“Lo Stato italiano deve bloccare questo progetto di pianificazione urbanistica”
Forse si è a una svolta nella vicenda della ‘lottizzazione Nathan’ a Ponte Lucano. Il ministro Dario Franceschini, rispondendo ad una interrogazione della deputata Ileana Cathia Piazzoni, ha affermato che la questione va rivista, “ne esistono tutti i presupposti”.
La parlamentare (recentemente uscita da Sel, ora nel gruppo misto), il 31 gennaio scorso aveva presentato una articolata interrogazione, nella quale, oltre ad elencare date e delibere del Comune di Tivoli a proposito della lunga e tormentata vicenda iniziata nel 1981, chiedeva se il Mibac non ritenesse opportuno “compiere tutti gli atti e le iniziative di competenza necessarie affinché venga revocata ogni attività di lottizzazione urbanistica ed edilizia in tutta ‘l’area buffer’ del sito archeologico di Villa Adriana”. Piazzoni centrava l’atto principalmente sulla minacciata revoca da parte dell’Unesco del titolo di ‘patrimonio dell’umanità’ rilasciato al sito archelogico e sulla imminente scadenza (al momento della presentazione dell’interrogazione, ndr) dei termini perché il governo italiano rispondesse alle osservazioni e ai rilievi dell’organizzazione protezionista.
Un ultimatum risalente a quasi due anni prima, alla sessione n. 36 del Whc (World Heritage Committee), riunito tra il 24 giugno e il 6 luglio 2012 a S. Pietroburgo. La vicenda della lottizzazione era stata analizzata dall’Unesco che aveva concluso così la propria analisi: «Si richiede, allo Stato membro di informare il Whc in tempo utile rispetto a qualsiasi progetto di sviluppo pianificato nell’area buffer, includendo anche il progetto di sviluppo edilizio del ‘comprensorio di Ponte Lucano’, per il quale deve fornire inoltre una valutazione sull’impatto in relazione al paragrafo 172 delle linee guida, prima di mettere in atto qualsiasi impegno irreversibile». Al termine, il comitato aveva intimato al nostro Paese «di inviare al WHC entro il 10 febbraio 2014 un report aggiornato sullo stato di conservazione del sito».
Di ieri, in commissione, la risposta di Dario Franceschini, netta nell’esame e decisamente benaugurante per le sorti del sito: «Il piano di lottizzazione per il Comprensorio di Ponte Lucano avrebbe un forte impatto negativo sui vari aspetti del patrimonio all’nterno del sito proclamato Patrimonio Mondiale dell’Umanità e sul suo rapporto con il paesaggio che lo circonda, l’area di rispetto, che contribuiscono all’OUV (Outstanding Universal Value, Eccezionale Valore Universale), e su ulteriori valori culturali.
“Portare avanti il progetto è in conflitto con l’articolo 98 delle linee guida della convenzione UNESCO per il Patrimonio Mondiale (…). Comporterebbe il rischio di una decisione del World Heritage Commitee di far collocare Villa Adriana nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo(World Heritage in Danger List) e, in assenza della rimozione delle cause dell’impatto negativo sull’OUV, la sua successiva cancellazione. L’unica possibilità che lo Stato italiano ha per evitare una tale eventualità è di bloccare questo progetto di pianificazione urbanistica.
“In base alle conclusioni emerse dal predetto studio di impatto, il Ministero ha immediatamente convocato riunioni – in corso in questi giorni – dapprima con gli organi competenti del Ministero stesso e immediatamente dopo con gli enti locali interessati, al fine di valutare congiuntamente le implicazioni derivanti dalla presentazione della Relazione suddetta e le conseguenti determinazioni da adottare.
“In vista di tali determinazioni – conclude il ministro –, aggiungo che l’esame dei profili giuridici della vicenda induce a ritenere sussistenti i presupposti contemplati dalla legge n. 241 del 1990 sul procedimento amministrativo per avviare un eventuale procedimento di revisione degli atti fin qui adottati. È appena il caso di osservare che la semplice ipotesi di un inserimento di Villa Adriana nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo o – peggio – di una sua cancellazione dalla Lista UNESCO è del tutto inaccettabile e il Ministero farà quanto occorre per impedirlo”.