(t. ve.) MATTEO CASTORINO E’ STATO eletto ma Michel Barbet ha perso. Il candidato voluto dal sindaco è il nuovo capogruppo del movimento 5stelle a Guidonia Montecelio. Con sette voti a favore (incluso il suo) sulla dozzina di consiglieri comunali del partito. Tra i quali, Claudio Caruso non si è proprio fatto vivo mentre Lorena Roscetti* ha rifiutato di votare sollevando l’obiezione sulla mancanza di democrazia.
In sostanza, su Matteo Castorino è immeritatamente confluito l’acuirsi delle divisioni nel movimento, una ferita che non appare destinata a rimarginarsi. Perdurano infatti le incursioni del sindaco e del suo «cerchio magico» contro parte del gruppo consiliare. In altri tempi, si sarebbero definiti «scontri sulla linea politica».
Diversità accentuate, che Michel Barbet non sembra interessato a ricomporre. Nel movimento 5stelle di Guidonia Montecelio si direbbe che l’unica vera attesa riguardi l’ora del repulisti finale, la separazione tra chi rimane e chi sta fuori, per scelta o per motivi disciplinari.
Un sistema che Matteo Castorino conosce molto bene. Ma che ora dovrà esaminare da tutt’altra angolazione. La funzione di capogruppo non si traduce in acconciarsi. Il neoeletto sarà obbligato a scegliere, a definire orientamenti degli eletti del suo partito, a discutere sulle soluzioni. Tutt’altro che semplice.
25 anni tra un paio di mesi, iscritto alla facoltà di Filosofia alla Sapienza, trascorsi politici in Rifondazione comunista, iscritto all’Anpi (l’associazione partigiani) di Guidonia Montecelio, il candidato di Michel Barbet succede a Giuliano Santoboni, in carica dall’inizio della consiliatura, del quale si ignorano i motivi delle dimissioni, non un atto esplicito a indicare le cause dell’abbandono.
Dopo l’eletto si è «piazzata» Laura Alessandrini seguita da Anna Checchi. Per protesta, come riferito, non ha preso parte alla «conta» Lorena Roscetti, contestando l’assemblea accusata di mancanza di democrazia. Quello del rapporto interno è problema che il movimento 5 stelle (non soltanto nella città) non appare in condizione di affrontare. In città, a cominciare proprio dal sindaco, neanche ricorrendo alle frustre regole della «fedeltà» e della «linea di partito».
Diversamente dalla Roscetti, Claudio Caruso non s’è neppure presentato. Le ragioni si dice verranno affidate a un comunicato stampa che riepiloga a giudizio del «movimentista» pentastellato le «mancanze» nella organizzazione, nelle scelte e nelle rappresentanze a Guidonia Montecelio.
A quanto risulta, dopo il defenestramento del vicesindaco Davide Russo, assessore alla Legalità, Claudio Caruso aveva chiesto la delega, che invece Michel Barbet ha voluto tenere per sé a mo’ di fiore all’occhiello, ma in concreto di puro annichilimento quasi per far dimenticare atti sulla Legalità a Guidonia riepilogati nella cronaca dei quotidiani. Materia scomparsa dall’agenda politica: il sindaco ha ben altro cui pensare.
- La consigliera Lorena Roscetti precisa che il suo «non voto» è dipeso dal fatto che il sindaco – oltre che votare – ha formulato la proposta del nominativo del nuovo capogruppo: proposta a suo giudizio inopportuna, irrispettosa dei ruoli, contraria alla libera scelta dei consiglieri comunali, non condizionata dall’alto.