di TOMMASO VERGA
A GUIDONIA MONTECELIO SI VOTERA’ il prossimo anno. Non un volo pindarico, ma il parlottio tra i resti dell’ex movimento 5stelle locale, di quelli terrorizzati dalla eventualità-certezza di scomparire dal panorama politico, così da perdere le prerogative acquisite nei tre anni trascorsi dalle ultime elezioni amministrative. Si intende non soltanto gli scranni occupati in municipio (in Consiglio comunale, nelle commissioni consiliari… i gettoni di presenza) ma in Regione Lazio e in Parlamento.
Parole d’ordine quindi, «sopravvivenza». Insieme a «sinergia». Tempestivamente agendo sui due versanti classici, il consenso e le alleanze. Per questa parte, quella che si profila è una strada obbligata, che tracceranno i vertici romani del Partito democratico e del movimento 5 stelle. I quali, se concluderanno l’accordo per il Campidoglio, intenderanno allargare l’intesa il più possibile. Guidonia Montecelio, la terza città del Lazio, la seconda della città metropolitana capitolina, rappresenterà un soggetto privilegiato.
Gioca a favore del piano non soltanto la preoccupazione di perdere altri pezzi d’una maggioranza non rammendabile – nel caso, non ci sarebbero più nemmeno i «panchinari» non eletti –, ma la consapevolezza che nel 2022, anno della scadenza «regolare», gli ex del movimento 5stelle avrebbero completamente esaurito il bagaglio delle giustificazioni agli elettori che tre anni fa consegnarono la maggioranza dei voti. Mentre, nel 2021, le defaillances verrebbero oscurate da una consultazione dal traino indiscutibilmente «politico», visto che andranno al voto anche Milano, Torino, Napoli e Bologna. Di qui la decisione di partecipare all’agone più ravvicinata.
Quindi, impellente, la necessità di «organizzare il futuro». Assumendo personale, nominando assessori «indigeni» diversamente da come s’è agito sinora. Che, alla pari dell’intelaiatura politica dei dileggiati partiti delle precedenti repubbliche, anche per i 5stelle va costruito: non solo voti, ma clientele, promesse, le un tempo proibite «cordate» e via concorrendo. Tutti aspetti sui quali il movimento di Beppe Grillo a Guidonia Montecelio ha da tempo superato il noviziato. Benvenuti nel «sistema».
Sarà Michel Barbet il candidato che proporrà il prossimo anno il movimento 5 stelle? Oppure, più probabile, l’ambizione seppure peregrina in verità, di mantenersi al vertice della Città del volo, giubilerà il sindaco uscente a favore di un personaggio sin dall’esordio favorevole al «vedremo», a una politica dominata dal compromesso. Cosa che si immaginava di Barbet fino al momento delle «tavolate», in Comune e da «Totarello». Inesperto quanto si vuole ma paragonabile a uno specchio. Affumicato via via che l’avventura politico-amministrativa si è andata consolidando. In direzioni ostinata e contraria al «giuramento» di inizio mandato.
Il «passaggio delle consegne» tra l’ex e il nuovo assessore alle Attività produttive
SCENARIO, un seminario on line, il 22 giugno. Che li vedeva protagonisti entrambi, il reggente e il subentrante. Andrea Saladino il primo (ormai ex assessore alle Attività produttive del Comune di Guidonia Montecelio), insieme con Armando Caponegro (ormai ex componente dell’ufficio di presidenza della Cna: la Confederazione nazionale artigianato a Nord Est della provincia di Roma. A vedere le referenze si direbbe un incarico forgiato sulla competenza. Anche se troppo spesso la politica e la conoscenza sono entrati in rotta di collisione.
L’incontro? Virtuale. «Un seminario on line per condividere riflessioni sul futuro che ci attende alla ripresa delle nostre attività lavorative. Sarà l’occasione per individuare i prossimi scenari, orientarci tra norme nazionali, regionali e comunali che ci cambieranno la vita, senza dimenticare di riflettere sui rischi e le insidie che questo comporta». In sintesi, «Fase 2: ripartenza e credito alla imprese».
Se si fosse previsto l’evolversi delle cose, è assai probabile che «scenario comunale» sarebbe stato cassato. E rinviato a quando della “ripartenza” post fase 1 della pandemia, Armando Caponegro sarebbe stato diretto responsabile. Il 6 ottobre, giorno in cui il luogotenente in congedo dell’Aeronautica ha assunto l’incarico di assessore alle Attività produttive. Sostituendo Saladino.
Di quel che era, per il nuovo componente dell’esecutivo di Michel Barbet, rimane il vorrei essere della pagina Facebook: «non ora… devo ancora decidere che farò da grande» si legge. Pensiero che dovrebbe subito cancellare. Perché produzione, commercio, artigianato, servizi, tre distretti regionali (turismo, lapidei, aerospazio) difficilmente potranno ancora attendere. Sicuramente non proprio oltre il consueto «oltre». Perché si tratta di comparti determinanti per lo «scenario tiburtino», un territorio che va assai aldilà di Guidonia Montecelio. Comparti trascurati totalmente che avrebbero moltissimo da dire non solo in termini di crescita e di ricchezza, ma anche per le finanze pubbliche.
