Pierluigi Pietrangeli

di TOMMASO VERGA
STANDO ALLE PREMESSE DELLA DETERMINAZIONE del 26 aprile 2021, la decisione di Egidio Santamaria, dirigente dell’“area 6” – Lavori pubblici, Ambiente, Attività estrattive – si fonda sul fatto che «in data 24.02.2021 sono state riscontrate delle non conformità in sede di sopralluogo dell’ASL RM 5, comunicato con apposito verbale le violazioni e le prescrizioni da eseguire in tempi brevi; dato atto che le attività di formazione per tutti i dipendenti, come da indicazione dell’ASL RM 5, non può essere procrastinata in quanto l’Ente potrebbe incorrere a delle sanzioni» (mentre non rientra nelle competenze della Asl lo strapazzamento della lingua italiana).
Quindi si decide l’«Affidamento servizio per i corsi di sicurezza del personale dipendente come previsto da
D.Lgs 81/2008, all’Ing. Pierluigi Pietrangeli ai sensi… eccetera eccetera». Un provvedimento che permette il rientro del professionista nei ranghi dei collaboratori del Comune di Guidonia Montecelio altresì noto per essersi occupato del “restauro chiesa di San Michele a Montecelio”, della “BRT – Guidonia” (ossia della «Bartolini» di Casal Bianco), ma in particolare della rete viaria “Tor Mastorta-Via della Selciatella”, uno dei progetti finanziati dall’Unione europea.
Il fatto distintivo di quest’ultimo impegno investe innanzitutto il fatto che l’ambizione di trasformare Guidonia Montecelio “Da città del Novecento a città del terzo Millennio” si arrestò dietro al cancello delle romane prigioni. Vicenda che non interessò l’ingegnere ma nemmeno la “Cilento ingegneria”, una srl che si eclissò 5 settimane dopo il 14 maggio 2014, data di affidamento del «coordinamento sicurezza» del cantiere del “sistema viario Selciatella-Tor Mastorta”. 90mila euro il compenso per la srl. Circa la metà di quanto destinato all’ingegner Pierluigi Pietrangeli per lo stesso adempimento, 48.848 euro: uno doveva controllare l’altro?
Va rilevato che nel curriculum dell’ingegnere viene annotato che il professionista è stato sindaco di Vallinfreda a capo di una lista civica di orientamento Pd astorriano (da Bruno Astorre).
Tornando al rimprovero della Asl, va detto che la legge 81/08 «stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di provvedere affinché ciascun lavoratore riceva un’adeguata informazione circa i rischi e l’organizzazione della sicurezza nell’azienda, e riceva una formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza e di salute».
D’altronde, all’art. 37 del D.Lgs 81/2008 e s.m.i., dispone:
– al comma 1, il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche nel rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:
a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;
b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.

Non soltanto sarcasmo e/o ironia. Come è possibile spendere i proventi delle imposte in questo modo? Perché l’addestramento – chissà come è stato organizzato in tempi di distanziamento sociale causa Covid 19… in conference call? – è costato ai contribuenti guidoniani (non a tutti; soltanto a quelli che pagano le imposte naturalmente) la somma di 38.065 euro.
Ci sarà pure da qualche parte un manuale che offre il dettaglio, la traduzione della norma. Mentre si concorda su un provvedimento giustificato dalle condizioni interessanti gli addetti a lavorazioni manuali, non si comprende come si possano addestrare ad evitare i pericoli del mestiere impiegati alla prese con un computer o una macchina per fotocopie. Come si misurano «le non conformità» dei travet e «le violazioni e le prescrizioni da eseguire in tempi brevi»?