di TOMMASO VERGA
«DEFINIZIONE AGEVOLATA CONTROVERSIE TRIBUTARIE» il titolo. Che, fatto salvo l’aspetto didascalico-formale, non illustra minimamente quanto accaduto il 23 marzo nel Consiglio comunale di Guidonia Montecelio. Al punto che la cronaca sui “buffi” oggetto della riunione, obbligatoriamente si vede qui preceduta dalla puntualizzazione su un aspetto talmente negativo da far immaginare una conclamata «crisi politica» della coalizione. Che la stessa Assemblea ha confermato qualche giorno dopo, esprimendosi totalmente estraneo al progetto «Colle Rosa», oggetto della riunione successiva. E si parlava di soldi del PNRR: qualcuno aveva letto la documentazione? Nemmeno sbirciato?
Tornando alle «controversie tributarie», 10 consiglieri su 25 non hanno votato la delibera sulla rottamazione quater (si dice così?) delle cartelle esattoriali. Di cui, sette non si sono proprio presentati, mentre i tre rimanenti se la sono squagliata all’atto della votazione.
Non una splendida accoglienza per «Fisco Amico». Ma perché ben 10 non hanno votato?
A sentire, il motivo è sostanza della domanda «siete certi che si possa fare?». Incertezza confermata dall’uscita dall’aula al momento topico di Adalberto Bertucci, Fratelli d’Italia, rappresentante titolato dell’Ordine dei commercialisti, che ha così evitato di assegnare il voto contrario alla proposta di delibera – Bertucci è all’opposizione della coalizione “civici”-PD – sulla «definizione agevolata delle controversie tributarie» pendenti. Scelta tattica, che l’ha sottratto all’eventuale giudizio della Corte dei conti; che non ha intaccato il consenso dei padroni delle cave, sostenitori del figlio Marco «senza se e senza ma» (come si leggeva sul volantino della signora dei travertini) eletto alla Regione Lazio; obbligarlo ad assegnare un like («sono d’accordo con te») a Mauro Lombardo, sua antico correligionario di partito e di posto di lavoro.
Anche se, non fosse bastato l’accaduto in aula, Adalberto Bertucci la sintonia con i padroni delle cave l’aveva già a disposizione personalmente, grazie all’intemerata di metà giugno 2022 contro la TreEsse Italia, concessionaria del Municipio, rea di aver chiesto ai travertinari il versamento dell’Imu per gli anni 2019-2020-2021. «Tutto assurdo, tutto inaudito – il giudizio del politico –: è un colpo che rischia di essere fatale ad un settore già particolarmente provato». Non pagare le imposte per non morire?
Le 10 ragioni: ma perché la «definizione agevolata» per i 10 non si doveva approvare? Punto primo della “categoria_incertezze”: la legge di bilancio 2023, non contempla interlocutori al di fuori dell’Agenzia delle entrate. Quesito: allora come si intende collocare gli «agenti esterni» tipo la «TreEsse Italia srl», concessionaria del Comune di Guidonia Montecelio?
Punto secondo: l’ente locale di cui trattasi è obbligato ad osservare le procedure restrittive del pre-dissesto. Un vincolo decennale – è passato metà tempo –, durante il quale si deve restituire rateizzandola la somma decisa dopo lo stanziamento elargito dal Fondo di rotazione, che su tali condizioni evitò il default del Comune retto dal Forzaitalista Eligio Rubeis (odierno alleato esterno dei civici tramite l’assessorato all’Urbanistica di Lombardo, a sua volta vicesindaco dell’altro al tempo della costruzione dell’impianto TMB; progetto sul quale si sarebbe detto contrario).
Il salva-dissesto recapitato dallo Stato, prevede, per i debiti fuori-bilancio – qual è appunto la modifica dei conti in dipendenza della «rottamazione» – l’autorizzazione della «Cosfel» (Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali). Chiesta? Rilasciata?
Si ricorderà la delibera numero 49 del 22 dicembre 2020 dell’amministrazione Barbet, il “Piano triennale del fabbisogno di personale per il triennio 2020-2022”. «Piano» non attuato perché «bocciato» dalla «Cosfel» (ente accusato dal sindaco di aver sbagliato i conti).
Tutto compreso, ci si troverebbe dunque di fronte a una disseminazione di cavilli che però qualcuno ha deciso di sintetizzare con «non si può fare, se non si vuol finire davanti alla Corte dei conti».
Contenzioso tributario 2023, a Guidonia Montecelio si evidenziano un paio di questioni. L’essenziale: i padroni delle cave aderendo alla «controversie tributarie», dovranno riconoscere la congruità dell’«odiata» tariffa ICI-IMU di € 54,75 al mq. Per il presente, il passato, non per il futuro. Sul quale ha già provveduto la Corte di Cassazione
Infatti, la Corte di cassazione con le sentenze numero 1026 e 1404 del 14 e del 18 gennaio 2022, e, da ultimo, con la numero 2280 del 25 gennaio 2023, ha deciso come calcolare il valore venale dei terreni delle cave. «Gli edifici funzionali all’estrazione e le aree pertinenziali a questi, sottratte all’attività agricola (comprese le cave in esercizio), devono essere oggetto di prelievo sulla base della rendita che sia attribuita a tali fabbricati».
