CHI SEGUE hinterlandweb avrà notato che non pubblichiamo comunicati-stampa. Salvo eccezioni. Eccone una. La ragione si apprende leggendo il documento.

sciopero-scuolaNoi docenti del territorio del 33°, 34°, 35° distretto, riuniti in assemblea il 29 maggio, presso l’auditorium del “Fermi” di Tivoli vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per il futuro della scuola pubblica e il nostro dissenso nei confronti del DDL 2994 detto “La Buona Scuola”, appena approvato dalla camera dei deputati.

Vogliamo protestare contro questa bozza che colpisce lo stato giuridico del personale con la chiamata diretta del DS, la sottrazione delle prerogative degli organi collegiali, le moltissime deleghe al Governo e stravolge la visione educativa presente finora per imporre una visione verticistica e aziendalistica della Scuola.

Vogliamo protestare contro un Governo che ha presentato un progetto di riforma senza coinvolgere chi nella Scuola vive e lavora (vedi le false consultazioni on line), chi si confronta ogni giorno con i problemi reali, con gli stipendi inadeguati, la scarsa considerazione sociale, i tagli al sostegno, la mancanza di stabilità.

Ma al centro di questa mobilitazione non ci sono solo i problemi di chi lavora nella scuola, c’è molto di più: c’è appunto la preoccupazione che il sistema scolastico cambi fisionomia e senso.

Da tempo la scuola pubblica soffre l’assenza di un vero disegno riformatore nel suo significato più autentico.

Le scuole sono carenti di risorse umane, economiche e strutturali. Gli stipendi degli insegnanti sono fermi al contratto del 2007.scioperoscuola_milano

Riformare la Scuola significa mettere mano al futuro del nostro Paese e interventi superficiali e frettolosi in questo ambito rischiano di provocare danni enormi irrecuperabili.

Il DDL minaccia di negare il ruolo fondamentale della Scuola come luogo di formazione e crescita, nel rispetto dei valori costituzionali e della libertà di pensiero e di insegnamento.

La “Buona Scuola” è al contrario la concretizzazione di un binomio che da tempo viene sbandierato: Scuola-Azienda, recependo i consigli forniti da TREELLE, un ente privato sovvenzionato da Confindustria e Banche che propone una scuola asservita ai privati e agli interessi delle aziende.

Del resto non c’è da stupirsi: è lo stesso impianto che il premier sta imponendo a tutto il mondo del lavoro con il Jobs Act e ad un livello più alto alla democrazia del nostro Paese attraverso una concreta sottrazione di poteri alle istituzioni democratiche e sindacali.

Un Paese civile che ha a cuore il futuro della società investe nella Scuola Pubblica, quale motore di uno Stato che persegue il bene superiore dello sviluppo culturale e sociale e non può limitarsi ad applicare regole aziendalistiche volte al raggiungimento di un utile.

Non si accettano riforme “calate” dall’alto ed elaborate da chi non conosce le problematiche della scuola italiana.

La valorizzazione della professionalità non si fa certo “elargendo” 500 Euro per autoformazione ai professori, ma si realizza attraverso il riconoscimento giuridico-economico dei diritti costituzionalmente garantiti, dalla libertà di insegnamento alla giusta retribuzione.

Il flash mob a Piazza Garibaldi ha mostrato la lenta agonia della Scuola Pubblica, la manifestazione del 5 Maggio ha espresso il dissenso verso il Ddl di tanti docenti, genitori, studenti e personale ATA.

In assenza di adeguate risposte da parte del Governo, l’assemblea autoconvocata ha deciso di proporre ai collegi docenti delle singole scuole le seguenti azioni:

Sciopero scrutini;
Blocco delle adozioni dei libri;
Blocco delle attività aggiuntive e dei viaggi distruzione;
Sospensione delle attività del Consiglio d’Istituto.

Nella consapevolezza che questa lotta non sia esclusivamente per i nostri interessi, ma soprattutto per i veri protagonisti della scuola, cioè i nostri ragazzi