamo dalle “presunte tasse”. “Presunte”? Barbet avrà sentito dire tertium non datur – anche in Francia il latino è lo stesso latino che in Italia –. Perché le tasse si pagano o non si pagano, quelle “presunte” non le hanno ancora inventate. Oltretutto sarebbero antipatiche anche agli evasori abituali che non saprebbero come trarne beneficio.
A farci caso, nel comunicato non si fa alcun cenno al merito della questione. Allora, chiaramente, il sindaco dica se i padroni delle cave hanno debiti con il Comune di Guidonia Montecelio (effettivi, non “presunti” naturalmente: è vero che si è giunti a circa 30 milioni?). E, per evitare che precipiti su non “presunti” ruzzoloni (o adotti formule declamatorie di chi ben sa quello che non dice), forniamo un «aiutino»: se ricorrerà alla replica è bene ricordi che di «esteso contenzioso tributario» scrivono i 17 padroni di cave firmatari della Proposta transattiva a lui recapitata il 10 dicembre 2020, il dossier contenente l’ultimatum che scade domani, 15 febbraio (en passant: un ultimatum al sindaco e all’amministrazione comunale: ma in che paese immaginano di operare costoro? e i partiti politici, tutti difensori, da destra ad altrove, che ci stanno a fare?).
Tornando alle “presunte tasse” del comunicato, Michel Barbet scrive poi dell’«impegno nel recupero dei tributi».
Già, l’«impegno». Che, altre considerazioni a parte, sfocia in una ennesima enorme prova di incoerenza. Tanto che risulta necessario rammentare al sindaco di Guidonia Montecelio che – a condizione vigente – i tributi, le tasse, le imposte, sono affidati dal 2012 alla «Tre Esse Italia». Che agisce in virtù di valori e procedure fissati dallo Stato e dalle sue articolazioni, fino allo stesso Comune di Guidonia Montecelio.
Nel quale invece sembrerebbe che Michel Barbet in materia abbia rilevato responsabilità da addebitare alla società. Al punto da preventivamente adoperarsi per il «giusto accertamento nel loro esatto ammontare». Traduzione: le imposte alla cittadinanza, Imu, Tarsu eccetera, non sono esatte, cave di travertino incluse. Un’accusa grave. Che però, comunque, non gli consente di indossare gli abiti del «giustiziere fiscale». In quanto sindaco (e pubblico ufficiale) deve rivolgersi alla magistratura. Tenga conto che la denuncia è tra i suoi obblighi, non può essere “presunta”.
Nel frattempo, perché il sindaco non chiede alla «Tre Esse Italia» a che punto stanno i pignoramenti e gli altri procedimenti esecutivi? Può dire alla città se la Tre Esse Italia sta ottemperando ai suoi compiti? Già che ci siamo, quanto ai tributi arretrati, può spiegare gli effetti del «regolamento» – quello delle dilazioni in 7 anni –: quanto è entrato nelle casse del Comune? Da ultimo: dato che si indigna per le «presunte facilitazioni», il sindaco – oppure l’assessora alle Attività estrattive Elisa Strani – spieghi cosa vuol dire (e gli effetti sul bilancio comunale) la «rideterminazione» del valore dei terreni delle cave.
Volendo, si è disposti a ospitare i chiarimenti richiesti.
Anna Checchi e Loredana Roscetti a Michel Barbet, giunta e dirigenti: diffidati «a voler intraprendere o proseguire azioni transattive con le imprese estrattive e di attenersi a tutte le sentenze a favore dell’Ente»
LA COMUNICAZIONE, firmata da Anna Checchi e Loredana Roscetti, le due consigliere del gruppo AttivaGuidonia, e recapitata al protocollo del Comune il 12 febbraio, è indirizzata al sindaco, agli assessori, ai dirigenti Niccolò Roccolino ed Egidio Santamaria, alla segretaria generale del Comune e responsabile anticorruzione Livia Lardo. Di concerto, sono stati interessati il prefetto di Roma, il capo della Procura della Repubblica di Tivoli, quello della Corte dei conti, il nucleo Economico finanziario della guardia di Finanza. Altri recapiti, Antonella Auciello, responsabile dell’Avvocatura cittadina, la presidente del Consiglio e i consiglieri comunali. Per finire, con la “Tre Esse Italia Srl”, concessionaria delle entrate del Comune.
Oggetto: una diffida, la seconda in pochi giorni.
Nella premessa si ricostruisce la «trattativa cave-Comune» in merito ai tributi. Crediti per l’ammontare di una trentina di milioni. Ora, da parte di «alcune imprese del comparto estrattivo di Guidonia Montecelio che hanno richiesto in data 10 dicembre 2020 la transazione riguardante le imposte dovute all’Ente a titolo di ICI, IMU o TASI sui fondi estrattivi stabilendo un importo inferiore rispetto alla normativa vigente dettando, inoltre, condizioni e tempi di pagamento;
«le imprese del comparto hanno stabilito che la proposta di transazione dovrebbe avvenire entro la data del 15 febbraio 2021;
«al fine di tutelare gli interessi dell’Ente e della collettività, ed essendo un ente in una situazione precaria dal punto di vista economico – finanziario»,
gli amministratori comunali – sindaco e giunta; in particolare gli assessori Elisa Strani e Nicola Sciarra – vengono diffidati «a voler intraprendere o proseguire azioni transattive con il comparto delle imprese estrattive e di attenersi a tutte le sentenze a favore dell’Ente».