di TOMMASO VERGA
ALLA RESA DEI CONTI la spesa per svolgere la gara d’appalto sulla raccolta dei rifiuti ammonta a 70.000 €. Anche se «resa dei conti» è improprio; meglio: limitativo. Perché dal totale indicato, 48.000 € costituiscono l’ulteriore «resa dei conti» causata dalla rifusione delle spese legali per i ricorsi della «Tekneko» e della «Eco.car» contro il bando di gara sui rifiuti predisposto dall’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio. Fatti e azioni ai quali i cittadini risultano totalmente estranei. Ciò nonostante, gli autori hanno già provveduto a imputarla. Alla voce «da sborsare». “Liquidazione n. 46 del 10-03-2021”; a firma di Egidio Santamaria.
Vita travagliata quella del rinnovo del gestore dell’immondizia. Si ricorderà che, al momento della stesura del bando di gara sui rifiuti, il Comune aveva già impegnato 25.000 euro per l’avvocato Francesco Consalvi, partner professionale dell’assessora alla Cultura e Sport del tempo (ora ha aggiunto le cave di travertino) Elisa Strani. Per illustrare come la confusione regnasse sovrana, mentre il legale si sarebbe dovuto occupare dell’«assistenza giuridico-legale» utile al rientro in casa del servizio a tre anni (a seguito delle polemiche, l’assegnazione dell’incarico venne revocata), il sindaco Michel Barbet, contemporaneamente, chiedeva ai dirigenti del settore di «…predisporre apposita relazione da cui possano desumersi utili elementi di valutazione per individuare la forma più adatta per la corretta erogazione del servizio in termini di efficienza, efficacia ed economicità. In particolare bisogna valutare l’opportunità di procedere alla gestione diretta del servizio in parola oppure procedere all’affidamento a ditta specializzata del settore, previa procedura di gara ai sensi…». Uno più uno: avrebbe toccato i 100.000 € la procedura ancor prima di indire l’appalto.
Ma andiamo con ordine. Intanto, il servizio e la preparazione della gara sui rifiuti. Per la quale il monocolore 5stelle si divise, con contrapposizioni radicali. Le “ostilità” ebbero inizio per la scelta della «stazione appaltante».
Da una parte, Emanuela Bergamo, assessora all’Ambiente del Comune di Guidonia Montecelio (tra i motivi delle successive dimissioni anche le caratteristiche della gara), sostenuta dall’assessore alla Legalità Davide Russo. A loro dire, era sbagliata la preferenza mostrata dal partito per la “Cuc” (Centrale unica appalti) della IX Comunità montana di Tivoli, che venne ritenuta non all’altezza di una gara di tale portata – per “questioni di grandezza e di complessità” scrisse la Bergamo: il 3anni+2 dell’assegnazione vale-va 60 milioni di € –. Invece, la «Sua» (Stazione unica appaltante) della Città metropolitana di Roma, non si sarebbe occupata soltanto dell’appalto ma avrebbe corretto eventuali imperfezioni dell’avviso di gara. Il tutto per un onere di 39.000 euro aumentato dalla spesa di pubblicazione del bando su Gazzetta ufficiale e quotidiani.
L’«incidente», una replica alla Bergamo si direbbe, si presentò proprio nella formulazione della fisionomia dei concorrenti. Il bando venne giudicato impercorribile dalla «Tekneko» (titolare uscente che decise di non partecipare alla gara sui rifiuti pur rimanendo temporaneamente al suo posto in a virtù di un decreto ad hoc); alla pari della «Eco.car» di Angelo Deodati, vecchia conoscenza locale del settore. E furono ricorsi. Perduti dal Comune, 48.000 € per spese legali a carico delle casse di Guidonia Montecelio.
Da rammentare – ugualmente sulla scelta della stazione appaltante, «Sua» e «Cuc» – la denuncia alla Corte dei conti di Paola De Dominicis, la capogruppo del Pd in Consiglio comunale. Che in questo momento potrebbe tornare utile. Per verificare se è da caricare sulla cittadinanza l’esborso delle 48.000 €, oppure verificare se trattandosi di un errore degli estensori, addebitare di conseguenza il danno all’erario a chi l’ha effettivamente commesso. Una domanda di chiarimenti superlegittima.