di TOMMASO VERGA
NE’ BARBET, NE’ LA STRANI: benché i tre l’avessero organizzato insieme, i due se ne sono scordati. Persino l’ufficio stampa del Comune (o del sindaco?) s’è astenuto dal canonico dispaccio. Tanto che la novità è stata diramata da AgCult, l’agenzia settimanale specializzata in temi culturali. Quale novità? Semplice. In entrambi i sensi, per Sebastiano Cubeddu (il terzo del trio), è stata la prima volta. In assoluto (infatti, a 2 anni dall’elezione a Montecitorio, non risulta alcun atto ispettivo) e nel particolare (nulla di Guidonia Montecelio ha mai stimolato interesse o attenzione del deputato). Viste le premesse, inevitabile il tono grigio assunto dal certificato che il 4 giugno il parlamentare 5stelle ha indirizzato a Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali.
Sintesi dell’atto («interrogazione a risposta scritta 4-05902»): le potenzialità del «Museo Rodolfo Lanciani» di Montecelio. Che non risultano soddisfacenti. Cosicché il ministero (leggasi la Sovrintendenza) dovrebbe porre rimedio visto che è il titolare dei reperti. Per mostrare i quali si deve provvedere al «rinnovo dell’autorizzazione al deposito temporaneo dei suddetti beni di proprietà statale».
A corredo della richiesta il deputato 5stelle elenca gli adempimenti risalenti all’assessora Elisa Strani: in particolare, la stipula della polizza assicurativa, oggetto d’un’antica e permanente controversia tra il Comune di Guidonia-Montecelio e la sovrintendenza – inesplicabilmente, il trattino d’unione tra Guidonia e Montecelio correda tutto l’elaborato di Cubeddu, ndr –, accompagnato però dalla richiesta della seconda di installare un funzionante sistema antifurto. Un servizio imprescindibile quando si consideri il valore delle antichità custodite nel «Lanciani»: «tra gli altri, il complesso scultoreo denominato “Triade Capitolina” ed ulteriori n. 878 reperti archeologici» si legge. Mentre dell’allarme l’interrogazione non fa cenno.
Così come dell’impronunciabile schiera di visitatori registrata a fine 2019, un numero che ha consentito al Comune di Guidonia Montecelio di incassare 893 euro. Oltretutto, il «Rodolfo Lanciani» non è associato all’albo degli Istituti culturali regionali, il che gli impedisce l’accesso ai «contributi destinati a migliorare e rafforzare l’offerta culturale».
Siamo nel campo delle omissioni municipali come si vede. Che solleticano la sensazione l’argomento – il museo – sia stato «tirato per i capelli», utile a giustificare la ripresa dei contatti tra Cubeddu e Michel Barbet interrotti all’indomani delle elezioni politiche del marzo 2018 e oggetto di critiche anche aspre nel periodo intercorso.
Un rendez-vous articolazione del disegno che prefigura gli assetti del furo movimento-lista-civica. Assetto fondato sulla particolare funzione di Elisa Strani, l’assessora addetta alle Cave (di travertino), alla Cultura, ai Campi sportivi, ai Consigli al sindaco, nelle intenzioni destinata a soddisfare le esangui aspettative post-Barbet. Che vuol dire, nei due anni di futuro governo di Guidonia (ma che potrebbero ridursi a uno, per approfittare della sinergia dell’election day con in ballo il sindaco della Capitale) tentare di recuperare i consensi in caduta libera. Piroette da Prima Repubblica.
Argomento «tirato per i capelli» s’è detto. Perché quanto a potenzialità e a disegni politici, ben altro e di ben altro peso agita i facitori della politica cittadina. Con le cave di travertino (e null’altro) sull’agenda politico-amministrativa.
Per ciò, da un parlamentare della Repubblica di base a Guidonia, ci si attende il prolungamento delle azioni scelte dal Comune. All’interno d’un elenco contenente le priorità e le convenienze per la città:
– il sollecito al governo nazionale perché rimpingui gli organici ridotti all’osso del tribunale di Tivoli, personale tecnico e amministrativo e magistrati, un deficit aggravato dalla pandemia;
– l’intervento consentirebbe inoltre di far saldare ai debitori la trentina di milioni di tributi assegnati al municipio di Guidonia da plurime sentenze;
– la redazione di un piano per il recupero delle cave dismesse e abbandonate, ovvero, il risanamento del bacino estrattivo;
– il richiamo a chi di competenza (la Regione?, la procura della Repubblica?, esiste ancora la polizia mineraria?) affinché le cave del travertino (quelle che continuano a scavare nonostante la deficienza) provvedano al rinnovo delle polizze fideiussorie;
– il «rilancio» del distretto regionale dell’Aerospazio del quale Guidonia Montecelio è «capitale».

Fatte salve le articolazioni istituzionali, come si vede si tratta di questioni sulle quali si esprimerebbe naturaliter un esponente del movimento 5stelle. Temi che Sebastiano Cubeddu conosce perfettamente (non va dimenticato che a Guidonia Montecelio è stato consigliere comunale) ma che dovrebbe aggiornare quanto a stato, di concerto con l’assessora Strani. Lo scopo, ricarvarne risultati dei quali beneficerebbe l’intera comunità non solo guidoniana.
Così non fosse, dev’essere chiaro che il movimento 5stelle sarebbe colpevole d’una gravissima omissione. Sulla quale si esprimeranno giudizi «scarsamente simpatici» così come alternativi programmi di governo. E non nel prossimo biennio.