di TOMMASO VERGA
MOLTEPLICI DIVERGENZE, INESATTEZZE, CONTRADDIZIONI, MENZOGNE. Consideriamo pure che tra l’autore di tanto rigetto (qui naturalmente riportato per cenni, causa ovvie ragioni di spazio; sulla locandina a firma del sindaco c’è ben altro e oltre) e il «Comitato civico “No al Templio crematorio”», promotore dell’assemblea del 3 settembre a Rocca Canterano, non corra buon sangue. Il che però non giustifica né il «tono» adottato, né tanta e tale ingiustificabile acrimonia. Con l’aggiunta della soggettiva interpretazione. Tendente ad annullare una sconfitta (indigeribile ma non imprevedibile), stante la quale Fulvio Proietti, il primo cittadino, s’è trovato costretto a ricercare, dato l’accentuarsi di condizioni sfavorevoli, una non certo comoda via d’uscita.

I partecipanti all’assemblea del 3 settembre promossa dal «Comitato civico No Templio» nello stadio di Rocca Canterano. Se i presenti sommano i contrari al forno crematorio, dove sono i favorevoli alla delibera del sindaco della cittadina di 150 abitanti?

La divisione è nota, già raffigurata dagli organi d’informazione alcuni mesi fa – il “primo atto” su hinterland risale al 7 dicembre 2021 (https://www.hinterlandweb.it/wordpress/2021/12/a-rocca-canterano/) –, conseguente alla delibera del sindaco di dotare il paese di un «templio crematorio», ossia (si scrisse) di un termovalorizzatore, salvo il “prodotto” da incenerire e le dimensioni del fabbricato. Identici gli interrogativi, formulati dalle voci contrarie a difesa dell’ambiente: i fumi (ogni cremazione richiede 3 ore, 3 ore e mezza)? gli scarti della combustione? dove realizzare la discarica di servizio?
Interrogativi inseriti adesso in un organico cahiers de doléances che il Comitato ha sottoposto a una mezza dozzina di esperti, protagonisti del confronto svoltosi il 3 settembre nello spazio ricavato (a pagamento), platea e galleria, dallo stadio cittadino.

La sintesi delle opinioni e dei giudizi degli esperti: si tratti di economia locale e/o di ambiente, il forno crematorio è incompatibile con la natura di Rocca Canterano 

Spettatori in «galleria» nello stadio di Rocca Canterano                                                         A INTRODURRE l’incontro, MICHELE PANDISCIA, in alternativa alla prospettiva di incrementare il reddito cittadino mediante il forno crematorio (teoria del sindaco), ha illustrato altre possibilità ecologiche per dare impulso all’economia e alla rinascita del paese. In sostanza, un’altra economia è possibile senza ferire il territorio.
MARIA PIA CIMAGLIA, a nome del Comitato, ha messo in rilievo il fatto che il forno crematorio non risponde al requisito di pubblico interesse per la comunità di Rocca Canterano, al contrario è completamente estraneo al programma presentato dal sindaco al momento del voto nel 2019. Programma nel quale si parlava di «valorizzazione degli spazi del centro storico, percorsi naturalistici e sentieri di montagna … salvaguardia del patrimonio ambientale e naturalistico del territorio».
ENRICO CALIZZA, ingegnere, ha esordito avvertendo la popolazione che se pure i limiti di legge vengono rispettati dal progetto, non garantiscono comunque appieno la salute; e se anche i limiti delle diossine sono bassi le quantità a cui si è esposti sono molto al di sopra della soglia di pericolosità  per la salute e vanno misurati in accumulo e non in emissione dei fumi.
FORTUNATO MELONI, medico chirurgo, ha fatto chiarezza sugli effetti patologici che i forni crematori possono provocare sulla salute umana, richiamando il concetto di esposizione,  basato su modelli di dispersione degli inquinanti emessi dalla fonte di inquinamento, permettendo così di stimare il tempo esatto in cui ogni soggetto è stato esposto e quindi a rischio di sviluppare l’evento (morbilità/mortalità). Due sono le  misure su cui si basano:
·      la distanza dal perimetro degli impianti
·      la concentrazione al suolo dell’inquinante.
EZIO SARTI, meteorologo certificato ha messo in evidenza altri meccanismi che intervengono nella diffusione degli inquinanti in aria, dovuti principalmente alla meteorologia,  illustrando ai presenti la dispersione dei fumi e del pulviscolo non  solo sul territorio di Rocca Canterano ma anche sui comuni di Canterano, Agosta, Subiaco, Marano, Rocca Santo Stefano, a causa dei venti tipici di questa valle.
LUIGI TILIA, presidente Vara, l’associazione a difesa del fiume Aniene, si è soffermato sulla presenza nel territorio di Rocca Canterano, di un microclima tipico della zona e unico nel suo genere. I monti Ruffi, annoverano la presenza e la crescita di specie botaniche che si trovano soltanto in queste montagne e valli. Gli abitanti hanno il diritto-dovere di preservarlo per le generazioni future.
VALERIO NOVELLI, presidente commissione Agricoltura-ambiente Regione Lazio, ha richiamato l’attenzione su altre possibilità per far entrare risorse nelle casse comunali e assicurare sviluppo e protezione dell’ambiente, alternative concrete e green: Rocca Canterano potrebbe diventare una «Comunità energetica» (già 100 i progetti in Regione) oppure un «Monumento naturale».

