di TOMMASO VERGA
CONFERMA: C’E’ UNA DELIBERA. Disponibile sull’albo pretorio del Comune di Guidonia Montecelio. Mutilata. Infatti non ci sono nomi. Che abbia attinenza con argomenti di mafia si ricava da quel che hanno pubblicato i soci dell’Agg, avendo concordato la scaletta nel quotidiano incontro davanti al caffé del mattino. Il nome di Mario Michele Giarrusso viene da loro, è il senatore ex grillino componente della Commissione parlamentare antimafia. Con la specifica che il sindaco di Guidonia Montecelio l’ha querelato. Perché «il post pubblicato nel suo profilo Facebook, il 14 luglio u.s., intitolato “Guidonia Montecelio ovvero dove la legalità non è ben vista”, in quanto lesivo dell’immagine ed onorabilità dell’Ente» recita la delibera.
Un addentellato che i suddetti Agg hanno relegato nelle diatribe interne al movimento 5 stelle. Sottovalutazione grossolana, non fosse altro per la polemica seguita alla pubblicazione del post, e per la nota di Elisabetta Di Maddalena inviata per conto del Cvtr, il Centro per la valorizzazione del travertino romano, a tutti i consiglieri comunali, al sindaco e agli assessori. Potrebbe persino verificarsi che l’ente intenda costituirsi parte civile.
Cosa c’entra il Cvtr? Come detto, “Guidonia Montecelio ovvero dove la legalità non è ben vista”, è il titolo del post. Nel contenuto risiede l’oggetto della lite: l’articolo su hinterland del 13 luglio relativo alle polizze assicurative contraffatte. «Pietra dello scandalo», Davide Russo, con la sua denuncia in proposito del dicembre 2019 alla procura di Tivoli. Cosa ha fatto Michel Barbet, il sindaco di Guidonia Montecelio, a sostegno della battaglia sulla legalità ingaggiata dall’assessore? chiede Mario Michele Giarrusso. Chi ha seguito le vicende conosce la risposta: Michel Barbet ha allontanato il suo ex vicesindaco senza offrire la minima giustificazione alla città. Non una sola parola.
Si profila una «bella partita» come direbbero quelli del bar di sopra. Ad esempio, nella fantasia per ora, scorre l’immagine della sfilata dei testi chiamati a deporre sul «sistema» delle polizze contraffatte, la creme del travertino. Non è escluso che il processo presso il tribunale di Tivoli (superata l’udienza preliminare) possa diventare un «caso» nazionale. Certamente se ne vedranno delle belle. Condite dagli approfondimenti su un’altra mezza dozzina di argomenti. Michel Barbet (a nome del Comune) ha deciso per la querela. Non è detto abbia fatto la scelta migliore.