di TOMMASO VERGA
LA «DIFFIDA» di ANNA CHECCHI e LORENA ROSCETTI, le due consigliere comunali della Città del volo, questa volta è indirizzata principalmente contro la Città metropolitana di Roma Capitale (CMRC). Il che non esclude altri. Purché incolonnati nelle squadre dirette da Virginia Raggi, sindaca di Roma (e, si fa per dire, della Città metropolitana), e da quello di Guidonia Montecelio, Michel Barbet.

Lorena Roscetti, di AttivaGuidonia

OGGETTO: via dell’Inviolata di accesso al TMB di Manlio Cerroni, l’impianto costruito nel mezzo dell’area del parco regionale naturalistico-archeologico dell’Inviolata. Quella strada richiede un intervento di manutenzione straordinaria per il mantenimento delle condizioni di transitabilità, il che sottintende che necessita rendere praticabile l’accesso dei camion diretti all’impianto TMB. La Città metropolitana di Roma Capitale (la CMRC) indice la conferenza dei servizi e decide che sì, l’intervento è giustificato. Si deve fare.
SCOPO: effettivamente tutelare i cittadini di Guidonia Montecelio. Una precisazione necessaria dopo l’invocazione di Michel Barbet alla giunta regionale di ritirare gli atti (una giaculatoria del sindaco della Città del volo; gli servirà quando il tribunale dei residenti lo chiamerà a render conto anche su questa materia del proprio operato, del suo laissez passer l’impianto TMB di Manlio Cerroni).

La “diffida” di Anna Checchi e Lorena Roscetti, le due consigliere comunali di AttivaGuidonia, elenca un lungo elenco di destinatari. Oltre Virginia Raggi e Carlo Caldironi, consigliere metropolitano, si trovano Daniela Porro, della Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma; Alessandra Fassio, responsabile Area Funzionale Paesaggio; la Direzione Regionale Politiche Abitative, Pianificazione Territoriale, Paesistica e Urbanistica – Area Urbanistica Copianificazione, Programmazione Negoziata Roma Capitale e Città Metropolitana della Regione Lazio; Michel Barbet, sindaco di Guidonia Mpntecelio; Paolo Cestra, dirigente dell’Urbanistica; e, infine, Francesco Menditto, capo della procura della Repubblica di Tivoli.

Virginia Raggi a Michel Barbet: «Sappiamo che dietro questo colle (l’Inviolata, ndr) c’è l’impianto Tmb, non abbiamo nessuna intenzione di portare qui i rifiuti di Roma» (https://www.youtube.com/watch?v=YgElR_7wC8Q)

Nel merito, la «diffida» prende spunto dallo «schema di convenzione» approvato l’11 marzo 2021 tra la Città metropolitana di Roma Capitale e «Ambiente Guidonia», la srl incaricata di gestire le 190mila tonnellate di rifiuti affluenti principalmente da Roma nell’impianto TMB dell’Inviolata.
Non poche né di scarso rilievo le «pietre d’inciampo» che sostengono la denuncia delle due consigliere comunali. Come la «variante di PRG» richiamata dall’Area urbanistica della Regione Lazio. Documento risalente al 17 dicembre del 2020, però – così si dice –, mai recapitato alla CMRC. In pratica, la convenzione doveva essere preceduta da un esame di coerenza con il Piano regolatore di Guidonia Montecelio. Adempimento mai attuato dal municipio.
Spazio alle Sovrintendenze, secondo le quali, prioritariamente, «gli interventi proposti devono essere valutati in relazione alla coerenza con la prevalente disciplina di tutela paesaggistica vigente, dal vigente PTP, nonché in relazione al PTPR adottato ed in corso di approvazione in applicazione delle norme di salvaguardia.
«Oltretutto, l’ambito d’intervento è interessato da vincolo paesaggistico, visto che ricade all’interno del perimetro del Parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata». Occorre quindi «la relativa autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 146 del DLgs 42/04 sulle singole opere che compongono il progetto, previo parere obbligatorio e vincolante del ministero per i Beni e le Attività Culturali. La valutazione è attuata dai soggetti competenti, previa acquisizione dei diversi pareri obbligatori, anche in considerazione dalla legge regionale di subdelega 8/2012 e della previsione di procedura semplificata indicata nel DPR 31/2017».

Anna Checchi, di AttivaGuidonia

Necessita un’autorizzazione relativa al patrimonio culturale e «la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto ambientale», la VIA.
E’ sufficiente leggere l’elenco dei destinatari della «diffida» per misurare la differenza che passa tra la propaganda e l’effettiva difesa delle condizioni della città e dei suoi abitanti. Perché, allo stato, dev’essere chiaro che i presunti ambientalisti del movimento 5stelle, quelli della transizione ecologica (delusi che non si legga “transazione”), sono stati i migliori alleati che Manlio Cerroni potesse raccapezzare da queste parti. Alla pari dei padroni delle cave che mai avrebbero immaginato, nemmeno in sogno, la conversione al primo “bau” in totale disponibilità dei feroci grillini.
Va confermato che Barbet ha preso posizione contro l’impianto TMB all’Inviolata. Inutile visto che si è mosso a tempo scaduto. Mascherato dietro la dichiarazione nella quale «dubita che le autorizzazioni per il TMB siano state dettate da logiche lontane dal bene pubblico» (testuale). Di qui la richiesta alla giunta regionale – nella quale siedono anche due assessore del suo partito (ammesso ne abbia ancora uno) – di revoca dei permessi firmati e rilasciati da Flaminia Tosini, giusto qualche giorno prima dell’arresto.
Nemmeno un cenno (autocritico) per aver trascurato invece la serie di elementi che mettono in discussione conformità urbanistica, paesaggistica ed ambientale. Un giudizio che non ha richiamato l’attenzione, l’impegno e il tempo «delle amministrazioni e degli enti coinvolti». Dei quali impressiona il fatto che nessuno abbia avanzato riserve, osservazioni, critiche. Come dimostra la «diffida» sottoscritta da Anna Checchi e Lorena Roscetti. Se le intenzioni del sindaco fossero state quelle annunciate «in fine vita» ci sarebbero state tutte le condizioni non solo per farsi notare e sentire, ma per rendere impraticabile il rifacimento di via dell’Inviolata.
A parte i quotidiani tête-à-tête con i padroni delle cave, Michel Barbet, in tutto questo tempo, dov’è stato? Possibile che i rappresentanti di maggioranza, giunta e via inutilmente sommando non abbiano trovato il tempo e il modo di difendere Guidonia Montecelio? Dov’erano i Cocchiarella, i Castorino, i Toro, i Celani? Per non dire l’assessora Strani e il deputato Cubeddu? Qui la loro presenza sarebbe stata indispensabile mentre non si sono fatti vedere. Poi, alla pari di Barbet, sicuramente continueranno a dire che «il TMB non dove funzionare». L’importante è che non senta Virginia Raggi.