di TOMMASO VERGA
MOLLARE IL TMB? NON SE NE PARLA! Potrebbe definirsi «giochino» il movimento degli esterni interessati alla partita. Tutto perché vengano resi utilizzabili l’impianto Tmb e il settimo invaso dell’Inviolata, necessario per ritombare gli scarti dalla macchina. Insomma: da quella cattedrale nel Parco un beneficio si deve trarre. Economico, occupazionale, politico, e via dicendo. Il «giochino» consiste nell’accusare altri di averla messa in funzione. La fine d’agosto si direbbe il momento magico per i convenuti. Perché sarà tra un paio di settimane che si verificherà la chiusura della discarica di Civitavecchia, e, stante l’insufficienza di Albano, l’Inviolata tornerà ad essere l’obiettivo prioritario di parti della pubblica amministrazione statale ma unico per la Città metropolitana. Leggi: di Virginia Raggi.

Virginia Raggi a Michel Barbet: «Non abbiamo nessuna intenzione di portare i rifiuti di Roma»; in alto, l’articolo di Mauro Cifelli su RomaToday del 16 febbraio 2012

Per la quale, è questione di vita o di morte (politica) se non riuscisse a trovare una destinazione permanente, una voragine, un impianto, purché rigorosamente fuori Roma – città che la sindaca ha abituato alla discarica on the road – necessari per i rifiuti che i suoi elettori sottraggono alla raccolta differenziata. In caso di fallimento, Virginia Raggi potrebbe persino dimettersi dalla candidatura alle amministrative del mese dopo a Roma, il 3 e 4 ottobre. La disseminazione dei mucchi di «monnezza» per le strade della Capitale, le costerà cara assai…
Insieme, altrettanto interesse se non di più – non per ragioni di ordine elettorale – riguarda la prefettura (anche se, com’è ovvio, nel caso, la riservatezza regna sovrana).
Che fare? Ogni tanto si propone. Un interrogativo inevitabile anche per chi non ha relazioni con la storia del Partito comunista. Cosicché, allo studio, Virginia Raggi avrebbe azionato gli start di un piano che si potrebbe definire “stupro dell’Inviolata”. In sostanza, come potrebbe essere possibile aprire il sito, nonostante vincoli e tutele? Stando ai sussurrii (al momento di tali si tratta), a Palazzo Valentini o in Campidoglio o al Torrino: la sede non conta, si starebbe studiando un percorso alternativo a via dell’Inviolata, la strada che conduce all’impianto, un tragitto che superi in maniera “legale” le proibizioni che impediscono qualsiasi utilizzo mercantile della strada. Compreso un sottopasso? Conferma: compreso un viadotto sotterraneo.
Com’è noto, lo sfruttamento di via dell’Inviolata è proibito. Lo aveva comunicato a Zaccaria Mari, della soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, l’ingegnere Giampiero Orsini, dirigente viabilità della Cmrc (Città metropolitana Roma capitale). Uno stop temporaneo divenuto definitivo, ribadito dalla Sovrintendenza nell’antivigilia di Ferragosto.
Una decisione che avrebbe “stimolato la fantasia” della sindaca di Roma. La quale avrebbe quindi chiesto ai tecnici della Cmrc di progettare una strada parallela con un percorso del tutto privo di impedimenti vincolistici che conducesse all’area della discarica e del Tmb. Usufruendo magari del contributo di «Ambiente Guidonia srl», la società del gruppo Cerroni che aveva già studiato l’argomento in quanto necessario alla ripavimentazione di via dell’Inviolata per meglio consentire l’accesso dei propri camion carichi di rifiuti romani da depositare nell’apposito spazio di abbancamento prima che nell’impianto Tmb costruito all’interno dell’area protetta del parco archeologico naturalistico.

Le 190mila tonnellate/anno dell’accordo Rubeis-Cerroni sulla monnezza di Roma, ripristinate dall’ordinanza “G07907” di Flaminia Tosini (il cui processo inizia il 20 ottobre)

