Dopo il Partito democratico, Forza Italia e il centrodestra; l’analisi sull’esito dell’appuntamento elettorale si concluderà con il Movimento 5stelle. Per un errore nostro, non è stata pubblicata la composizione del Consiglio comunale di Tivoli. Recuperiamo ora, unitamente a quello di Guidonia.

Che comprende una sorpresa. Nel riconteggio dei voti, il Partito Democratico perde un seggio, a favore del Movimento 5Stelle: esce Rita Salomone, entra Giuliano Santoboni per i ‘grillini’.

IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE DI TIVOLI
Sindaco
Giuseppe Proietti (Civico)
Maggioranza
Damiano Leonardi, Irene Marinucci (Nuova Storia)
Andrea Napoleoni, Maria Rosaria Cecchetti, Stefano Pacifici, Marta Passariello (Progetto Tivoli)
Gabriele Terralavoro, Riccardo Luciani, Emanuele Di Lauro, Fabio Attilia (Tivoli Mia)
Maurizio Conti, Simone Cavallo (MTivoli Terme)
Nello Rondoni (Insieme)
Alessandro Baldacci (Cambiamo)
Gianni Innocenti (WTivoli).
Minoranza
Manuela Chioccia, Alessandro Fontana, Laura Di Giuseppe, Sergio Semproni, Stefania Virgulti (Pd)
Sonia Di Giorgio (Tivoli Futura)
Laura Cartaginese, Alessandro Petrini (FI)
Massimiliano Iannilli (Città in Comune)
Carlo Caldironi (M5S)

IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE DI GUIDONIA MONTECELIO
Sindaco
Eligio Rubeis (Forza Italia)
Maggioranza
Marco Bertucci, Anna Maria Vallati, Stefano Sassano, Gianluigi Marini, Veronica Cipriani, Marianna De Maio, Michele Venturiello, Andrea Mazza, Alberto Morelli (FI)
Augusto Cacciamani, Antonio Tortora (Ncd)
Paolo Giammaria, Silvia Mazza (Civica Rubeis)
Aldo Cerroni (Civica Aldo Cerroni sindaco)
Alessandro Messa (FdI)
Minoranza
Domenico De Vincenzi, Patrizia Carusi, Emanuele Di Silvio, Simone Guglielmo, Paola De Dominicis
Rocco Cisano (Futuro Comune)
Sebastiano Cubeddu, Serenella Di Vittorio, Giuliano Santoboni (Mov. 5Stelle)

FORZA ITALIA, TRA LE MACERIE E’ NATA UNA STELLA

di TOMMASO VERGA

Nel centrodestra tiburtino gode soltanto Sandro Gallotti

A Tivoli Forza Italia è un cumulo di macerie. Affermazione cruda, ma non diversa dalla realtà. Residui accumulati negli anni, non solo recenti, ma definitivamente certificati dal risultato elettorale. Solo Sandro Gallotti, ex primo cittadino, non nasconde la soddisfazione per l’accaduto. Buon per lui.
Alle Europee, i berlusconiani tiburtini avevano colto il 16%, simile al valore nazionale. Risultato pressoché analogo al primo turno delle comunali. Poi, al ballottaggio, l’elettore forzista ha scelto Giuseppe Proietti, risultando quindi decisivo per l’affermazione del candidato civico.
Il quale non è detto non possa rappresentare l’ancoraggio futuro per un elettorato deluso e stufo della continua ininterrotta bagarre interna (per memoria: cinque anni fa Sandro Gallotti venne designato da Eligio Rubeis, all’epoca nominato ‘commissario’ del partito cittadino). Oggi, a Tivoli, Forza Italia è formazione del tutto residuale, priva di identità, che, per non perire, s’è aggrappata alla simpatia personale di Laura Cartaginese, come s’è visto comunque insufficiente a risollevare il partito. Continuare l’analisi è superfluo, a meno di non voler ricorrere al gossip politico, addentrarsi nei meandri di una lite della quale si è perduto persino il motivo iniziale, il giudizio può terminare qui. Dato l’assunto, è davvero impossibile oggi immaginare una qualsiasi prospettiva per FI tiburtina.

