di TOMMASO VERGA
SE FOSSERO STATI IN VIGORE i precetti del catechismo “honestà” “honestà” del duo Elisa Strani-Michel Barbet (sindaco & assessora alle Attività estrattive e al dissesto idrogeologico come illustra la foto, ne verranno altre), Eligio Rubeis non sarebbe mai stato condannato. Altri tempi, nei quali si sosteneva che l’abito del sindaco architetto era incompatibile con l’approvazione del progetto di «variante» (collettore fognario alla “Collina del Sole” di Bartolomeo Terranova) al quale aveva messo mano da professionista. Secondo la procura della Repubblica di Tivoli, Eligio Rubeis avrebbe procurato a Bartolomeo Terranova, titolare della «Cer Immobiliare» – la srl che ha realizzato la lottizzazione di Setteville – un ingiusto vantaggio patrimoniale. La delibera risaliva al 6 aprile del 2012. O al 10 settembre 2008?
Oggi, i due soci Elisa&Michel, titolari del (brevettato ma inutilizzabile in quanto passato di moda almeno a Guidonia) «movimento 5stelle», la birichinata di Eligio Rubeis neanche la prenderebbero in considerazione. L’esempio? i padroni delle cave che decidono in proprio i valori venali dei terreni per il versamento dell’Imu. Interpellati, Elisa&Michel hanno risposto che si fa priorità l’importanza di soddisfare l’interesse superiore. Sono previste medaglie al valore. Di travertino ovviamente.
Le due delibere, di Consiglio e di giunta (votata anche dal sindaco Lippiello), sul valore venale delle aree
La storia. Che riconduce al 16 maggio 2007. Il Consiglio comunale di Guidonia Montecelio licenzia la delibera numero 23, sindaco Filippo Lippiello: «Approvazione relazione per la determinazione del valore venale medio aree edificabili per accertamento dell’imposta comunale sugli immobili. Integrazione regolamento» l’ordine del giorno (un copia-incolla del foglio-excel che dovrà produrre-ha prodotto? – per 25mila € – l’architetto Roberto Marongiu di Santa Marinella; determinazione di Egidio Santamaria).
Effetti: il valore dei terreni delle aree industriali, cave comprese, viene fissato a € 54,75.
Dietrofront il 10 settembre 2008, quindici mesi dopo. La giunta, sindaco Filippo Lippiello, licenzia la delibera numero 174; con voto unanime (Felice Restaino, Arturo Giura, Antonello Piscitelli, Giovanni Innocenti, Pasqualino Rossi, Filippo Silvi, Emiliano Zoppè; vota anche il sindaco; assente, unica, Susanna Pignalosa) si decide il “Riallineamento dei valori Ici aree edificabili e revoca della delibera di giunta n. 106 del 15.05.2007).
Effetti: il valore dei terreni delle aree di cava viene ridotto a € 7,82. Mai effettivamente impiegato perché, come si legge in una sentenza della CTR (Commissione tributaria regionale), la «delibera di giunta non è mai stata recepita dal Consiglio comunale». Quel che sarebbe viceversa dovuto avvenire. Un obbligo.
A Guidonia Montecelio scoppia la «questione tributaria». Siamo nel 2006, entra la Tre Esse Italia
Ma come mai a Guidonia Montecelio, a inizio secolo sostanzialmente, balza all’ordine del giorno la «questione tributaria»? Al punto di firmare il primo accordo tra la città e l’esordiente concessionario? Infatti, il 26 giugno 2006, numero contratto 34257, a Guidonia entra la Tre Esse Italia srl.
Perché, in alternativa, il servizio non è stato definitamente stabilizzato in house? Non c’erano le condizioni (quanto impianti e personale certamente)? costava troppo? Che fine ha fatto lo studio sul sistema fiscale cittadino che sindaco e giunta chiesero all’Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia)? Una istanza del costo di 30mila euro che mai giunse a buon fine?
Una delle polemiche più «cruente» alle quali si è assistito in questo tempo riguarda proprio la Tre Esse Italia, la società di Supino. Singolare il fatto su chi l’ha iniziata e sulle motivazioni. Una per tutte, l’aggio sui tributi, il 23,40 per cento sull’incasso del Comune. Sarebbe il motivo secondo il quale la Tre Esse «perseguita» onesti contribuenti assolutamente ligi nel corrispondere alle norme che regolano la vita della comunità cittadina. Le urla più significative, e stridule, vengono da quelli che non versano un cent da decenni, i perseguitati habituel delle corsie preferenziali percorse contromano. Una fortuna che a Guidonia a costoro provvedano i due santi protettori, Elisa&Michel.
Le «coccole» degli amministratori comunali 5 stelle agli evasori fiscali
Come giudicare le affermazioni degli amministratori comunali, regionali, nazionali contro l’evasione fiscale?, il cancro che non si riesce a combattere, a debellare? E cosa pensare quando dicono che nel nostro Paese se si abbattesse l’evasione si vivrebbe tutti divinamente? Che sarà anche vero, considerando quale sorte il Creatore ha assegnato all’Italia. Però, poi, hai quelli che governano. Che parlano, un ininterrotto bla-bla; che promettono di presentarti Alice (siamo o non nel Paese delle meraviglie?), che alla prima convenienza elettorale cambiano corsia.
