di TOMMASO VERGA
NE RIMARRA’ UNO SOLTANTO vien da immaginare. Sull’«interporto Stacchini» a Tivoli Terme, tra Giuseppe Proietti e Marco Vincenzi lo scontro è andato oltre le opposte interpretazioni sui destini di quel pezzo di terra. Un effetto che ha trovato radici nel momento topico dell’8 settembre, allorché l’incontro in Regione Lazio non ha dato esiti favorevoli al sindaco di Tivoli. In quella sede, non senza sorpresa, s’è assistito al rovesciamento dell’impostazione sino a quel momento gradita a Palazzo San Bernardino, un’impostazione che, sull’«interporto Stacchini», nelle intenzioni di Proietti doveva semplicemente seguire, pura formalità, il voto favorevole all’atto di indirizzo della giunta dell’8 novembre 2018 firmato dall’assessora all’Ambiente Maria Ioannilli: «Anche se gli equilibri sono cambiati non s’azzarderanno a dirsi contrari» il pensiero della maggioranza multicolore tiburtina, forte dell’«esca» dei 400 nuovi posti di lavoro, unico fregio d’un’eventuale «contrattazione».
LA REGIONE CONTRO PROIETTI. Che non s’è nemmeno accennata. Perché, all’interno dell’audizione promossa dalla Commissione Ambiente della Regione Lazio e dal suo presidente, Marco Cacciatore, su richiesta dell’associazione tiburtina «Ambiente trasparente onlus», i «naturali» storici oppositori del «riesumato» progetto «interporto Stacchini» a Tivoli Terme hanno trovato inaspettatamente dalla loro parte, in termini netti e oltremodo bellicosi, Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica e ai rifiuti della giunta regionale, e soprattutto Marco Vincenzi, capogruppo del Pd della Pisana.
Un’adesione – la seconda – per nulla scontata, tenuto conto che fu proprio l’ex sindaco di Tivoli (succeduto nell’incombenza a Piero Ambrosi) a gestire tutta la fase preliminare per la costruzione dell’infrastruttura per la logistica sui 60 ettari dell’ex polverificio (più i 50 di proprietà pubblica). Tanto che se la srl «Consorzio Interporto Roma est» non fosse fallita, in quell’area i mezzi di trasporto delle merci sarebbero moltissimi, tanti più degli odierni: 1.500 al dì si dice.
Il fatto è che oltre alle riserve sulle modifiche di quel territorio – si pensi alla salvaguardia del «Sic», la zona protetta del sito di interesse comunitario –, il progetto della «Giovanni Stacchini srl» di oggi nulla a che vedere con il permanentemente richiamato, destinazione urbanistica compresa, con quello del «Consorzio Interporto Roma Est» registrato presso lo studio del notaio Giancarlo Mazza il 1° agosto del 2000.
LA «BRETELLA» INVIOLATA-ALBUCCIONE. Perché il nuovo venuto (o è il vecchio riverniciato a nuovo come le brocche del biancospino…) non può certo dichiararsi «il necessario anello di congiunzione tra Nord e Sud nella rete nazionale degli interporti» come si legge nelle motivazioni che portarono alla costituzione del primo.
Per il semplice motivo che, a oltre vent’anni superati, l’anello di congiunzione è sorto a Fara in Sabina, sulla Salaria, in provincia di Rieti, conosciuto come «Polo logistico Roma nord», nell’area industriale di Passo Corese. Il «Polo» si sviluppa su una superficie di 180 ettari con 110mila meri quadrati coperti. E’ provvisto del «nodo di scambio gomma-rotaia».
Il che ridurrebbe il new-old «interporto Stacchini» a un servizietto di «outsourcing logistico» per la capitale (quando «Amazon» sperimenta il recapito degli ordinativi mediante i droni). Ovvero – qualità del lavoro a parte – un ulteriore appesantimento del sistema viario come conosciuto. Perché favore o meno di «Strada dei Parchi» per un altro casello sull’A24, al quale tutti aspirano, a cominciare dai leghisti tiburtini (distante un chilometro da quello del Car…), per il Prusst dell’Asse tiburtino (il Programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio deliberato anche dal Consiglio comunale di Tivoli) il collegamento è già previsto, con la realizzazione della «bretella» tra l’Inviolata e la «rotonda» di Albuccione.
Dopo l’8 settembre, valutando la portata dello «schieramento» contrario, si poteva dedurre che Giuseppe Proietti rinunciasse alla partita, che l’«interporto Stacchini» sarebbe stato accantonato visto quel che ne pensa la Regione. Conclusione dettata dal buon senso che non sembra accettata dal sindaco. Il quale ha confermato la riproposizione in aula della proposta di delibera accantonata l’11 settembre.
MANUELA CHIOCCIA E ALESSANDRO FONTANA, PD: «IL SINDACO GIUSEPPE PROIETTI SI DEVE DIMETTERE»
IL POLICLINICO A CESURNI, la nuova viabilità tra Tiburtina-Marco Simone e Fonte Nuova per la Ryder Cup (già finanziata per 50 milioni); la (inutile) galleria «Curva dei regressi-piazzale Saragat»; il raddoppio della Tiburtina tra Ponte Lucano e Setteville; la Minimetro Tivoli Terme-Tivoli centro: sono i piani di Investimento programmati dalla Regione Lazio. Ai quali si aggiunge l’Alta velocità Roma-Pescara finanziata per 700 milioni con il Decreto Crescita dal governo Conte II. E’ quanto comunica Marco Vincenzi, sottolineando l’affidamento dell’area protetta del Sic (il sito di interesse comunitario all’interno del perimetro di «Stacchini») alla gestione del Parco dei Monti Lucretili, come il Parco dell’Inviolata.
Un insieme di interventi pubblici che, portati a compimento, cambieranno radicalmente le condizioni di vita degli oltre 150 mila residenti della città Tivoli-Guidonia Montecelio.
Una divulgazione particolare quella di Vincenzi, decisamente più «parente» di un manifesto elettorale che di un comunicato-stampa. Il che fa pensare sul serio alla possibilità che il capogruppo del Pd alla Regione Lazio pregusti un ritorno a Palazzo San Bernardino.
D’altronde non si possono sottovalutare i termini decisamente ultimativi assunti da Manuela Chioccia (nella foto) e Alessandro Fontana, i «fedelissimi» di Vincenzi in Consiglio comunale, contro il sindaco Proietti, al punto di chiederne le dimissioni. Un ritorno della politica nella città di Tivoli.