di TOMMASO VERGA
L’IDEA DEL «NATALE SOLIDALE» E’ “quella di ridare luce e speranza a questa città – secondo Elisa Strani, assessora multitasking di Guidonia Montecelio –, soprattutto in un momento speciale come quello del Natale, è un’idea che avevo da tempo e che ho provato a realizzare anche negli anni passati. Ma purtroppo, nonostante il notevole impegno degli uffici, gli strettissimi vincoli finanziari cui è sottoposto il nostro Ente, non mi hanno mai permesso di vederlo realizzato. Il grande lavoro di risanamento dei conti che è stato fatto da questa Amministrazione negli ultimi due anni, insieme ai grandissimi sacrifici da parte di tutti noi cittadini, comincia a portare i suoi frutti (a portare i suoi frutti? ndr)”.
Qual è la notizia? Ovviamente, ad una lettura sbrigativa, il «Natale solidale»; a quella meditata, «il grande lavoro di risanamento dei conti che è stato fatto da questa Amministrazione negli ultimi due anni».
Importa poco, nella circostanza, l’autenticità dell’affermazione (i conti risanati? ma se a marzo al bilancio mancavano 3,9 milioni com’è che a fine novembre s’è raggiunto il pareggio?). Mentre colpisce quel «negli ultimi due anni», a voler tracciare non soltanto la demarcazione tra il Barbet I e quello venuto dopo, ma anche la futura collocazione della «lista civica Strani-Barbet», già ex-partito 5stelle nella contesa elettorale prossima ventura. Quando sarà. Per effetto dell’accordo con l’alleato «apolitico», unico fruitore dei benefici derivanti dalla trasmutazione del movimento 5stelle e principalmente del sindaco per effetto dell’indottrinamento dovuto alla prima aspirante alla successione, Elisa Strani appunto.
L’alleato «apolitico»? Semplice. Basti ricordare che nel 2020 il tema sul quale si è esercitata in prevalenza la politica di Guidonia Montecelio è racchiuso nel faldone «cave di travertino». Comprendente gli atti del numero irraggiungibile di apposite riunioni del Consiglio comunale e giunta cittadina (poi, a meno che non si rinvii al 2021, la parte mancante dell’agenda concordata tra giunta e padroni delle cave, non è finita qui…).
Un disegno che ha riunificato il gruppetto di politici (ormai da tempo grillini sui generis: tant’è vero che nessun guidoniano ha partecipato agli Stati generali, il congresso del movimento). Depurata dagli «intrusi» inviati dal centro alle origini, la formazione può tornare alla lista-madre («Il faro») non incontrando ostacoli né difficoltà a reindossare la casacca dì un tempo. In ciò sostenuta («oggettivamente» si sarebbe detto in passato) dall’inanità delle opposizioni, tutte ugualmente dipendenti dalle scelte dei padroni delle cave.
Di qui l’esultanza (anche dei rari grillini «politici») per le enunciazioni messe nero su bianco da Elisa Strani. Benché priva di ogni sottolineatura sull’enorme contraddizione tra il «brillante risanamento» e le «ristrettezze finanziarie». Tema da evitare, che obbligherebbe la «lista civica Strani-Barbet» a discutere con le cave su quando e come onorare il debito nei confronti del Comune di Guidonia Montecelio.
Per evasione fiscale, Guidonia Montecelio è quinta nella classifica nazionale dei Comuni
Al fine di rabbonire i servitor-serventi deprivati delle cornamuse – il «Natale solidale» imponeva il concerto –, la direttrice dell’orchestra ha provveduto alla formazione dell’ottetto-travertino, altro esercizio letterario, sul quale si tornerà su, consanguineo del primo. Il quale, pari al parente, si presenta un tantinello risicato a causa di quel che comunemente si intende per (e ci risiamo) «ristrettezze finanziarie». Comunemente. E non ci si dilunghi, si eviti di rammentare che, per la classifica pubblicata dal Sole24ore del 21 settembre, tra i Comuni italiani Guidonia Montecelio è al quinto posto per evasione fiscale. Relativamente agli otto mesi del 2020, il Comune ha incassato 12 milioni a fronte dei 26 preventivati.