OSSERVAZIONI alle quali ha fatto da controcanto la locandina descritta, espressione di una diagnosi ignorante la distinzione tra favorevoli e contrari, prediligendo la scomposizione tra «buoni» e «cattivi».
I quali, come si conviene nei racconti improntati alle buone maniere, nonostante fossero punto interessati al risultato proveniente dallo stadio, non sono comunque riusciti ad apparire in numero inferiore agli avversari, ai componenti la squadra del sindaco. L’immagine qui riprodotta fornisce una convincente illustrazione delle quantità. Semmai c’è da domandare dove si trovavano nel momento dell’assemblea i supporter di Proietti. Tenuto conto che Rocca Canterano appena supera i 150 abitanti, non si esagera dicendo che quel giorno lo stadio conteneva tanti quanti i residenti nella cittadina.
Piuttosto, ci si chiede perché Fulvio Proietti non fosse presente alla manifestazione. Perché non ha colto l’attimo per confrontarsi con i cittadini e con le autorità sollecitate dal Comitato?
«Perché non invitato» la risposta. Come le altre persone presenti, la gran quantità dei cittadini di Rocca Canterano tutti non interessati a una convocazione formale. D’altronde, la ricerca e l’individuazione di un banditore non è proprio attività proficua di questi tempi.
Del forno crematorio ci occupammo otto mesi fa. Nelle aspettative, si immaginava che quell’articolo a sgomberare il campo fosse sufficiente, dovesse bastare. Invece no, anche se i «nemici» del primo cittadino rispetto a quella data oggi appaiono sensibilmente aumentati.
Come detto, autore di sì profonda divisione, il sindaco Fulvio Proietti. Giunto al termine del doppio mandato, ha evidentemente conservato la mira di poter passare alla storia della Rocca sui monti Ruffi in quanto realizzatore dell’elenco delle anime trapassate attraverso le braci di un forno crematorio.
Un registro da rilasciare al successore per giungere al quale, nella previsione della realizzazione del cenotafio, gli abitanti dovranno allenarsi ad essere allietati alla inusuale circolazione delle auto di circostanza, così come gli addetti alle esequie funebri dovranno superare non poche asperità. Che per i viventi costituiscono un pregio, una sorta di sfida alla vita, visto che Rocca Canterano è una delle mete degli appassionati principalmente delle due ruote – motorizzate incluse – tanto che i 745 metri di altitudine della Rocca costituiscono da sempre un trofeo da conquistare. Con un pizzico di retorica, si direbbe un inno a un determinato modello di esistenza. Nel quale, i morti nulla c’entrano. Infatuazione del sindaco a parte. © RIPRODUZIONE RISERVATA