LA “NUOVA” IMU SULLE CAVE SARA’ DI 35€/MQ. Ma forse anche no. Visto che i contraenti, scavatori e amministrazione comunale di Guidonia Montecelio sono già passati per la cifra di 28€, che dopo essere stata concordata è rientrata nell’archivio. Per cui – se il Consiglio comunale approverà la proposta di delibera – le aziende verseranno 10€ in più di quanto si proponeva Michel Barbet, il sindaco grillino capo della «peggiore giunta di sempre» come finemente l’appellava il trio Cerroni-Lombardo-Morelli, vertice della civica «Guidonia Domani».
In «soldoni», Barbet aveva reso nota la cifra ricavata da Alberto Marongiu, il professionista incaricato di aggiornare la tariffa-IMU. E i padroni delle cave avevano risposto con il parere positivo. Filippo Lippiello, il loro rappresentante, aveva addirittura invocato l’immediata applicazione sic e simpliciter dell’imposta.
A quasi due anni di distanza da quella fase, la materia è tuttora regolata dalla tariffa oggetto della deliberazione n. 23 del 16 maggio 2007 approvata dal Consiglio comunale di centrosinistra; sindaco, Filippo Lippiello della Margherita. Valore dell’IMU: 54,67€/mq.
Senonché, uguale periodo, il 10 settembre 2008, lo stesso primo cittadino revisionò l’atto del 2007, per approvare una seconda delibera, la numero 174. Che stabiliva l’ICI (dati i tempi) a 7,82 euro. Una decisione della sola giunta comunale, quindi incompleta nella procedura nonché illegittima nella sostanza, data la mancata approvazione del Consiglio come d’obbligo.
Un rilievo ribadito nel dossier (una sessantina di pagine) fornito dalla «Creta srl», “Centro di ricerche per l’Economia, il Territorio e l’Ambiente” di Bologna, enti composti dai tre «saggi» individuati da Cristina Zizzari, dirigente dell’Urbanistica cittadina, firmataria della determina dirigenziale numero 22 del 21 marzo 2023. Compito, stabilire un’imposta IMU per le cave diversa da quella di Alberto Marongiu.
“Direttiva” della quale i 3 studiosi della “Creta” (professori universitari in pensione) non potevano assolutamente tener conto, poiché i parametri di riferimento non potevano distinguersi tra l’uno e l’altro studio a meno di non trasgredire la normativa.
La conferma a cura dei tre saggi: «Dopo avere acquisito una adeguata conoscenza delle caratteristiche dei beni oggetto di stima – la premessa –, nella perizia oggetto di approvazione, sono state condotte più ricerche volte ad individuare i c.d. comparativi. I filoni di indagine sono stati rappresentati da:
a) gli atti di compravendita di aree utilizzate per la coltivazione del travertino;
b) le perizie prodotte nell’ambito del contenzioso sviluppatosi nel corso del tempo fra i proprietari delle aree di cava di travertino e l’Amministrazione Comunale di Guidonia Montecelio;
c) la ricerca di eventuali ulteriori perizie di stima elaborate in contesti diversi.
Difficile individuare quali altri «filoni di indagine» possa aver individuato Marongiu. Nessun altro probabilmente, i medesimi indicati dalla «Creta srl» e non altri. A conferma, la sostanziale analogia dell’imposta IMU tra le due conclusioni (va inoltre precisato che Michel Barbet apportò qualche ritocco alla tariffa).
Altra conferma della giustezza della linea-guida sul valore della cifra, il conclamato rifiuto dei professori a “imbarcarsi” in un confronto tra le due delibere (Consiglio e giunta) e quindi sulle somme. Come se dovessero dimostrare la loro estraneità a quel 7,82€, non valido a causa, sottolineano, del mancato esame da parte del Consiglio comunale.
Significativa la differenza del compenso. Marongiu 25.000€, la «Creta srl» 40.000. In totale, per ridurre la tariffa dell’IMU sulle cave di travertino, il Comune di Guidonia Montecelio ha speso 65.000€. E non ha ancora risolto il problema.
L’individuazione del successore di Marongiu da parte del Municipio, prima ancora di vederlo all’opera, costituì un «Ottimo risultato» per Michele Venturiello, civico di Forza Italia; «Profonda soddisfazione» per Mario Lomuscio, PD, secondo il quale la proposta andava ritenuta «uno strumento che possa rappresentare un ampio respiro per l’Amministrazione (?)». Dopo l’applauso di Lomuscio ad assessore e uffici, la parola a Mauro De Santis, civico d’origine, il quale concordando con gli interventi che l’hanno preceduto, evidenzia la difficoltà nella scelta operata (?). «Pienamente favorevoli» i civici Rocco Cisano, Tommaso Carnevali, Mirko Sotorino.
Non fosse bastato l’accaduto in aula, l’altro protagonista Adalberto Bertucci (Fratelli d’Italia) la sintonia con i padroni delle cave l’aveva già disposta personalmente, grazie all’intemerata di metà giugno 2022 contro la TreEsse Italia, concessionaria del Municipio, rea di aver chiesto ai travertinari il versamento dell’Imu per gli anni 2019-2020-2021. «Tutto assurdo, tutto inaudito – il giudizio del politico –: è un colpo che rischia di essere fatale ad un settore già particolarmente provato». Non pagare le imposte per non morire?
Del tutto aderente al momento, la valutazione di Alberto Cuccuru, ex assessore al Bilancio, protagonista per tale motivo di gran parte quanto hanno prodotto i «tre saggi» bolognesi.
Dice l’ex (Cuccuru è privo di ogni incarico politico-amministrativo, una sorta di ringraziamento del PD): «Non v’è dubbio che 54 euro fosse una tariffa eccessiva (tanto più ora, che, per decisione della Cassazione, “tutta” la cava va tassata alla stessa cifra, non c’è più la distinzione tra “buca” e “contorno a valore agricolo”, ndr), mentre la tariffa di 7,82€, non andava nemmeno esaminato. Il lavoro della «Creta srl» è stato sicuramente corrispondente alle attese della città, l’imposta di 35 euro sicuramente aderente alle caratteristiche del settore».
Ma conoscendo quel che i padroni delle cave hanno messo in discussione dall’estate del 2018, non è fuori luogo domandare se accetteranno concordi con l’amministrazione comunale la tariffa di 35€/mq? Sembra proprio di no.
Voci provenienti direttamente dall’interno del comparto produttivo consigliano infatti di non scommetterci su. «Non si capiscono questi comportamenti – è l’esordio di un addetto –. Con il sindaco ci siamo seduti attorno a un tavolo per tutto il tempo necessario a trovare una soluzione. La tariffa di 28 euro da approvare in Consiglio comunale, corrisponde a quanto concordato, la cifra sulla quale abbiamo trovato la quadra. Scoprire ora che l’assemblea cittadina dovrà votare la proposta di 35 euro non ci convince davvero». © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb.pdf