di TOMMASO VERGA
DETERMINAZIONE 8 MARZO 2021, n. G02450 – Ambiente Guidonia srl, Autorizzazione Integrata Ambientale ex art. 29-octies D.Lgs. 152/06 di cui alla Determinazione n. C1869 del 02/08/2010 e s.m.i. – Impianto TMB di Guidonia Montecelio (RM) – Presa d’atto ottemperanza prescrizioni
Determinazione n. G07907 del 06/07/2020 propedeutiche all’avvio dell’esercizio dell’impianto
.
Così la Regione Lazio. In parole povere, l’ingegner Flaminia Tosini, a capo della Direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, ha praticamente rilasciato l’autorizzazione all’uso dell’impianto per il «trattamento meccanico-biologico» dell’immondizia. Cosicché, il TMB all’Inviolata può partire. Il «via libera» è apparso oggi sul Burl (il bollettino ufficiale della Regione Lazio).
Ennesimo motivo di incomprensione tra quanto sottoscritto dalla dirigente regionale e le condizioni riscontrate dagli ambientalisti del Cra (il Comitato risanamento ambientale: a giugno il Consiglio di Stato discuterà il ricorso sull’ultima AIA – Autorizzazione integrata ambientale – al TMB). Modalità e risultati sui quali anche i fautori dell’avvio del TMB all’Inviolata potrebbero confrontarsi. Infatti, va detto che le determinazioni prescindono da quanto effettivamente sta avvenendo sull’insieme di quell’area, a cominciare dai riscontri che vengono dal procedimento di risanamento dagli effetti dell’inquinamento dovuto alla discarica. Che, seppure chiusa a febbraio del 2014, non ha smesso di distribuire conseguenze sul territorio (benché la Conferenza dei servizi per le attività di MISE e per programmare la bonifica sia iniziata a dicembre 2011).

Flaminia Tosini; in alto, l’impianto TMB all’Inviolata

Non a caso, allo stato, il rilevamento dei dati dell’ultimo monitoraggio nei pozzi posti intorno alla ex discarica dell’Inviolata è stato accompagnato dalla proposta di «Eco Italia 87» di installarne alcuni nuovi ed arrivare così a determinare e perimetrare la contaminazione. Si noti che i pozzi di verifica ed emungimento sono oltre 40 e posti tutt’intorno all’ex discarica, compresa l’area di sedime dell’impianto TMB.
A dicembre 2020, ultimo controllo, ben sei di tali pozzi – proprio nell’area di pertinenza del TMB all’Inviolata (il capannone a nord degli invasi) – hanno registrato preoccupanti superamenti di nichel, manganese, arsenico e ferro nelle acque. Oltretutto, tra i pozzi del monitoraggio e controllo dell’impianto sono inseriti (due a monte e due a valle) piezometri da cui sono regolarmente attinte acque contaminate.
Un risultato preoccupante, che sollecita l’interrogativo su come si può autorizzare quell’impianto a lavorare come se fosse in mezzo ad un verde prato e su una falda di acqua pura e limpida: il TMB insiste su un’area inquinata come verificato e descritto, da dieci anni inutilmente sottoposta a messa in sicurezza ed emergenza oltre che a tentativi di bonifica.
Infine, in coda all’aggiornamento della relazione tecnica di «Ambiente Guidonia srl», appare il canale di adduzione delle acque di lavaggio e di prima pioggia dall’impianto TMB al Fosso del Cupo: chi l’ha autorizzato? Il parere positivo della Tosini sicuramente non basta.