di TOMMASO VERGA
VISTO L’OGGETTO, INDUBITABILE LA SCONOSCIUTA NECESSITA’. Dimostrata dalla pubblicazione della determinazione di Nicolò Roccolino, dirigente alle Finanze (o al Bilancio, fa lo stesso) del Comune di Guidonia Montecelio. Al numero 188 del 26 dicembre 2021 (sì, il giorno di santo Stefano, nessun errore). Con la quale si annuncia, come si legge, l’avvio della procedura per l’«alienazione della quota di partecipazione – il 10 per cento del capitale, ndr – detenuta presso la società del “Centro per la valorizzazione del travertino romano” (CVTR, ndr) detenuta dal Comune di Guidonia Montecelio». In sostanza, terra terra, si mette all’asta il 10 per cento del municipio nella srl (costituita a seguito della legge regionale 47/89 finalizzata alla «valorizzazione delle pietre ornamentali locali»: chissà se la Pisana è stata informata…).
Presentazione delle offerte, entro mezzogiorno del 31 gennaio. Aggiudicazione l’8 febbraio successivo, a partire dalle ore 16 (salvo diversa comunicazione).
Date che si prestano appieno. Come dimostra quella iniziale, della pubblicazione del bando: il 26 dicembre è nel pieno delle festività natalizie, i regali e quant’altro. Male che vada si può sempre ricorrere alla Befana.
In precedenza, si apprende, erano stati interpellati i soci del CVTR perché esercitassero il diritto di prelazione previsto dallo Statuto. «Nessuno di essi dava seguito» la constatazione. «Pertanto, non essendo pervenuta alcuna offerta dai soci, lo stesso art. 13 lascia libero l’offerente di cedere a terzi, al prezzo indicato, la quota offerta».
Già, ma qual è il «prezzo indicato»? Il 10 per cento della srl “Centro per la valorizzazione del travertino romano” vale in moneta € 2.699,07 (il capitale sociale del CVTR è pari a 26.990,70 euro). Il valore base dell’asta ammonta a € 3.259,70. Quindi, si saranno domandati i potenziali interessati all’acquisto, perché esercitare il diritto di prelazione? Se la quota si batterà all’asta, la convenienza sommerà qualche centinaio di euro.
D’altronde, che i padroni delle cave di travertino siano dei benefattori del Comune di Guidonia Montecelio è a tutti noto da circa una trentina d’anni. La vecchia regola delle perdite al pubblico e dei profitti ai privati.
Curiosità: nel testo della determinazione 188, chissà perché si legge la composizione del Centro per la valorizzazione del travertino. Una lista che comprende quanti hanno messo fine all’appartenenza. Il che dimostra l’attenzione posta da Guidonia nel compilare la sarabanda descritta. Eccoli: Comune di Tivoli, Lifi srl, Fratelli Pacifici Ing. Cesare E Lorenzo spa, Lmpa – Lavorazione Marmi, Pietre Ed Affini srl, Società Del Travertino Romano Spa, Saitrav – Industria Travertino srl, Travertino Morelli F. & C srl, Travertino Conversi – srl, Co.De.Ber. – srl, Btr – srl in Liquidazione, Degemar Srl, C.M. Caucci Mario – Industria Travertino Romano spa, G.Poggi srl, Querciolaie Rinascente – soc. coop. in liquidazione, Francesco Coresi E Figli srl, I.C. – Industrie Caucci Cave Segherie Commercio – spa, Commercio Industria Marmi e Pietre – C.I.M.E.P. srl – In Liquidazione, Fratelli Pascucci srl, Imm. Gen. 84 srl, Rogima Marmi srl, Cega srl;
Ab initio, alle luci della ribalta aveva provveduto Nicola Sciarra, l’assessore alle Finanze (o al Bilancio, fa lo stesso). Che pensando fosse necessario convincere il Consiglio comunale di Guidonia Montecelio aveva collocato l’adesione del municipio al CVTR tra le partecipazioni soggette alla Madia, la parlamentare autrice delle limitazioni fino a elencare gli scopi e le modalità cui gli enti pubblici debbono attenersi onde partecipare (“convincere”? ma dai. L’aveva capito sin da subito pure Sciarra, l’ultimo arrivato. Se qualcuno andava convinto doveva semmai essere se stesso e non il sindaco e i consiglieri comunali di Guidonia Montecelio. Trattandosi dei padroni delle cave, orientamento e decisioni erano da tempo classificati “servizio”, passività di ordinaria amministrazione). L’asta sarà soltanto una meccanica conseguenza.