«La forza sia con te», un incitamento «cristiano» per Barbet

di TOMMASO VERGA
«SFIDUCIATO», agg.: «che ha perduto ogni fiducia, avvilito, scoraggiato»; oppure? «dicasi di esponente di partito quando i suoi supporter perdono ogni fiducia in lui». Qual si voglia l’interpretazione, è un fatto che per decidere, il gruppo consiliare «stelle cadenti»-ex 5stelle abbia adottato la pratica dell’autoanalisi. «Guardarsi dentro» per una decina d’ore venerdì, probabile ne serviranno altrettante oggi.
Il weekend era cominciato con lo scoccar di dita di Michel Barbet: «o accettate le mie condizioni (si conosceranno mai?, ndr) o me ne vado». Gli hanno creduto. Il sindaco quindi non se ne andrà. Per ora. Nemmeno dopo la «coda» odierna. Non è ancora giunto il momento. Che sarà impegnato invece nella descrizione della «giunta civica». «Stelle cadenti» adesso è ufficiale (hinterland da mesi ne scrive) «stelle cadenti». Così facendo, tutto il gruppo consiliare, sindaco incluso, sarà autonomo dal movimento 5stelle, nel quale rimane Giuliano Santoboni (e, almeno sinché sarà deputato del M5S, Sebastiano Cubeddu).
Come si legge in letteratura, l’autoanalisi è qualificata come «metodo per la cura di sé». E tale è la descrizione che si dà della riunione, una ininterrotta ricerca del «posto al sole» dei consiglieri, totalmente ignorati i temi e i problemi della città che Barbet e i suoi amministrano.
Salvo il fulmine a ciel sereno (che i miopi hanno definito tale), dell’incitamento e delle osservazioni a mutare la condizione e le scelte del sindaco e della giunta nell’interesse della città e dei guidoniani. Terreno di scontro preferito da Laura Spinella, la consigliera comunale che stamattina se n’è andata dal Parlamento cittadino, e che, a dimostrazione del suo modello di pensare e di agire, è invece rimasta nel movimento 5Stelle.
«Il mio modo di fare politica è stato sempre discreto ma deciso, focalizzato sui fatti e non sulle chiacchiere – ha scritto Spinella nella lettera di dimissioni –, con fermezza ho preso le posizioni necessarie in difesa del programma votato dagli elettori, posizioni che ho sempre espresso chiaramente all’interno del gruppo di maggioranza, nero su bianco. In questi anni avrei voluto vedere un cambiamento culturale di questa città» è pronunciamento che non necessita di traduzioni. «In questo sogno ci credevo davvero. Il mio unico scopo, come dimostrato in questi anni, era quello di puntare all’interesse collettivo e alle esigenze della città, ponendo le idee, il programma e i progetti davanti a tutto». A confronto, per Michel Barbet, «scrivere un programma elettorale è un obbligo di legge… qualcosa bisogna scrivere – sostiene in una intervista a Tiburno di inizio marzo –. Non dico che è il libro dei sogni ma un po’ lo è. Lo scrivi poi ne cancelli l’80% e cerchi di mettere cose serie». La convivenza con Laura Spinella? Assolutamente improponibile.

Laura Spinella

In termini di numeri, non cambia niente, rimpiazzano le dimissionarie Laura Alessandrini e Laura Spinella (nessuna relazione tra le due uscite), i primi non eletti, rispettivamente, Domenico Gigliotti, 30 voti di preferenza, e Christian Falconi, 27. I mutamenti interesseranno le future «mosse» della «lista civica».
Convengono anche i 5stelle «eretici». La maggioranza politica che ha vinto le elezioni di tre anni fa finisce qui. Interessata a preparasi per il possibile scioglimento del Consiglio comunale tra un anno, in coincidenza con il Campidoglio, in un election day che sosterrebbe non soltanto gli ex grillini di Guidonia Montecelio. A quel momento, per i rimanenti del movimento 5stelle, la lista civica di Barbet e il «Faro» di Paolo Aprile, ci sarebbe ro tutte le condizioni per tentare il nuovo assalto al Palazzo. Una «mossa del cavallo» che contempla l’invio del sindaco attuale al patibolo. Anzi, alla ghigliottina. Per rispetto delle origini. Che appare l’unica interpretazione appropriata.
Perché c’è l’altro leit motiv a musicare i giri della giostra. Al Palazzo comunale è collegato strettamente anche il futuro personale di Sebastiano Cubeddu. Il quale, annusando un clima a lui e al suo partito non più favorevole, ha deciso di farsi rivedere a casa. Da puntualizzare che nel m5S alte e frequenti erano state le recriminazioni sulla permanente assenza del deputato ex consigliere comunale. Cubeddu, nei tre anni di sindacatura-Barbet, non s’era mai fatto vivo. Ora, preda della «sindrome stelle cadenti», appare, prodigo di suggerimenti. Ed è l’«avvenimento vero», principale.
Ultimo tassello del mosaico, il candidato sindaco. Cubeddu e sodali puntano su Elisa Strani, l’assessora alle Cave, alla Scuola, alla Cultura e ai Campi sportivi, una praticante dello studio di Francesco Consalvi, l’avvocato presidente dell’associazione «Giustizia medica», che per € 19.009,4 venne incaricato dalla giunta Barbet di studiare il rientro in house del servizio di nettezza urbana. Del quale è ormai imminente la pubblicazione del capitolato d’appalto.
Siamo al primo atto di una strategia che per i vincitori delle elezioni di tre anni fa, persone e partiti, vuole essere di sopravvivenza. Bisognerà far dimenticare tre anni di governo-Barbet, governo delle «cose serie». Compito improbo. A cominciare dal fatto che occorrerà cercarle. Certamente si troveranno stelle cadenti, pulviscolo da caduta dell’impero.

Consiglieri e faccendieri mettono le mani nei “sistemi” del Comune

Frattanto, in alcuni reparti del Comune regna un laissez faire diffuso. Sindaco, assessori, dirigenti, fanno da spettatori (ma se necessario anche da sollecitatori) a un «modello» che non ha esempi nella storia di Guidonia Montecelio. Tutti i giorni, nell’indifferenza appunto di chi dovrebbe controllare, consiglieri comunali 5stelle sono praticamente in automobilità, trasferitisi autonomamente negli uffici a mo’ di un’occupazione – nel senso di «ufficio occupato» –; qualcuno brontola pure per la mancata ricompensa del lavoro svolto –, nuovi mai-assunti impiegati full time che si «impicciano» dei computer degli impiegati del Comune (leggasi mettere dentro le mani; farsi gli affari loro). Stelle cadenti anche qui.