di TOMMASO VERGA
E’ PUBBLICO IL TANTO atteso parere bis del ministero, richiesto dalle opposizioni consiliari di Guidonia Montecelio. Per memoria, si ricorderà che oggetto della diatriba è Davide Russo, vicesindaco e assessore alla Legalità e alle Attività produttive di Guidonia Montecelio. Contro di lui, le minoranze al monocolore del sindaco Michel Barbet mosse accuse di incompatibilità tra i titoli e di aver dichiarato il falso. Verdetto: nessuno dei due.
«Sentenza» sulla quale riponevano le attese anche alcuni grillini. In testa presidente del Consiglio e vice. Tutti delusi. Come si vede nell’immagine, il secondo responso è esattamente identico al primo: nessuna incompatibilità (né, tantomeno, ineleggibilità, come qualcuno ha teorizzato, ignorando o facendo confusione sulla mancanza di requisiti, che, nell’eventualità, non si deve a un singolo Comune ma a tutto il territorio nazionale).

Davide Russo

Comunque, partita chiusa. Davide Russo può (deve) rimanere assessore e vicesindaco a Guidonia Montecelio visto che, secondo il bis della prefettura, l’incarico non confligge con quello di consigliere comunale a Bronte, luogo natio in provincia di Catania. Al momento, si ignora se gli eletti locali richiedenti il bis siano orientati a richiedere un terzo parere.
Non ci si stupirebbe davvero. Basta esaminare quanto messo in mostra dagli «investigatori del parere», alla ricerca di un pronunciamento – il bis ottenuto appunto – che sconfessasse il pregresso. Con un ulteriore motivo ostativo sul quale i protestanti avrebbero dovuto riflettere accuratamente: l’impossibilità di ottenere un esito a favore, del tutto escluso dato l’ordine delle cose. Con i precedenti che non suffragavano l’attesa. Non si comprende quindi la pervicacia messa in mostra se non in termini di «dispettucci politici». A meno che non sperassero in un pronunciamento del ministero che sconfessasse quello anteriore del medesimo ministero. Un unicum che avrebbe fatto «dottrina». E messo in moto la Transiberiana dei pareri contrastanti.
A questo punto, anche se qualcuno continuerà a scrivere «non c’avete capito gnente», con il «caso è chiuso», si pongono seri problemi di compatibilità a più di un rappresentante dell’amministrazione comunale e del movimento 5stelle: compatibilità di appartenenza politica, compatibilità di funzioni, campatibilità di rappresentanza.
Aver attraversato una fase a dir poco burrascosa per il movimento 5stelle, potrebbe rivelarsi un beneficio per il governo della città. Se dalla crisi riuscirà ad uscire nella consapevolezza che è necessario far chiarezza all’interno del gruppo consiliare e della giunta, onde ripristinare un dialogo permanente con i guidoniani, come da promessa precedente le elezioni dell’11 giugno del 2017. Discorso diverso invece per Angelo Mortellaro e Laura Santoni, presidente il primo e vice l’altra del Consiglio comunale: si vedrà se modificheranno le iniziali reazioni ultimative fondate sull’allontanamento di Davide Russo, in conseguenza della decisa smentita delle loro tesi da parte del ministero. Interrogativo che investe anche Claudio Zarro, che appare il più deciso a mollare gli ormeggi dai 5stelle.
Un’ultima «dedica» alla leghista Arianna Cacioni, che su un «caso» di mastodontico rilievo, ha scomodato persino William De Vecchis, un parlamentare della Lega, così distraendolo dai suoi impegni a Palazzo Madama. Glielo dirà che tutto si è rivelato una bollicina di sapone?