Quindi, silenzio di tomba. Più opportuno, ricorrendo a diverso battistrada, affrontare il risanamento dei conti. «Negli ultimi due anni» però. E quanto precede? Dopo le elezioni di tre anni e mezzo orsono chi c’era, che ha fatto? Il silenzioso Michel Barbet era impegnato a scialacquare?
Se Alessandro Alessandrini avesse risanato, Elisa Strani l’avrebbe sicuramente citato
Non conta. Si sorvola sulla rappresentazione effettiva delle cose – staccando un tagliando a favore dei predecessori, quelli che hanno fissato il plafond dei “buffi” a una cinquantina di milioni – per illustrare le differenze tra «prima» e “dopo”, «fasi» e “tempi”, addirittura «buoni» e “cattivi”. Colonnine di una virtuale lavagna. Nella quale la «lista civica Strani-Barbet» evidenzia i protagonisti «degli ultimi due anni» (sopra, nella foto di rito che accompagna la diffusione del peana natalizio, la signora Elisa Strani indossa gli abiti da sindaca (della «lista civica Strani-Barbet»). Come si dice nelle chat, prova di un nuovo futuro; sotto, il saggio di Alessandro Alessandrini e Maria Lombardi; in basso, l’ex assessore alle Finanze di Guidonia).
Un quadretto nel quale prima d’altri il sindaco non ci fa una gran bella figura. Dovrebbe dire che quanto sostiene la Strani non è e non è stato. Che l’esordio di quell’amministrazione servì a imbastire e portare a compimento una complicatissima e ostica trattativa con lo Stato, dal ministero delle Finanze alla Corte dei conti. Negoziato che si concluse con l’accesso di Guidonia Montecelio al fondo di rotazione e l’erogazione del prestito decennale di 26 milioni di euro. Somma che ha consentito di evitare il dissesto delle finanze pubbliche e di erogare – qui sì – diversi milioni ai fornitori del Comune (alcuni dei quali in sofferenza da molti anni).
Barbet sa che «al salvataggio» corrispondono le persone di Alessandro Alessandrini e Maria Lombardi, uno assessore alle Finanze, dirigente del servizio l’altra. A quel tempo anche Elisa Strani faceva parte del governo. In posizione critica forse, mai espressa però, confermata dal poema dedicato ai «novelli salvatori». Non riuscirà, ma evidente il tentativo di cancellare dalla memoria l’assessore che il movimento 5stelle fornì al sindaco e alla città all’indomani dell’insediamento, proprio per individuare la via migliore per giungere al «risanamento». Anche ad altri «grillini» guidoniani il personaggio non era gradito, al punto di costringerlo ad andarsene unitamente a Maria Lombardi (probabile che a quel momento risalga la nascita della «lista civica Strani-Barbet»). Era la fine giugno del 2019. Gesta riepilogate in un saggio decisamente appropriato Squilibrati Comuni (o comuni?). In circostanze analoghe, chissà se uguale sorte sarebbe toccata a Emanuela Bergamo, Tiziana Guida, Adriana Calì, Davide Russo, fino al più recente degli undici assessori dimissionari in tre anni e mezzo di governo, Carlo Alberto Pagliarulo.
Su Squilibrati Comuni una recensione critica: «Gli autori vanno lodati anche per non essersi abbassati alla minima polemica, pur avendo più di una ragione per sbertucciare il Movimento 5 stelle che aveva convocato gli autori a risolvere i problemi finanziari del comune di Guidonia, per giubilarli appena i problemi erano stati brillantemente risolti». Evidentemente non è andata così. Altrimenti Elisa Strani l’avrebbe celebrato.