di TOMMASO VERGA

Umberto Di Carlo titolare della Tekneko

Umberto Di Carlo
titolare della Tekneko

44 ARRESTATI, 21 indagati, perquisizioni, montagne di danaro e di servitori dello Stato lì ad incassarlo (e, per alleviare il senso di schifo, qualche involontaria umoristica coincidenza: l’Espresso titola “Renzi riparte dalla famiglia”; non si occupi del latte: lo fornirà Salvatore Buzzi…). “Mafia capitale 2” è altrove, non qui, nessun esame di coscienza, dichiarazione, indagini interne ai partiti e sulle cordate (quelle che si ostinano a definire “correnti” oppure “componenti”) che dal vertice scendono sin nelle minime pieghe di iniziative e propositi nelle nostre città. Azioni non necessarie, visto che in questi luoghi non c’è traffico di immigrati, ospitati in splendide case di accoglienza, né di rifiuti solidi urbani.
Luoghi talmente urbani che una cooperativa, la “29 giugno”, capofila dell’impero di Salvatore Buzzi, interdetta per mafia, ricorre al Tar del Lazio per non aver vinto l’appalto a Guidonia Montecelio.
Un fatto presumibilmente inedito nelle cronache nazionali, di sempre. Con un particolare talmente interessante che non si può fare a meno di prestarvi attenzione. Sotto la “29 giugno” – in associazione temporanea d’impresa (Ati) con ”Ecocar” – s’arrampicava l’”Edera”, sino a una settimana fa operante nello stesso ambito e attività. La quale non ha partecipato alla gara per il rinnovo dell’affidamento. Presente invece la capofila.
La consegna dei kit per il porta-a-porta da parte della Tekneko ad Avezzano (da marsicalive.it)

La consegna dei kit per il porta-a-porta da parte della Tekneko ad Avezzano (da marsicalive.it)

In Ati con la cooperativa “Lat” di Firenze, la srl “Paoletti Ecologia” di Fiumicino, la “Ambiente, Energia e Territorio” spa di Ciampino. L’interdittiva antimafia è stata pubblicata il 30 aprile 2015, il ricorso al Tar è del giorno prima, il 29. La scaramanzia non c’entra, più appropriato immaginare che la “29 giugno”, a fronte di obiezioni dei giudici amministrativi, eccepirà la liceità dell’atto formulato in tempi “non sospetti”. Un fioco lumicino, perché – salvo sorprese magistrali – non si capisce come l’aspetto formale potrà superare l’ostacolo sostanziale. Si vedrà in aula, la data dell’udienza non è stata ancora fissata. Comunque un concerto di date, che, considerati i soggetti, dovrebbe consigliare qualche pm ad approfondire.
Per la cronaca, l’appalto – dal quale era stata subito esclusa, “per mancanza delle dichiarazioni sui requisiti morali dei rappresentanti dell’azienda”, un’altra vecchia conoscenza, l’”Aimeri” dei fratelli Pizzimbone, al tempo domiciliata a Cipro, in Ati con l’”Econord” –, se l’è aggiudicato l’Ati “Tekneko” srl-”Fratelli Morgante” srl. Cinque anni, 48 milioni di euro per il servizio di raccolta differenziata porta a porta. Assunti i 134 dipendenti provenienti dalle precedenti società appaltatrici (gli ‘stracci’ non sono volati…), oltre a una decina di impiegati amministrativi che trasferirà a Guidonia Montecelio. Che dovrebbe essere il primo impegno di più grande rilievo della società nata nel 1985. Una serie di ragioni che inducono a pensare la “Tekneko” – di Avezzano, amministrata da Umberto Di Carlo – alla ricerca di una sede in questi luoghi. 300 mila i cittadini serviti tra Abruzzo, Lazio e Molise, circa 500 i dipendenti totali.
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