Virginia Raggi; in alto, monte Carnevale

Anche per la denuncia ai probiviri contro Marco Cacciatore (poi espulso dai 5stelle) Virginia Raggi è stata suggestionata da Flaminia Tosini?

di TOMMASO VERGA

«I CITTADINI DEVONO CONOSCERE LA VERITA’». Virginia Raggi, la sindaca di Roma ancora per qualche mese, a proposito degli arresti di Flaminia Tosini e Valter Lozza, così ha titolato un proprio commento apparso su Facebook (like, like, like, anche di giulivi consiglieri comunali grillini di Guidonia Montecelio). Sacrosanto, da condividere appieno, in ogni circostanza, per ogni evento. Ciò per osservare che all’enunciazione manca il seguito: qual è la verità? Lontani dal processo, per ora si può solo prendere atto di quanto la sindaca non ha precisato, nemmeno di sfuggita: «Io ho sacrificato monte Carnevale, la discarica che mi hanno imposto quei due, ma – avrebbe dovuto aggiungere – ciò si è reso possibile perché a Guidonia Montecelio può finalmente partire l’impianto di TMB. Per questo debbo ringraziare Michel Barbet e il movimento 5stelle di quella città, i quali, concludendo le procedure per avviare l’impianto dell’Inviolata, hanno salvato la monnezza romana. Una lezione anche per Nicola Zingaretti».

Ma come si è arrivati a una conclusione opposta alle attese degli abitanti di Guidonia che rende felice la «guerriera»? Accettando la tesi della “suggestione” che la sindaca ha adombrato quale regia della vicenda, utilizzando a suo uso e consumo stralci dell’ordinanza della gip Alessandra Marzano: «… non escluso delibera su monte Carnevale “suggestionata” da Tosini»; le «suggestive indicazioni della Tosini, forte della professionalità acquisita nel settore».
La Raggi, dunque, si dichiara «suggestionata», motivo conduttore della “trama monte Carnevale”. Indifferente se lei, stiamo parlando della sindaca di Roma, non ci fa davvero gran bella figura.
Con questa “manovra”, Virginia Raggi immagina di poter sopprimere la storia della localizzazione della discarica degli RSU romani a monte Carnevale, sui terreni di Valter Lozza. Oggetto della delibera approvata dalla sua giunta il 31 dicembre 2019. In quel frangente la sindaca sarebbe stata preda della “suggestione” emanata dalla Tosini. Un figurone insomma!
Il fatto è che l’«arrampicata», gonfia come risulta di dimenticanze, non conduce sulla cima. Perché, nonostante il Capodanno, il voto ebbe conseguenze. Al punto che, insieme agli abitanti della zona e alla commissione parlamentare «Ecomafie» – presieduta dal grillino Stefano Vignaroli –, si dichiarò contrario in aggiunta Marco Cacciatore, presidente della commissione Ambiente della Regione. Mal gliene incolse, perché sul suo capo calò la mannaia dell’espulsione, decisa dai probiviri 5stelle, investiti da una (suggestiva) denuncia di Virginia Raggi.
In realtà la sindaca di Roma ha spregiudicatamente giocato su due tavoli: quello della revoca della discarica di monte Carnevale e della sostituzione a distanza di quattro passi con l’impianto TMB dell’Inviolata.
Si ricorderà il giuramento vis-a-vis con Michel Barbet: con lei sindaca l’impianto non sarebbe mai dovuto partire, non sarebbe mai entrato in funzione. Arrivò alle stelle il coro dei creduloni guidoniani.

Marco Cacciatore

Virginia Raggi archivia la carnevalata di monte Carnevale. Nei fatti, Michel Barbet le concede l’utilizzo dell’impianto per il Tmb. Il provvidenziale arresto di Flaminia Tosini e Valter Lozza, è contemporaneo alle decisioni della Città metropolitana (nella totale assenza di Guidonia Montecelio) di concludere la conferenza dei servizi per la sistemazione di via dell’Inviolata, la strada d’accesso all’impianto di TMB. Utilizzata in particolare dai mezzi dell’AMA provenienti da Roma.
Fa davvero ridere il fatto che i fedeli grillini della provincia, dimentichi (alla pari con lei) che Virginia Raggi è anche la loro sindaca – seppure mai eletta –, abbiano riorganizzato le orecchie per ascoltare la nenia sui rifiuti di Roma. Like, like, like, sul refrain che la Capitale non deve ospitare discariche né TMB; e che la monnezza di sua produzione dev’essere smaltita da impianti dislocati altrove, anche all’estero, meglio nell’hinterland. Un motivetto da campagna elettorale, vecchio come la sua elezione.