A Guidonia Montecelio Eligio Rubeis vince tra la cittadinanza

A Guidonia sbaglia chi si soffermasse solo a confrontare il risultato cittadino con quello generale del centrodestra. Non perché l’argomento non abbia dignità. Ma potrebbe portare a conclusioni sbagliate. Perché è vero che nella ‘città dell’aria’ i risultati, in particolare di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, sono andati in controtendenza, oltre le più rosee previsioni. Ma il ‘motivo forte’ è che l’elettorato ha prima di tutto promosso il sindaco uscente. La cittadinanza – in non piccola misura anche chi non si identifica nello schieramento berlusconiano – ha considerato Rubeis ‘il sindaco’, in un processo identitario che ricorda altri tempi, altre stagioni politiche. Per di più in una fase non favorevole al centrodestra.
Si osservi la portata dell’affermazione di Eligio Rubeis. Il sindaco bissa il mandato (è la prima volta che accade), con la differenza di 13 punti rispetto a un avversario di centrosinistra surfista sull’onda renziana. Sarebbe bene che in tutta la minoranza e in tutta l’opposizione – in una città dove non sempre le qualifiche coincidono – ci si interrogasse sui caratteri ‘profondi’ della sconfitta. Solo così, a tempo debito, potrà tornare a partecipare. Né Beppe Grillo né Matteo Renzi risolveranno il problema. Con Forza Italia ‘nazionale’ che si presume sosterrà l’ultimo bastione rimastole.
Per parte sua, conquistando a così pieno titolo la leadership, il sindaco è in condizioni di difendere il proprio operato e le proprie scelte respingendo le ambizioni di quanti nel suo partito e nella coalizione aspirano al ‘posto al sole’. Oggi, solo un ‘suicidio politico’ di Rubeis può riaprire la partita.

Per Marco Bertucci la contesa si chiude in deficit (Francesco non ha aiutato)

Si prenda il primo eletto di Fi, Marco Bertucci. Prima era un seggio in Europa, poi alla Regione poi in Parlamento, un cambio di casacca per saldare ambizione e obiettivo. Alla fine, altri cinque anni dietro le quinte. Con un solo alleato in Consiglio comunale (viene da sé il parallelo con Alessandro Fontana, primo eletto del Pd a Tivoli, altro solitario raccoglitore di voti).
Manifesti, vele, annunci. I toni ambientalisti, ‘verdi’, su tutto, ma nemmeno un cenno alla discarica e al Tmb. Una campagna elettorale, quella di Bertucci, tutta giocata sul nome (Guidonia è un Comune di figli di papà) e sulle proprie qualità, distinte dal partito e dal sindaco. Neppure Forza Italia antica maniera avrebbe adoperato Papa Francesco per attrarre voti. Non certo un punto d’onore (di spregiudicatezza semmai). Una scelta che disturba. Non solo i cattolici. Poi l’endorsement a favore di Domenico De Vincenzi (“Una persona che stimo”), la copertina dell’house organ che invita a non andare al mare ma a votare, con le foto par condicio del piddino e di Rubeis. Tutto durante la corsa al ballottaggio.
Ugualmente per par condicio va riportato un battibecco che la dice lunga sulle ‘qualità’. Con De Vincenzi. Oggetto: chi ha il merito – merito? – di aver portato a compimento il trasferimento della Asl presso l’Italian hospital group (quindi a chi deve andare il consenso elettorale)? Per Marco Bertucci il centrodestra cittadino; per l’altro Nicola Zingaretti. Nemmeno una parola al milione di euro l’anno che si spende in canone d’affitto (poi, quando arriverà l’indagine – verrà, verrà… -, qualcuno si attribuirà il merito di averla sollecitata…).
Lo stesso tema introduce, in conclusione, la campagna elettorale degli alfaniani. Formazione oltremodo ‘ambiziosa’. Che hanno portato a Guidonia la ministra Lorenzini. Quale migliore occasione per chiedere lumi, per suggerirle di prendere una qualche iniziativa su un affare non solo oneroso ma ‘antipatico’ (il milione è sottratto alle cure degli ammalati), discutibile assai nelle modalità e nelle procedure attuative. Non hanno detto/fatto nulla. In tempi di spending review, specie per la spesa sanitaria e farmaceutica, l’argomento avrebbe indubbiamente avuto forte presa sull’elettorato. Chissà perché l’hanno ignorato.
A fronte, gli elettori di Guidonia Montecelio. Che hanno cambiato verso. Sparigliando attese, previsioni, sondaggi. Ora tutto è affidato a Eligio Rubeis. Che, diversamente dal passato, non potrà soprassedere, rinviare, invocare attenuanti causate dalle beghe interne al suo partito. La città ha bisogno di un progetto. Non di piazzette da 100mq costate 20 mila euro o di girogirotondi, men che mai dell’ennesimo edificio utile ad arricchire personaggi che l’hanno massacrata, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia locale. E che continuano ad agire impuniti. Ecco: la legalità, cornice dentro la quale proporre un progetto ambizioso, che coniughi sviluppo con progresso. Infine, di prammatica, gli auguri. Da chi non cambia verso.