La montagna della “Conferenza dei servizi decisoria” sulla bonifica e messa in sicurezza della discarica dell’Inviolata, tanto sbandierata dal sindaco Mauro Lombardo come momento conclusivo e risolvente, ha partorito l’ennesimo topolino: tutto rimandato
di GIULIANO SANTOBONI
EPPURE, STANDO AGLI ATTI, Alberto Latini, responsabile di procedimento del Comune, era stato chiaro. Entro il 20 luglio bisognava “fare i compiti a casa”, seguire le prescrizioni di Arpa Lazio (Agenzia regionale protezione ambientale) e cominciare davvero a bonificare l’Inviolata. Senza nessuna possibilità di deroga. E invece, a quanto sembra, in un “tavolo tecnico di lavoro” nel quale il Comune di Guidonia Montecelio non è stato neanche invitato, tra Arpa, Regione Lazio ed Ecoitalia 87 – la srl del «gruppo» di Manlio Cerroni, il cosiddetto “Supremo”, beatificato dall’informazione indipendente locale –, padrona della discarica chiusa nel 2014. Da allora alle prese con una bonifica della quale non si vede termine. Si è deciso che servono altre analisi, altri pozzi, altre considerazioni. Praticamente, con una collaudatissima operazione di “allungamento del brodo”, ci si riaggiornerà a chissà quando per vedere qualcosa di concreto.
Ma andiamo per ordine. Con una grande attesa da “prima cinematografica”, il 30 giugno nella pomposa cornice della sala consiliare, il Comune convoca l’ennesima seduta della Conferenza dei servizi per la bonifica e la messa in sicurezza della ex discarica dell’Inviolata, visti i valori preoccupanti degli inquinanti rilevati nei pozzi-spia disseminati tutto intorno al perimetro. Da circa 10 anni, Comune, Regione, Arpa, Asl, gestore della discarica, e una manciata di altri enti pubblici si incontrano per capire, grazie a rilevamenti che proseguono da anni e anni, come fare ad evitare più possibile che falde acquifere e terreno vengano ulteriormente avvelenati dai liquami della discarica.
Mille ricette, mille tentativi. Ogni volta sembra che si sia ad un passo dalla soluzione finale, basterebbe fare un paio di altri pozzi o attendere i risultati di nuove analisi. E invece, ogni volta manca qualcosa per avere la scusa per buttare la palla in tribuna, per attendere che si completi uno studio, per chiedere tempo per spostare il momento nel quale il gestore proprietario della discarica, che la legge individua come “soggetto responsabile”, spenda tanti soldi per bonificare davvero.
Risultato: «Una mera rendicontazione delle indagini finora svolte»
Sul tavolo dell’incontro del 30, era arrivato un documento tecnico, redatto a cura della Ecoitalia 87, che in teoria doveva descrivere nel dettaglio il cosiddetto “Modello concettuale preliminare”, un elaborato cioè, che descrivesse minuziosamente la complessità del lavoro da fare per stabilire regole ben precise per poi passare (finalmente) all’azione.
Che fosse abbastanza scarno e per lo più descrittivo del passato piuttosto che fornire risposte per il futuro, lo avevano capito prima di tutti le associazioni ambientaliste presenti in Conferenza e gli uffici comunali, ma è stata la stessa Arpa Lazio a bocciare sonoramente il lavoro presentato, etichettandolo come “una mera rendicontazione delle indagini finora svolte”.
E chiaramente una conferenza dei servizi partita male, viziata inesorabilmente da questa enorme lacuna non poteva arrivare lontano, nonostante le accorate parole del sindaco che a inizio e fine conferenza hanno tentato, invano, di spingere sull’acceleratore.
Durante la riunione il responsabile del procedimento del Comune pone come termine ultimo per chiudere i lavori sull’Inviolata con le indicazioni di Arpa il 20 luglio, e nasce l’idea di formare un tavolo tecnico che permettesse di puntualizzare meglio il percorso da intraprendere. Corretto, sicuramente, ma nessuno però poteva immaginare che Arpa Lazio, Regione ed Ecoitalia 87, si accordassero per fare fuori il Comune (sul tema il box qui a fianco).
Dopo tanto lavoro, il 20 luglio arriva quindi il documento tecnico dove vengono evidenziati sei punti, sei azioni da dover intraprendere per salvare il salvabile e cercare di limitare la diffusione dei veleni che quotidianamente fuoriescono dalla discarica dell’Inviolata esaurita. Ma senza uno straccio di cronoprogramma, una data di inizio o di fine, un orizzonte temporale che possa far sperare i cittadini. Nulla di nulla, zero assoluto.
E a far pensare male che ci sia stata una volontà di far fare melina e allungare più possibile i tempi, sono i toni della lettera arrivata da Ecoitalia il 20 luglio: ammissione totale che il documento presentato un mese prima fosse fuffa totale. Nessuna contestazione di quanto scritto da Arpa, accondiscendenza piena alle mancanze evidenziate, tantissime frasi del tipo “si concorda con quanto rappresentato dall’Ente di controllo”. Appare evidente quindi che l’appuntamento del 30 giugno sia stato visto dal gestore della discarica come un ennesimo trampolino per saltare avanti di altri mesi prima di provvedere come la legge prescrive.
Massimo riserbo, al momento, su come la pensi Lombardo a riguardo. E’ molto probabile che l’avvocato, anche confrontandosi coi tecnici comunali, abbia consapevolezza del clamoroso mancato invito al tavolo tecnico, della evidente ben poca fretta di Ecoitalia di chiudere la partita e del completo fallimento nel cercare di dettare tempi e modi della bonifica. Nessun comunicato stampa, nessuna posizione ufficiale a riguardo, ma solo tanti spifferi dal corridoio di Piazza Matteotti, che ritengono imminente una lettera a Regione Lazio e Arpa per cercare di mettere una pezza alla situazione e farsi promettere un vero e proprio cronoprogramma. E non sarà facile farlo rispettare. © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb