(t. ve.) MICHEL BARBET E LA FICTION DI COLLELARGO. Scrive il sindaco sul personale profilo Facebook il 1° giugno 2021: «Oggi ho avuto modo di fare una visita sul set della serie tv Romolus che si sta girando nell’ex cava di Collelargo (anche se il titolo corretto è Romulus; il sindaco francese a sua discolpa può dire che anche Silvio Berlusconi dopo Romolo si imbattè in Remolo, ndr). Oltre a riscontrare che le “famigerate” colate di cemento non sono altri che basamenti per strutture rimovibili, ho anche avuto modo di vedere la gestione totalmente ecologica e nel rispetto dell’ambiente da parte della produzione.

Il villaggio di «Romulus»; sotto, la locandina di «C’era una volta in America»; in basso, una betoniera utilizzata per costruire il villaggio

«Non è presente, infatti, alcuna fognatura, ma ci sono bagni chimici svuotati e sanificati regolarmente, viene svolta regolarmente la raccolta differenziata ed il carburante per i generatori di corrente è bio. Ho visto molta attenzione anche per le strutture degli edifici con i muri in vetroresina, la vernice bio ed i tetti in paglia e legno. Infine i materiali che contengono il cibo per chi lavora nella produzione sono biodegradabili.
«Un’attenzione totale e nei minimi dettagli all’ambiente per una produzione televisiva di primissimo piano che darà lustro al nostro territorio con un ritorno economico e di immagine importante la conclusione –. Non ultima, inoltre, la possibilità per molti nostri concittadini di lavorare come comparse della famosa serie tv. Un’occasione importante da tutti i punti di vista per Guidonia Montecelio».
Tanto per dire a Michel Barbet di non intrufolarsi in cose che non gli appartengono e che ignora, la chiosa iniziale riguarda l’affermazione su «Sky» e «Groenlandia srl» impegnate a dare «lustro al nostro territorio con un ritorno economico e di immagine importante».

C’era una volta in America, in Usa, in Canada, a Cinecittà (e a Collelargo?)

SEMBRA DI VEDERLE a confronto, le frotte di turisti che cercano in Usa, Canada e via elencando i luoghi delle scene di C’era una volta in America, il film di Sergio Leone girato principalmente a Cinecittà. Non funziona così. Tra luoghi e gestori non passa nessun accordo. Figurarsi il regista e i coequipier della Hollywood capitolina sopportare le proteste contro la produzione che non avrebbe messo in evidenza la pellicola girata essenzialmente alla periferia di Roma. Tornando a Collelargo, così omettendo, i cinematografari verrebbero imputati di non «aver valorizzato i nostri studios ma soprattutto i luoghi e Guidonia Montecelio, scelta che avrebbe dato lustro al nostro territorio con un ritorno economico e di immagine importante». Sai che preoccupazione…
In aggiunta, dice il sindaco, c’è «la possibilità per molti nostri concittadini di lavorare come comparse della famosa serie tv». Sarà… Salvo il fatto che si tratta di una dichiarazione opposta a quelle che intendevano contrastare l’accusa delle opposizioni sulla gestione dei concorsi del personale del Comune fatti nel modo che tutti ormai sappiamo. Esclusi quelli a risultato certo, che hanno visto partecipare un solo candidato, i concorsi non sarebbero serviti a Guidonia Montecelio perché la partecipazione sarebbe stata nazionale e non “cittadina” (giustamente: lo stabilisce la legge). Stessa identica sorte per le comparse che vorranno prendere parte alle riprese di Romulus.
Altro aspetto dolente (e di peso maggiore), le polizze fideiussorie. Che non ci sono. Barbet non spiega perché non siano state sottoscritte. Se sono state sottoposte alla rifiutata firma oppure nemmeno presentate. Tutto ciò contraddicendosi totalmente. Perché se il teatro di posa di Collelargo, come il sindaco narra non offre nessuno spunto critico, il set avrebbe dovuto accettare senza riserve le garanzie richieste dal Comune. Una semplice partita di giro che sarebbe rientrata nelle tasche della produzione al termine della fiction tv. E che avrebbe garantito Guidonia da eventuali incidenti e danni ambientali sempre possibili in attività del genere. Ennesima dimostrazione del timore reverenziale che il sindaco riserva a chi fa mostra di poter “contare” (anche in termini di denari) diversamente e più dei comuni cittadini. Una rimembranza si direbbe della sua precedente dipendenza dall’Acer (l’associazione dei costruttori edili).
Tre le consigliere comunali che hanno sollecitato la risposta piccata di Michel Barbet: Anna Checchi e Lorena Roscetti di AttivaGuidonia, e Paola De Dominicis, capogruppo del Pd. Risposta che verrà confrontata con la documentazione fornita dall’accesso agli atti promosso dalle elette. Una per tutto: alla «Groenlandia srl» è stata fornita regolare concessione o i lavori in corso sono stati svolti senza permesso? si vedrà nella prossima puntata.