di TOMMASO VERGA
«NON E’ STATO POSSIBILE CONTINUARE, non c’erano più le condizioni. Però non voglio fare polemiche».
– Lei è stato un dirigente di vaglia, in Campidoglio il giudizio nei suoi riguardi non è stato certamente negativo (a Roma, Carlo Alberto Pagliarulo era viceragioniere generale, oltreché presidente dell’Acsel Associazione cooperazione e sviluppo enti locali).
«Cosa vuole che le dica… conosco la pubblica amministrazione, so come fare i conti, come si fa un bilancio. A Guidonia Montecelio debbo dire che mi è stato impedito. Dalla “politica” e dalla dirigenza, a cominciare dal segretario generale per finire con il vertice del mio ufficio. Ognuno avrebbe dovuto fare la propria parte, non è stato così. Oltretutto non mi venivano fornite le indicazioni utili, comprese quelle tecniche, non è stato possibile andare avanti, meglio smettere qui».
– Comprendo il suo stato d’animo…
«No, niente di ciò, anzi: mi sento sollevato».
Breve ma fruttoso lo scambio con Carlo Alberto Pagliarulo, il decimo assessore che a 30 mesi dalla elezione lascia la zattera di Michel Barbet e di Guidonia Montecelio. Non uno stato d’animo ma un diffuso malessere che riporta al sindaco, a quella che inizialmente poteva passare per difficoltà che ora però invece si mostra per incapacità persino di saper reggere l’ordinaria amministrazione: dirigenti che vanno aldilà dei compiti istituzionali, la politica (lui) che reagisce tenendo conto soltanto degli interessi di partito (il proprio) e del suo personale «cerchio magico». Come i predecessori. La soluzione? le dimissioni. A livello record. Però ne manca una.
Travertino: Pagliarulo non intende parlarne. Però, a colmare il vaso traboccato ora, il «regolamento» per le cave di travertino, la rateizzazione dei 27 milioni di imposte arretrate distribuiti in 70 rate mensili, che il Comune di Guidonia Montecelio anziché incassare ha deciso di sistemare nelle modalità previste nel «regolamento».
Un elaborato che Carlo Alberto Pagliarulo conosceva ma che nel Palazzo si sostiene avesse soltanto letto, senza aver «messo becco» nella elaborazione e nella stesura. Le quali, si ricorderà, erano state facilitate con il ricorso ai «buffi» dei locatari delle case popolari. Una «formula» utilizzata per far passare il «monte» dei 20 mila euro, mascherando a questo modo l’assenso alla richiesta delle aziende. E’ finita così, la corda che teneva Pagliarulo legato al Comune di Guidonia Montecelio non ha retto oltre, tirata da Barbet fino a spezzarsi.
Con questo abbandono, la città perde il secondo assessore al Bilancio dalle elezioni, 30 mesi fa: Carlo Alberto Pagliarulo segue Alessandro Alessandrini.
Un’uscita di scena che porta il totale delle dimissioni a dieci. Soltanto nei quattro mesi del 2020 se ne sono andati Manuela Bergamo (che Barbet non è riuscito a sostituire, ricorrendo alla formula del «responsabile dell’Ambiente» – chissà dove ha scovato la dicitura), e, appunto, Pagliarulo.
I «predecessori» in uscita dalla giunta di Michel Barbet: Paolo Aprile, Romina Polverini, Tiziana Guida, Marco Colazza, Agostino Bultrini, Antonio Castellino, Adriana Calì, Alessandro Alessandrini, Manuela Bergamo e Carlo Alberto Pagliarulo. Sarebbe il caso che il numero 1 ne prendesse definitivamente atto.