di TOMMASO VERGA
NON CI SONO NELL’ELENCO dei parlamentari (pur avendo un deputato a rappresentarli, Sebastiano Cubeddu) e nemmeno in quello dei consiglieri comunali. Puoi provare a cercarli nell’intero Lazio ma è una fatica trovarli. Devi accontentarti. Alla domanda su «che fine hanno fatto i 5stelle dell’area a nordest della capitale?» non puoi rispondere «scomparsi». Perché non sarebbe vero. Infatti, a rappresentare una ideale circoscrizione territoriale – mettiamo Subiaco-Fiano –, gli eletti si incontrano. Anche se soltanto due: Teresa Caldironi, di Tivoli (sorella di Carlo, parassessore della città metropolitana di Roma), e Daniele Ronci, di Guidonia Montecelio (uno dei “cervelli” del gruppo consiliare della Pisana; infatti, anziché dalla sua città, è stato eletto dal movimento della regione Lazio). Il che sta a significare che la domanda ha pieno diritto di cittadinanza.
Cosicché il bilancio offre una sola sensazione, l’unica: degli «Stati generali», del congresso nazionale che si terrà nel fine settimana – a distanza, come stabilito dal Dpcm ultimo –, ai 5stelle locali non interessa proprio nulla.
Quanto al programma, in pratica, per l’intera giornata di sabato 14 e nella sola domenica mattina, suddivisi per tre tavoli, i delegati agli «Stati generali» saranno impegnati dell’approfondimento dei documenti elaborati a livello locale. Nel pomeriggio del 15 il programma prevede lo svolgimento pubblico dell’assemblea plenaria. Durata 3 ore, aperta a tutti, in streaming.
Una mancata presenza, quella dei rappresentanti del quadrante nord-est capitolino, che non tanto impedirà agli assenti di partecipare alla discussione ma principalmente di decidere sui temi «classici» del movimento 5stelle, dalla vexata quaestio del superamento dei due mandati nelle istituzioni al ruolo di Davide Casaleggio-funzione allegata della «piattaforma Rosseau» (con relativi esborsi). Ma c’è di più oltre a quanto la stampa ha riportato nell’ultimo mese.
Un argomento di grande interesse e decisamente controverso viste le implicazioni di carattere costituzionale, riguarda la «formazione dei quadri». Al dibattito verrà infatti sottoposta la proposta che vuole le candidature nelle istituzioni sottoposte a una sorta di griglia preliminare. In pratica, non si potrà chiedere di concorrere al seggio parlamentare o a quello regionale se non si sarà svolto in precedenza un «apprendistato», plurimo oltretutto, nelle assemblee locali, Comuni e municipi.
Altro tema, l’organizzazione sul territorio. Che trova oppositori quanti non intendono a loro parere «snaturare» la natura movimentista dei 5stelle visto che li porterebbe a somigliare decisamente a un partito «classico».
In realtà si direbbe esattamente questo il livello di distinzione tra le «anime» grilline. Lo dimostra appunto l’assenza dei rappresentanti di Guidonia Montecelio agli Stati generali. A cominciare dal sindaco Michel Barbet. Che – assieme al suo «cerchio magico» – ha così evitato il rischio di dover confrontare i risultati del governo sulla città con i primi cittadini di Marino e di Pomezia, rispettivamente Carlo Colizza e Adriano Zuccalà. Meglio che nel partito extracittadino, dirigenti e iscritti mantengano il ricordo dei grillini all’«opposizione di un sindaco che anche grazie a loro è finito in carcere».
A Michel Barbet gli «Stati generali» non interessano. Il sindaco francese della coalizione civica di Guidonia Montecelio non vuole essere distratto (colpa forse dell’album di figurine)
(t. ve.) ANCHE L’«AVENTE DIRITTO» francese (sennò che francese è?) tra gli assenti agli Stati generali. Ai quali – e non si dica che non risulti paradossale – mancherà appunto il sindaco di Guidonia Montecelio. Michel Barbet, si dice, non avrebbe avuto la quantità di tempo disponibile impegnato com’è ad autoaddestrarsi con i consiglieri comunali promossi «delegati» per curare problemi e svolgere funzioni che già dovrebbero trovare intesa nelle competenze degli assessori e/o dei dirigenti. Ai quali il sindaco francese vuol dimostrare che così non è. In tutta evidenza. Anche se sarà complicato riuscire a raggiungere le equivalenze ricercate. Per quanto siano fatiche improbe, che richiedono un grado di educazione all’opra non semplice da raccapezzare. Si parla della «valorizzazione del parcheggio multipiano di Montecelio» (si potrebbe trasferire a Pontelucano… che so? per esempio da «Totarello») ; o (un altro) della «riapertura del Giardino Comunale S. Michele di Montecelio» (sufficiente un tagliaerba); o (un terzo) all’«apertura dell’asilo nido comunale in località Colleverde» (quel «località» utilizzato dal proprio sindaco è fantastico, da annuario Automobil club); o il trio – IV, V, VI – che si dedicherà all’«emergenza Covid-19» (con sommo sprezzo del pericolo). Insomma parcheggi; trasporto pubblico, scuole, buche stradali eccetera (sindaco: e la monnezza? e il travertino?). Così troverà qualcosa da fare anche il consigliere comunale che all’ombra dell’assessora di riferimento da mesi non va più a lavorare nell’azienda della quale è dipendente – a Guidonia Montecelio succede davvero – impegnato com’è a girovagare all days-full time per gli uffici del Comune. Una decisione, quella del sindaco francese, che si immagina non sarebbe stata capita, raffinata com’è, che avrebbe scatenato risa e battutacce nel consesso degli Stati generali di fine settimana. Meglio evitare. Ancor meglio evitare direttamente il movimento 5stelle. Una lista civica unita in coalizione a un’altra di recente conio è quello che ci vuole. E che si pratica.