Una rivoluzione. Della quale la coalizione degli avvocati non s’è accorta, tant’è che non ha revocato l’affidamento da 40.000 € per un esame che non occorre più. La Suprema Corte ha sanzionato argomento trapassato il valore venale dei terreni delle cave.
Finalino: qualora il proprietario della cava non chiedesse l’accatastamento, il Comune lo deve sostituire, rivolgendosi direttamente all’Agenzia delle entrate. Come mantenere le promesse pro-voto delle amministrative? Come la popolazione controllerà altri fatti e fatterelli inediti sul governo della Città?
Tornando al voto-non voto, il commento del sindaco Mauro Lombardo è affidato all’usuale comunicato: «Il livello del contenzioso tributario accumulato in questo Comune negli ultimi dieci anni è impressionante – ultimi 10 anni?; sono semmai il doppio; c’è chi non ha mai versato un euro persino sostenendo che il terreno della sua cava era a destinazione agricola e pertanto esente da imposte, ndr –. Dimostra che il rapporto tra contribuente e amministrazione – prosegue Lombardo – non è stato ben gestito. Con questo provvedimento sistemiamo il passato, trasformiamo il costoso contenzioso in entrate certe e immediate e poniamo le basi per una migliore concordia tra fisco e cittadini per i prossimi anni. Ora dobbiamo lavorare perché non si riproduca in futuro la stessa distorsione».
Fantasie? ottimismo? quel che sia, si prende intanto nota dello sgarbo indirizzato all’alleato PD. Che zompetta di qua e di là ma dal quale nemmeno fiocamente s’è udita replica a difesa della propria onorabilità di partito nella precedente coalizione a guida Michel Barbet. Lombardo li chiama in causa, colpevoli del “rapporto non ben gestito tra contribuente e amministrazione”? E loro zitti.
Dopo il giudizio del sindaco, il provvedimento che farà diminuire il gettito tributario al Comune, ha entusiasmato i consiglieri comunali all’uopo intervenuti: «Ottimo risultato» per Michele Venturiello, civico di Forza Italia; «Profonda soddisfazione» per Mario Lomuscio, PD, secondo il quale la proposta va ritenuta «uno strumento che possa rappresentare un ampio respiro per l’Amministrazione (?)». Dopo l’applauso di Lomuscio ad assessore e uffici, la parola a Mauro De Santis, civico d’origine, il quale concorda con gli interventi che l’hanno preceduto, evidenziando anche la difficoltà nella scelta operata (?). «Pienamente favorevoli» i civici Rocco Cisano, Tommaso Carnevali, Mirko Sotorino.
Singolare che, a ben vedere, la sola assicurata certezza risieda nel fatto che, per non affogare nella replica di un bilancio fallimentare, il municipio altro non potrà che convenire sulle condizioni poste da ogni lobby. L’esempio è offerto dall’IMU dei padroni delle cave, dichiaratamente disponibili ad onorare gli impegni in base però all’adorato valore di 7-10 euro al metro quadro. Si vedrà quando l’amministrazione validerà i dettati della Cassazione.
Concluso quello nell’Agenzia delle entrate, un salto nella politica. Lo stato della coalizione e dell’esecutivo di Mauro Lombardo, sembra fatto apposta per sostituire il vertice della classifica delle «peggiori giunte di sempre» (copyright di Aldo Cerroni: chi è causa del suo mal…). Titolo che deve essere sottratto senza “girotondi dialettici” all’ex amministrazione Barbet. E trasferito a quella di Lombardo. Non solo a causa della manipolazione del DNA dei partiti e delle formazioni. Ulteriore illustrazione (ricavata dalla pratica quotidiana): al tempo della giunta grillini+PD – la peggiore di sempre –, via dei Platani – al Bivio – faceva schifo, piena di buche com’era. Ora, in tempo di civici+PD, via dei Platani fa schifo, piena di buche com’è. Chiedono rispetto le toppe davanti alla chiesetta. Frutto dei Patti Lateranensi? Sintonia della giunta Mauro Lombardo con Giorgia Meloni e Francesco Rocca?
Sostenuto dalla memoria, il catrame pare servisse per sistemare l’asfalto delle strade frequentate da assessori e consiglieri, Collefiorito, Setteville, Villalba, mentre a via dei Platani si disse provvederà la fibra. C’è curiosità nell’attesa di vedere come verrà realizzata la prima arteria al mondo da percorrere in vettura digitale. © RIPRODUZIONE RISERVATA info@hinterlandweb.it.