Attività sulle quali il sindaco ex cinque stelle dopo aver «fatto fuori», Davide Russo, l’assessore competente (anche sulle procedure relative ai fondi europei), ha affidato la delega ad Andrea Saladino, che soltanto dopo essere arrivato da Palestrina, ha appreso che Guidonia gode di un apparato tanto importante e significativo.
Per conferma della continuità e della garanzia, ad Armando Caponegro, come per il predecessore, è stato sottratto il lapideo, asset tra i più significativi dell’area, affidato all’assessora delegata alla Scuola e alla Cultura, allo Sport, la Elisa Strani, per ragioni e scopi che conoscono unicamente Michel Barbet e lei stessa. Un esempio di come si riesce a privatizzare un cespite del patrimonio cittadino. Col primo effetto di aver affidato ai ricordi l’«accordo di programma» sottoscritto a fine settembre 2018 da Tivoli e Guidonia Montecelio e Tivoli con Gian Paolo Manzella, lo «spagnolo», assessore in Regione Lazio. Altrettanto dicasi del progetto (che chissà chi conosce) intitolato «Banca dati siti estrattivi del travertino romano», a cura di Unindustria Lazio. Riuscirà il nuovo assessore a…
La nomina di Armando Caponegro avviene a distanza di un mese esatto dall’assegnazione del medesimo incarico a Elia Santori, assessora al Sociale. Di provenienza Ds lei (con esperienza nei centri antiviolenza e disabili), grillino doc lui. Una laurea in Giurisprudenza la donna; in Scienze organizzative e gestionali (l’iter formativo e di studi, appositamente definito per gli allievi marescialli ammessi alla Scuola sottufficiali dell’Esercito) l’uomo.
Come i due neo assessori si «richiamano» alla «natura politica» sottostante il disegno? La principale è che sono di Guidonia Montecelio. Va bene così. Perché, per un lato, si va ad abbattere il record negativo di uno in tre anni, considerando Paolo Aprile e la sua breve avventura post-elezioni, per l’altro si punta a ripristinare un rapporto positivo tra gli elettori e i loro effettivi rappresentanti cittadini. Compito principale di Santori e (soprattutto, considerando i potenziali interlocutori) di Armando Caponegro, recuperare almeno i delusi se non gli insoddisfatti, gli scontenti, la grandissima maggioranza.
Tutto sta a dimostrare che l’ex movimento 5stelle di Guidonia Montecelio abbia ripensato le «regole» di inizio mandato, che non consideri più un’amministrazione locale senza i «locali» una preziosità o un privilegio. Anche se, a impedire la prosecuzione della musica degli assessori «venuti da fuori» ha avuto il suo peso il rifiuto unanime del gruppo dirigente pentastellato – della Regione Lazio in particolare – di proseguire nel soddisfacimento delle richieste del municipio come sempre avvenuto. Troppe le recriminazioni dei dieci assessori che nello stesso periodo di tempo hanno abbandonato un vascello decisamente avviato ad infrangersi sugli scogli dell’inconcludenza. E magari fosse solo questo…
«Organizzare il futuro» all’insegna delle 64 assunzioni da concorsi svolti altrove. Ieri a beneficio di Italia viva, stavolta… Poi le progressioni di carriera
ASSUNZIONI A SCORRIMENTO E PROGRESSIONE VERTICALE. Burocraticismi che vorrebbero illustrare azioni legittime negli enti locali. In pratica, norme che nel caso descritto trovano ristoro al punto di intrecciarsi tra loro, formando un tutt’uno, un solo «corpo» della relativa iniziativa. «Finezze» dell’amministrazione e dei suoi rappresentanti.
Il fatto è noto. La giunta di Guidonia Montecelio ha deciso di assumere un corposo numero di impiegati, 64 per l’esattezza: «Per il 2020 si procederà allo scorrimento di graduatorie preesistenti in altri Enti, mentre dal 2021 verranno effettuati i concorsi» precisa l’assessore Andrea Saladino, rimasto alle Risorse umane (in passato «Personale»; prima ancora «Lavoratori»).
Per procedere alle assunzionia chiamata – scrive Barbet –, i 64 verranno individuati su elenchi di concorsi svolti in altri Comuni limitrofi (prevista la coerenza delle distanze ai fini della prossimità). Un criterio abituale dell’amministrazione cittadina, già messo in opera con l’assunzione della coppia di dirigenti di Italia viva, il partito di Matteo Renzi, entrambi in concorso a Palestrina. Con la barra rivolta alle elezioni dell’anno prossimo, vedremo a chi toccherà stavolta.
Sulla progressione (16 gli interessati) c’è ben poco da dire. Non fosse che potrebbe diventare materia di trattativa “consolatoria”. Da un lato il Comune assume senza svolgere i concorsi, dall’altro la rappresentanza sindacale nulla ha da obiettare.
Chi non ha niente da dire nella città amministrata a questo modo dai grillini, Cgil-Cisl-Uil (e anche l’Usb). Nulla da obiettare sulla mancata discussione preventiva al provvedimento come previsto dal contratto. Sono le stesse organizzazioni che nulla obiettarono sulla sorte dei lavoratori licenziati a seguito della chiusura di sei cave di travertino ad agosto. I sindacati? Staranno approfondendo…