L’ESORDIO? NEMMENO ESAMINARLO quel «Ora è il momento di somigliare alla gente che ci vota», sollecita la sensazione di un vagone di buoni propositi privo di ogni binario. Più un auspicio che altro, autore Daniele Bongi, neoeletto segretario cittadino unitamente al direttivo dai delegati al congresso Pd di Guidonia Montecelio, la città più grande della provincia di Roma, 100.000 abitanti, la terza del Lazio dopo Latina. Qui, nel 2022 (ultime elezioni amministrative) il PD elesse 3 consiglieri comunali.
L’assemblea si è riunita ieri mattina a distanza 10 anni-luce dalla precedente; autunno 2014 l’analogo appuntamento più recente. Chi accetterebbe misurarsi oggi con lo slogan dell’epoca “Occupy Pd”, per raccogliere in tutto il voto di ventidue associati?
Quantità a dimostrazione del fatto che il Pd ignora completamente la fisionomia dei pochi elettori residui (nelle amministrative del 2022, 27,45% l’affluenza al voto del ballottaggio tra candidato di destra Forza Italia vs candidato di destra Fratelli d’Italia; risultato, eletto sindaco Mauro Lombardo, Fratelli d’Italia, con il sostegno determinante del Pd).
Chissà se Bongi, ammaestrato dall’esperienza (non dei predecessori, dato il tempo trascorso praticamente non ne ha avuti), quando parla della «gente che ci vota» abbia individuato le correzioni necessarie al divenire del partito democratico come lo intende Eddy Schlein.
Ne deriva che il benaugurio «Ora è il momento di somigliare alla gente che ci vota» deve essere accompagnato da approfondimenti e precisazioni. Che riguardano l’autonomia innanzitutto decisionale del partito e le sue scelte politico-strategiche.
Tradotto, per questo gruppo dirigente del Pd vuol dire scegliere: o «gestire» rimane la parola d’ordine, oppure, al contrario, i democratici scelgono una linea politica che faccia dell’aggiornamento della Città-del-nord-est – che qualcuno ha trasformato in un prodotto di marketing – l’antidoto contro la Capitale e la Regione e per come i loro governanti, seppure degli stessi partiti, intendono le periferie, prima e seconda,
Il Partito democratico deve tornare a rappresentare categorie economiche e sociali dalle quali ricavare le energie necessarie a ristabilire un determinato ordine di servizi e priorità. Basti citare la sanità.
Si è fatto cenno all’autonomia decisionale. Del partito guidoniano (ma non solo). Del quale dovrà essere difesa l’autosufficienza. Un richiamo causato dal fatto che il segretario appena eletto, il segretario provinciale, il capogruppo consiliare, sono tutti funzionari della Regione Lazio, e dipendono direttamente full time da Daniele Leodori, il segretario regionale successore di Bruno Astorre. Sarà una bella partita.
LA COMPOSIZIONE DEL DIRETTIVO CITTADINO: Francesco Agosti, Annalisa Bernardini, Kevin Bernardini, Patrizia Carusi, Matteo Castorino, Annarosa Cavallo, Matteo Galeatafiore, Marcello Manni, Alessia Molinari, Mauro Polinari, Pino Saccá, Rita Salomone, Leandro Santarelli, Francesco Silvi, Ventura Mario Angelo, Marco Fioravanti (Segretario Giovani democratici) ed Emanuele Di Silvio (Capogruppo consiliare). @RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb