(t. ve.) 2017, SARA’ FRANCESCO MENDITTO, PROCURATORE CAPO DI TIVOLI, con la Relazione introduttiva dell’anno giudiziario, a scoperchiare per primo il vaso di Pandora contenente le dinamiche interne al CAR, il Centro agroalimentare sulla Tiburtina: «Il circondario della procura di Tivoli è un’area che comprende numerose città come Guidonia Montecelio, Tivoli, Rignano Flaminio e Sacrofano, un territorio vasto con 600.000 abitanti. Secondo la Direzione nazionale antimafia, storicamente, nella zona di Guidonia e Tivoli “il rischio di infiltrazioni criminali di tipo mafioso si concentra nel CAR (Centro Agroalimentare di Roma) in considerazione dell’entità degli interessi economici che ruotano intorno ad esso, poiché è il polo commerciale più grande d’Italia” scrive il magistrato.
«Il Car è anche al centro delle indagini del centro operativo Dia di Roma su delega della Dda di Napoli ed è oggetto di attenzione da parte delle organizzazioni camorristiche – si puntualizza –. Va sottolineata nella zona di Tivoli e Palestrina “la presenza di alcune famiglie calabresi, legate ad una ‘ndrina attiva nella zona di Sinopoli (Rc) –. Anche i comuni a nord di Roma, registrano la presenza di elementi collegati a formazioni criminali di origine calabrese della zona di Reggio Calabria (Africo, Melito Porto Salvo, Bruzzano Zeffirio), alcuni dei quali pregiudicati per reati in materia associativa».
2018, 1° SEMESTRE, LA DIA: Il Centro agroalimentare alla Tenuta del Cavaliere si ritrova nella relazione del 1° semestre 2018 della DIA (la Direzione investigativa Antimafia); che scrive: «la presenza dei RINZIVILLO è stata, in una primo momento, individuata nell’ambito delle indagini sul mercato ortofrutticolo di Fondi (LT), dove insieme ad esponenti della camorra aveva condizionato il commercio su gomma e le attività di compravendita. Successivamente, la stessa presenza è stata documentata anche presso un altro mercato, il CAR (Centro Agroalimentare Roma) di Guidonia (RM), punto di riferimento per molti operatori del settore».
2018, 2° SEMESTRE: «Tra le realtà economiche di particolare significatività devono poi essere evidenziati il Mercato Ortofrutticolo di Fondi (MOF-LT) e il Centro Agroalimentare di Guidonia (RM), i cui volumi commerciali sono in grado di influenzare il mercato nazionale del settore agroalimentare e in particolare degli agrumi».
2019, 1° SEMESTRE: «Ad esempio, numerose e reiterate nel tempo le proiezioni della famiglia gelese (CL) dei RINZIVILLO, a cominciare dalle risalenti indagini relative al MOC di Fondi (LT) e da quelle relative all’altro centro di commercio agroalimentare della regione il CAR (Centro Agroalimentare Roma – OCCC n. 32692/15 RGPM e n. 28476/16 RG GIP emessa dal Tribunale di Roma ed eseguita il 4 ottobre 2017) di Guidonia (RM), nel cui ambito il sodalizio siciliano era riuscito ad imporre le proprie forniture a prezzi maggiorati».
RELAZIONE DELLA DIA
DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
2° SEMESTRE 2020
(presentata il 12 agosto 2021)
«IN ORDINE ALLA FORTE ESPANSIONE delle pratiche estorsive e usurarie – si legge nella Relazione dell’Antimafia relativa al 2° semestre dell’anno 2020 –, particolare attenzione deve essere rivolta anche alle possibili infiltrazioni criminali verso settori che sono stati indeboliti a causa della pandemia come la filiera dell’agroalimentare. Il MOF (Mercato ortofrutticolo di Fondi (LT) e il CAR (Centro agroalimentare di Guidonia Montecelio (RM) entrambi con volumi commerciali in grado di influenzare il mercato sono tra le realtà economiche più significative della regione e quindi particolarmente attrattive per la criminalità organizzata.
«Dal quadro complessivamente delineato – prosegue l’Antimafia – appare evidente come il riciclaggio di denaro, l’infiltrazione dell’imprenditoria in genere, quello dei giochi e delle scommesse, oltre ai traffici di stupefacenti e all’usura (vera e propria piaga sociale) sono solo alcuni degli ambiti illeciti sui quali anche e in ragione dell’emergenza pandemica la criminalità organizzata potrebbe tentare ancora di lucrare, sfruttando tutte le opportunità offerte dal territorio laziale».
Dopo Rinzivillo gli Alvaro. Ovvero la mafia e la ‘ndrangheta. Quali garanzie sul piano di sviluppo del futuro Centro agroalimentare?
di TOMMASO VERGA
I RISULTATI DERIVANTI DAI 60 ETTARI entro i quali si svilupperà il futuro Centro agroalimentare, il nuovo CAR, quanto interesseranno i signori della criminalità organizzata? Domanda retorica? Stando a quanto già verificato non si direbbe proprio. Quindi: tanto, tantissimo.
L’esempio l’ha fornito prima d’altri SALVATORE RINZIVILLO, MAFIA DI GELA, voglioso di assurgere a fornitore esclusivo del CAR nell’ortofrutta. Tappa intermedia di una funzione sorretta dall’asse formato dall’acquisizione dei grandi impianti di distribuzione di frutta e verdura, da Catania a Fondi, seguita da Guidonia Montecelio a Milano. Monopolizzato il settore nazionale, prezzi inclusi, secondo il piano Rinzivillo sarebbe sbarcato in Europa. Secondo gli investigatori accompagnato dal traffico di stupefacenti e armi tra Italia e Germania. IDEM SENTIRE PER I «SINOPOLINI» di Reggio Calabria. ‘Ndranghetisti che però insieme al tentativo di monopolizzare le forniture per il mercato ittico hanno avviato trattative per un accordo territoriale con le famiglie criminali egemoni sulla piazza romana (obiettivo comunque raggiunto con i Fasciani). Ne daremo conto poi.
Schematicamente (mica tanto: basta andare a rileggersi quanto abbiamo scritto tempestivamente in proposito) ecco rappresentato il quadro disegnato da mafia e ‘ndrangheta che permette di analizzare il più dettagliatamente possibile i “movimenti” della criminalità organizzata nell’area.
Movimenti indisturbati. Che per un verso comprovano l’espansione per territori e per prodotti da smerciare delle locali cosche capitoline, mentre dall’altro registrano la totale assenza di chi avrebbe dovuto contrastarli. Invece nulla. Nemmeno un fiato. Delle istituzioni, dei partiti, dei sindacati, delle organizzazioni di imprenditori (un’azienda locale, insediata al Barco di Tivoli Terme, è diretta da un (muto) rappresentante di Unindustria Lazio). Nessuno, non uno, ha alzato la voce per distinguersi. Facile pronosticare come andranno a nozze le famiglie della criminalità organizzata conoscendo (per averlo appunto già sperimentato) come viene controllato il territorio e le attività produttive che si intendono aggredire.
A distinguersi, soltanto il noto avvocato leghista che ha rimproverato al sindaco di Guidonia Montecelio la denuncia delle Iene a proposito dei falsi permessi di soggiorno distribuiti fuorilegge da una tizia che abita nella città.
Un fatto di cronaca come chissà quanti altri in giro per il Paese. Viceversa, di fronte ai fatti del CAR, al box della ‘ndrangheta delegato alla compravendita degli stupefacenti, il noto avvocato (leghista) non ha profferto verbo. Chissà: timore di ritorsioni? meglio tacere. Meglio lasciare il compito all’Antimafia. E ai giornalisti (dopo essersi assicurato che non appartengano all’albo dei reticenti, categoria che Lui gradisce tanto).
Si dirà che anche Tivoli, in passato, ha subito l’attacco della criminalità organizzata, della ‘ndrangheta in particolare. L’«operazione Tivoli silentes» la più indicativa, i cui aderenti, seppure «stabilmente territorializzati fra Tivoli e Guidonia» secondo il procuratore aggiunto dell’epoca Michele Prestipino, non rappresentavano altro che una banda di malavitosi impegnati nello spaccio di stupefacenti.
Sostanziale quindi la differenza con i «Sinopolini», l’organizzazione che ha dato forma all’«operazione propaggine» eseguita il 10 maggio. Una differenza dovuta al «sistema» che negli anni si è andato a morificare. In negativo per Tivoli dopo la crisi di metà degli anni ’70 del secolo scorso, crisi che ha marginalizzato il sistema produttivo industriale-manifatturiero fino alla scomparsa.
Di contro, nel medesimo periodo, Guidonia Montecelio da’ vita al Pip 1 (piano di insediamenti produttivi) di Tavernelle, seguito dal secondo, di fronte, quello di Santa Sinforosa, sull’altro lato delle Tiburtina; in tutto, circa 150 aziende. Per parte sua, il 25 novembre 2002 (esattamente 20 anni fa) inizia l’attività il Car – il Centro agroalimentare di Roma costruito nella Tenuta del Cavaliere di Guidonia Montecelio.
Cambiamenti che hanno avuto radicali conseguenze sulla vita degli abitanti:
* a TIVOLI l’imponibile Irpef 2017 era sceso a 655.260.576 €
* mentre a GUIDONIA MONTECELIO era salito a 1.023.187.576 €
Un rendiconto sommario. Che però, tra mafia e ‘ndrangheta, dimostra che la lezione di Giovanni Falcone, «seguire la pista dei soldi», è tuttora valida.
Un prestito non restituito. Protagonista, il padrone d’una cava di Guidonia Montecelio “organico alla ‘ndrina”: “faccio male alla loro famiglia… e pure la moglie“… “lo metto in macchina, me lo porto da una parte a Guidonia… dove c’è la cava…”
DIALOGHI: “se è necessario dato che io…inc…di giorno GLI SPARO così…non mi nascondo… Ma lo sanno che…lo sanno che li trovo…faccio male alla loro famiglia…e pure la moglie”; e affermava che, se fosse stato necessario, lo avrebbe condotto a Guidonia, presso una cava, e gli avrebbe detto che, se non avesse pagato immediatamente, lo avrebbe sgozzato:
“…lo metto in macchina, me lo porto da una parte a Guidonia… dove c’è la cava… si preme qui… manda a qualcuno sennò te la taglio di netto a netto… che quello compare quando si vede… io credo che poi ci pensa…”. La cava cui fa riferimento A.C. è di G.T., titolare della società, con attività “scavi…”, sede a Guidonia Montecelio, in via … Per il Gip, G.T. è soggetto organico alla ‘ndrina di Roma, infatti ha partecipato alla mangiata del 15.10.2017 e, come riferito da A.C. a F. C. nel corso di una conversazione captata in data 27.01.2018, possiede la dote della Santa: secondo il sacro rituale ‘ndranghetista la concessione della Santa consente l’ingresso alle alte cariche dell’organizzazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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«OPERAZIONE PROPAGGINE» / 4 https://www.hinterlandweb.it/wordpress/2022/10/chi-difendera-il-car/