di TOMMASO VERGA
NON AVEVA RETTO IL “CONCORSO ESTERNO” iniziale; altrettanto la successiva rimodulazione dell’accusa in “favoreggiamento aggravato” per aver agevolato Cosa nostra. Così Nicolò Rizzo, il sindaco di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, è uscito assolto dal processo conseguente all’“Operazione Cutrarà”, per sentenza della gup Annalisa Tesoriere, giudice per le udienze preliminari di Palermo, «perché il fatto non sussiste». La procura della Repubblica aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione.
A giugno dell’anno scorso, Rizzo era stato raggiunto da un avviso di garanzia nell’ambito dell’“Operazione “Cutrarà”, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani , perché accusato, appunto, di “favoreggiamento aggravato dal fatto di aver agevolato Cosa Nostra”. Il sindaco era stato intercettato mentre incontrava il boss Francesco Domingo con Francesco Di Bono e Calogero Valenti. Su suggerimento dei suoi avvocati, Giacomo Frazzitta e Fabrizio Biondo, il primo cittadino di Castellammare del Golfo aveva scelto il rito abbreviato, che gli ha consentito di accelerare i tempi e avvicinare la conclusione, favorevole, del procedimento giudiziario.

Nicolò Rizzo, primo cittadino di Castellammare del Golfo; in alto, con don Mario Pieracci (al centro) e con Michel Barbet (a destra), sindaco di Guidonia Montecelio

Commentando la sentenza, Nicolò Rizzo ha detto che «l’affermazione della verità e della giustizia nella quale ho riposto piena fiducia poiché ho sempre agito con la massima trasparenza, lavorando con l’unico obiettivo del bene comune della mia Castellammare. Questo ho sempre fatto presente a testa alta, anche scegliendo il rito abbreviato proprio allo scopo di far emergere nel più breve tempo possibile la verità, che adesso è chiara a tutti.
«Sono grato ai miei legali, Giacomo Frazzitta e Fabrizio Biondo, e a quanti, familiari, amici, forze politiche, cittadini, mi hanno accompagnato con la loro solidarietà e vicinanza in questo difficile anno. Ho sempre avuto fiducia nella magistratura e nel lavoro delle forze dell’ordine e per questo quando sono stato raggiunto dall’avviso di garanzia mi sono subito detto disponibile a essere sentito immediatamente per chiarire la mia posizione, poiché ho sempre operato con la massima trasparenza» ha concluso Nicolò Rizzo.
Quanto al resto degli imputati, la gup di Palermo ha erogato, complessivamente, 70 anni di reclusione per 8 degli 11 rinviati a giudizio. A processo, i presunti esponenti della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, la splendida località siciliana collocata dentro il limite del comprensorio del latitante Matteo Messina Denaro. Le pene, da 14 e otto mesi a un minimo di quattro anni.