Di qui la necessità di scovare una soluzione alternativa a un vincolo che non comprende soltanto la strada ma l’intera superficie dell’Inviolata. Sulla quale, «manna dal cielo», è però possibile gestire la filiera della monnezza – dall’accatastamento alla messa in funzione dell’impianto Tmb – a seguito dell’ordinanza “G07907” sulla nuova AIA del 6 luglio 2020, a firma di Flaminia Tosini, la dirigente della Regione Lazio, arrestata il 16 marzo 2021 e messa in libertà dopo quattro mesi esatti. In attesa del processo che inizierà il 20 ottobre, con rito immediato (non ci sarà l’udienza preliminare, l’evidenza della prova soddisfa gli inquirenti). Sin d’ora, la richiesta che i Comuni di Guidonia Montecelio e di Fonte Nuova si costituiscano parti civili. 
Va precisato, per sgomberare il campo da annunci elettorali, che, in quell’ordinanza, la Tosini (off border: la signora si candida inoltre a sindaca di Vetralla, mah…) ha preso nuovamente in esame la questione “portata Tmb”.
Brevemente. Al ridimensionamento del luglio 2015, dovuto a una variante non sostanziale, la minore capienza escludeva il trattamento dell’immondizia proveniente da Roma. Ora, nella determinazione per la nuova AIA del 6 luglio scorso, l’impianto è stato ricondotto a una previsione di lavorazione di 190.000 tonn/anno. Capacità raggiungibile soltanto con l’utilizzo dei rifiuti della Capitale.
I politici che hanno voluto l’impianto di Manlio Cerroni – il sindaco Rubeis, Forza Italia, tutta la maggioranza di destra – stanno replicando il giochino di propaganda spicciola che si prova a far tornare utile per le elezioni. La regola: si accusa l’amministrazione locale di voler gestire i rifiuti di Roma. In realtà, il riscontro sullo stato delle cose, dice che quella quantità fa parte dell’accordo Rubeis-Cerroni, a volumi minori, i conti dell’impianto risulterebbero deficitari.
In questa circostanza, s’è aggiunto un motivo in più, ostacolare sin dall’inizio la discussione tra movimento 5Stelle e Partito democratico. Con una risposta debolissima.
Sola certezza. I tentativi della Virginia Raggi di non perdere lo scranno in Campidoglio, non possono poggiare sulle condizioni dei cittadini di Guidonia Montecelio e dell’area tiburtina. Mettendo a rischio la salute di decine di migliaia di residenti. Ieri sera, in Consiglio comunale, la positiva conclusione del voto sulla mozione di bonifica dell’ex discarica dell’Inviolata lascia presagire un proseguimento degli incontri. Che forse sarebbe bene non si intendessero “riservati”.

Bonifica: la tentata (non riuscita) disputa sui risultati del geologo incaricato dal Comune (che andavano di traverso al sindaco Michel Barbet) e di Arpa Lazio

LA MOZIONE DI IERI (al punto 6 dell’odg; solo in teoria il dibattito svoltosi in Consiglio comunale di Guidonia Montecelio – la bonifica della ex-discarica dell’Inviolata: chiusa nell’anno 2014!) –. Più ampia la discussione sul certificato di matrimonio tra movimento 5stelle e Partito democratico.
Per introdurre la materia, la sottolineatura che, a far da battistrada al Consiglio, hanno provveduto alcuni “bracci destri”, rigorosamente tali dell’ex sindaco Eligio Rubeis (il polipo della Litizzetto non ha preteso royalties): tutti sostenitori dell’impianto di «Trattamento meccanico biologico», in sigla Tmb, Michele Venturiello, capogruppo consiliare di Forza Italia a quei tempi (eh, le memorie dell’epoca!); Maurizio Massini, attuale responsabile cittadino del medesimo partito (il gruppo consiliare della Regione Lazio di “siamo tantissimi” ha tre capigruppo), impegnato a scovare nei segreti del sindaco Michel Barbet (m’ama non m’ama); il terzo braccio infine, Arianna Cacioni (Lega per Salvini, ma è necessario controllare), che però, essendo consigliera comunale, ha strumenti ad hoc e accesso agli atti più agevoli rispetto agli altri due.
Come, ad esempio, la “bonifica” della discarica dell’Inviolata. La mozione Pd-5Stelle, oltre l’ambito angusto di una politica prima di tutto «chiacchierona», a tutti gli effetti costituisce l’esordio di una strategia interessata a chiudere effettivamente e in tempi certi, lo stato di sofferenza del sottosuolo – anche se non di tutto: par di capire che i tre piezometri sotto la costruzione del Tmb siano non controllabili nella pratica –, sino al capping della discarica. Va considerato che siamo a nove anni distanti dall’inizio della bonifica e non si sono registrati progressi. Come detto, Arianna Cacioni ha presentato una mozione, alternativa a quella Pd-5Stelle, richiamando i presenti alla quarta relazione del geologo Roberto Troncarelli, il professionista incaricato dal Comune e liquidato il 22 aprile 2022 (così scrive una giornalista tesserata) con la determina 74 per 22.399 euro.
La leghista avrebbe avuto buon gioco se avesse contestato il Comune sulla base della conferenza dei servizi che il 3 giugno ha deciso l’installazione di ulteriori 11 (undici) piezometri sulla ex-discarica-versante Santa Lucia. In quella sede, Arpa Lazio ha mostrato il significativo incremento della voce “inquinamento”, da attribuire ai metalli principalmente. Non si vuole in questa sede mettere in contrasto l’attività del professionista con quella dell’ente regionale, ma che le verifiche cozzino tra loro è indiscutibile. Con l’aggiunta che talune ripetute affermazioni del geologo («la discarica è in via di guarigione») vengono dallo stesso ripetutamente dichiarate male accolte, indigeste per Michel Barbet. Resta il fatto che la documentazione dell’Arpa esibita nella conferenza dei servizi (con l’apporto inoltre d’una collaborativa “Ambiente Guidonia srl”) descrive tutt’altra condizione.
Preoccupante. Perché si sta parlando di possibili effetti sulla salute dei residenti della Città del volo. Naturalmente non di quello privo di soddisfazioni.
Per la cronaca, la mozione della maggioranza è stata approvata con il voto a favore anche delle due consigliere di Attiva Guidonia.