Le nuove amicizie di Elisa&Michel nate nella «culla dei buffi» con i padroni delle cave
Sulla giostra dei cambi Elisa&Michel si sono rivelati dei maestri. Hanno persino ammansito i padroni delle cave – che, comunque, hanno continuato a prenderli a schiaffi in faccia: vedi la rateizzazione – e gli operai allorché minacciavano di mandarli al pronto soccorso. Così come tutti quelli che se cadeva un bicchiere tiravano fuori un titolo a 9 colonne (calma, è solo un modo di dire del passato, avrete visto un film sulla carta stampata!): oggi unanimi fans di Riccardo Cocciante e del suo amico carissimo. Come faranno a non fare cadavere delle casse cittadine rinunciando agli introiti ai quali ogni assessore ai Conti non può fare a meno, ultimo in ordine di tempo compreso? Miracoli, solo miracoli. Come faranno a rimborsare gli arretrati ai versatori che le imposte le hanno sempre pagate – Unicem-Buzzi, Tavernelle, Serono, Biagiotti – e le rivogliono indietro, interessi compresi per la differenza di minor tariffa?
Da ultimo, straordinaria l’affermazione che finalmente finiranno i ricorsi, i processi, i procedimenti e via dicendo. Che non aggiunge come invece dovrebbe (figurarsi!) che il contenzioso è in essere non perché il Comune è contro, ma perché i padroni delle cave hanno capito di che pasta sono fatti quelli del Comune.
Cosa risponderanno alle aziende (non del travertino) che vorranno indietro le imposte già pagate?
Filippo Lippiello, il “capo dei cavatori” il 27 ottobre 2020 si è lasciato andare a una intervista singolarmente priva di firma, apparsa su tiburno. Nella quale ha precisato il numero che conta, quello del “conto”. Altro che 27-30 milioni come si va dicendo in giro! Stando ai calcoli della categoria, il debito dei padroni delle cave ammonta a 4 milioni. Lippiello non precisa se rateizzabili nei 72 mesi previsti dal «regolamento» oggetto della delibera approvata dai consiglieri grillini il 7 marzo 2020 (a proposito: signor Barbet quanto hanno versato sinora i morosi? – punto interrogativo che non intende scalzare gli agevolati nel journal sentimental del suo governo).
4 milioni? In base a quale contabilità? ricorrendo alla tariffa stabilita dalla giunta con la delibera del 10 settembre 2008? nonostante la sentenza affermi che la «delibera di giunta non è mai stata recepita dal Consiglio comunale»? Elisa&Michel la ritengono corretta?
Va detto che il Comune tratta il contenzioso come un fatto privato. Non solo come un bicchiere di fiele ma nella segretezza assoluta (salvo gli «amici miei» del sindaco). Al punto che sinora alla cittadinanza non è stata trasmessa una sola parola. Si aggiungano i partiti politici si direbbe consenzienti con i padroni delle cave che gli avranno intimato di stare zitti e buoni, di non disturbare i manovratori. Anche se la cosa più grave e penosa riguarda il Consiglio comunale. Che ha compiti da svolgere ma non è stato convocato una sola volta. Un omaggio della presidente Terzulli all’autonomia del sindaco evidentemente.
L’assemblea non ha nulla da dire? Sbagliato. Perché l’indirizzo da dare alla trattativa compete all’assemblea cittadina. La quale dovrebbe dire alla coppia Elisa&Michel che innanzitutto devono fornire i conti (effettivi). E’ fondamentale prima ancora che gli eletti vengano messi a conoscenza dei motivi reali per cui si addiviene alla «transazione». La ragione dell’atto è un obbligo per gli enti pubblici: non si tratta di una trattativa tra privati. Gli eletti provassero a chiedere perché di operazioni come quella in corso a Guidonia non c’è sentore in giro.
Non l’assessora ghe pensi mi, ma quello ai Conti deve inoltre relazionare per filo e per segno sugli effetti della «transazione» con i padroni delle cave, e sulle prospettive delle casse comunali. E’ VERO CHE L’ACCORDO COMPORTA IL RISCHIO DEL DISSESTO? CHE SI POTREBBE DOVER OBBEDIRE ALL’ORDINE DEL RIENTRO IMMEDIATO DEL PRESTITO VENUTO DAL MEF? COSA SUCCEDERA’ NEI RAPPORTI TRA COMUNE E TRE ESSE ITALIA? POTREBBE IL CONCESSIONARIO RIVENDICARE L’AGGIO MATURATO NELLA QUOTA ANTE-ACCORDO?
Se è vero, come si dice, che a rappresentare il Comune di Guidonia Montecelio nella «transazione» sarà l’avvocato Giuseppe Tinelli, tra i suoi compiti si immagina rientri la spiegazione su cosa accadrà del rapporto tra l’ente locale e la Tre Esse Italia, proprio per la lunga frequentazione del professionista con l’azienda.
Come si vede, si tratta di una partita che non potrà essere liquidata con «uffa co’ sto’ contenzioso, meno male che mo’ finisce!».
Speriamo di no, se togli i padroni delle cave la coppia Elisa&Michel non avrebbe altro da fare. Con il sindaco che attorno a quel tavolo ci si vede tanto bene…