di GIULIANO SANTOBONI
«LA COSTITUZIONE E’ FIGLIA DELLA LOTTA ANTIFASCISTA». Con poche e semplici parole, ieri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha cucito insieme passato, presente e futuro della nostra storia con lo spesso filo dei valori fondanti dell’Italia e dell’Europa intera. Identificando anche ruoli e compiti, sanciti dalla Carta, ai quali nessun governante può e deve sottrarsi, a prescindere di quanto possano pensarne Meloni, La Russa, Lollobrigida e nostalgici vari.
Non sorprende neanche un po’, comunque, che nella fila degli indifferenti ai valori della lotta di Liberazione, sia presente il civico sindaco Mauro Lombardo, un tempo militante senza esitazioni dei partiti di destra, a principiare dal MSI (corrente Alemanno), attualmente dichiaratamente privo di tessere, ma evidentemente non ancora pienamente addestrato ai temi della Liberazione e della Resistenza.
Anche se, però… c’è un però. Del quale è d’obbligo prendere atto: a tutti gli effetti, per Mauro Lombardo potrebbe essersi trattato di una dimostrazione di coerenza. Aver ribadito, anche nella ricorrenza del 25 aprile, la convinzione nei propri convincimenti.
Riunendosi per un verso al gruppo di quelli che un tempo erano i suoi dirigenti ideali e politici. Per l’altro, l’occasione della Festa della Liberazione dal nazifascismo, gli ha consentito di dare una lustrata alle dichiarazioni programmatiche, al suo modo di intendere la funzione ed anche il suo passato politico. Per lui, come annunciato all’esordio, il Consiglio comunale e gli eletti debbono «evitare la politica» (se, all’epoca, voleva essere una raccomandazione, indirizzata a liste civiche e Partito democratico, oggi può stare tranquillo, il 25 aprile dimostra che hanno obbedito).
Lui la pensa e la intende come illustrato da quello slogan: “In questo locale non si fuma, non si bestemmia e non si parla di politica”. Poteva fare un’eccezione dato che il «locale» non era ieri costituito da “un’aula sorda e grigia nella quale far bivaccare i manipoli” ma da strade e piazze d’una Città che deve tornare a riconoscersi nei valori fondativi della Repubblica.
Succede quindi che il sindaco abbia disertato totalmente le 4 celebrazioni in programma nella giornata di ieri nei luoghi simbolo della lotta popolare antifascista a Guidonia Montecelio, relegando la fascia tricolore (conquistata con una elezione democratica…), al presidente del Consiglio comunale Erick D’Alisa. Beninteso, è normale e possibile che un sindaco deleghi assessori e consiglieri a presenziare al suo posto ad eventi ed incontri, ma senso del ruolo e decenza vorrebbero che fosse per piccole inaugurazioni, festicciole, eventi di taglio basso. Non il 25 Aprile.
E ad andare di poco indietro con la memoria (anzi con la Memoria, quella stessa della Giornata) non si trova un ricordo, un comunicato stampa, una dichiarazione da parte del primo cittadino il 24 marzo per la commemorazione delle vittime delle Fosse Ardeatine, dove 335 italiani (antifascisti) furono uccisi dai tedeschi, con la complicità di tanti nostri compaesani.
Oltre all’assenza del sindaco, non si può non notare poi la scarsa partecipazione dei consiglieri ed assessori: i pochi che si sono presentati, lo hanno fatto evidentemente per curiosità campanilistica e territoriale più che per senso di un ruolo comune che evidentemente non c’è.
A Setteville, ad esempio (foto in alto), in una affollata cerimonia organizzata dai cittadini che quasi 50 anni fa posero la semplice pietra con la lapide divenuta monumento ufficiale lo scorso anno con una delibera di giunta, l’unico consigliere presente era il “civico locale” di Forza Italia Michele Venturiello, appunto di Setteville.
A Villalba, stesso schema, ma via Venturiello, e dentro i locali De Santis e Valeri supportati dall’assessore Cristina Rossi. Oltre al sindaco, grande assente anche il vicesindaco, Paola De Dominicis, proprio di Villalba e da un concreto e consolidato passato nel Partito democratico. Manco a parlarne dell’assessore villanovese Mario Proietti, che da anni condivide l’appartenenza destrorsa con il sindaco Lombardo.
E i tanti PD (da capire se ex o tuttora in corso?) sostenitori del sindaco Lombardo? Nemmeno l’ombra. Possibile che oltre alla tessera abbiano buttato alle ortiche anche i valori fondanti? Nessuno dei consiglieri, nessuno degli assessori che avevano avuto anche ruoli non di poco conto nel partito con la scritta rossa sbiadita. Unica eccezione, Mirko Sotorino, anch’egli trasferito in una lista civica, andato ad affiancare i pochi presenti a Montecelio.
Ma ci si chiederà, il Partito Democratico locale? Avrà seguito il nuovo corso decisamente più piantato nei valori della Resistenza voluto dalla Schlein? Oppure l’impronunciabile cognome-nome della neosegretaria è fondamentale, utile a mascherarsi senza spiegazioni (né raffronti) dietro il nuovo corso, addirittura necessita per non cambiare nulla del Pd 3+1 a Guidonia Montecelio e 2 netti a Tivoli, consiglieri comunali d’un partito residuale del quale non si conosce altro che la rincorsa affannosa alla sopravvivenza personale e della corrente d’appartenenza.
Un paio di consiglieri, seppur grandi fans a parole dell’ANPI locale, si limitano ad una striminzita immaginetta con rossi papaveri su Facebook. L’importanza di rendere omaggio a monumenti e valori di persona, neanche a parlarne. © RIPRODUZIONE RISERVATA info@hinterlandweb.it
LA LIBERAZIONE? DA COSA? BOH… NON SAPPIAMO
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