Michel Barbet

Altra suggestione: quando la Città metropolitana autorizzava i «lavori di manutenzione straordinaria per le condizioni di transitabilità di via dell’Inviolata» per i camion diretti al Tmb dov’era Michel Barbet?

MICHEL BARBET, sindaco di Guidonia Montecelio: «Ci sono solide motivazioni per farci dubitare che le autorizzazioni per il TMB siano state dettate da logiche lontane dal bene pubblico, quindi chiediamo alla Regione Lazio di ritirare immediatamente gli atti che consentirebbero di far accendere i motori dell’impianto. Siamo convinti che la Giunta Regionale darà ascolto alle validissime ragioni della Città di Guidonia Montecelio e dei suoi abitanti».
A chi legge, per un attimo, sovviene Suarez, l’università di Perugia e via riesumando. Poi s’impone il contenuto, «non voglio il Tmb nella mia città». Bene. Un voto a favore. Per un attimo. Perché, volente o nolente, la cronaca si fa largo a spese delle dichiarazioni. C’è voluto l’arresto di Flaminia Tosini perché il sindaco di Guidonia Montecelio dicesse di aver appreso della sua esistenza. Mentre da un paio d’anni-quasi tre, la signora è indefessa frequentatrice della città che lui amministra (ancora per qualche mese), decidendo ogni cosa che riguardi rifiuti, ambiente e persino rateizzazione delle polizze fideiussorie sulle cave di travertino: un particolare che ha esaltato la figura della manager nel settore lapideo e nelle stanze della giunta, ansiosa che la Regione convenisse sulla misura richiesta dai padroni delle cave. Flaminia Tosini, una figura di assoluto rilievo. Talmente tale che, in una classifica immaginaria dei risultati, nelle capacità di governo su Guidonia Montecelio supererebbe Barbet di mille miglia.

I mezzi dell’AMA scaldano i motori. L’obiettivo dell’impianto TMB di Guidonia Montecelio è a portata di mano (anche se Virginia Raggi s’era impegnata a non usarlo mai)

Lo dimostrano questi tre anni e più di giunta Barbet. Durante i quali, indisturbata, Flaminia Tosini ha avuto tempo e disponibilità di completare la procedura sull’avvio dell’impianto Tmb. Che sarà comunque operativo «mentre si registrano preoccupanti superamenti dei limiti di inquinamento di nichel, arsenico e ferro proprio nell’area di pertinenza» scriveva hinterland l’11 marzo. A quella data Flaminia Tosini era ancora al suo posto, cosicché il sindaco non aveva nulla da obiettare. Né la sua giunta, né il suo partito, né il suo parlamentare. Sembra lo abbiano fatto l’altra sera. Fuori tempo massimo.
Perché il 23 febbraio s’è svolto l’ultimo atto. Perché nel verbale della Conferenza dei servizi della Città metropolitana di Roma capitale indetta per la sistemazione della strada percorsa dai camion AMA diretti al Tmb si legge: «1) Premesso che la società AMBIENTE GUIDONIA s.r.l. (Manlio Cerroni, ndr) con istanza del 27/7/2020 ha proposto la realizzazione di “Lavori di manutenzione straordinaria per il mantenimento delle condizioni di transitabilità di Via dell’Inviolata nel Comune di Guidonia Montecelio” (…) “2) di prendere atto dell’assenza di determinazioni da parte delle amministrazioni e degli enti coinvolti relative ai “Lavori di manutenzione straordinaria per il mantenimento delle condizioni di transitabilità di Via dell’Inviolata nel Comune di Guidonia Montecelio” oggetto della Conferenza di servizi». Cosicché, da quanto si legge, è passata la decisione che i lavori si possano svolgere. In sostanza, nessuno s’è opposto né ha avanzato osservazioni o riserve. Nella Conferenza, a rappresentare Guidonia Montecelio non c’era nessuno. Men che meno Michel Barbet o i suoi portaborse.
Così, al sindaco che richiama la Regione Lazio a «Ritirare gli atti», invocazione a chiusura dell’appello, nessuno ha detto che l’effetto, a procedura conclusa, sarebbe quello di rifondere i danni che Manlio Cerroni rivendicherebbe a causa del mancato avvio dell’impianto TMB. In realtà, Barbet lo sapeva benissimo. Ormai, suo compito, è trovare la giustificazione per ognuna delle proprie assenze: non è passato il bus, mal di testa, è caduta la scuola, «accidenti! quanto mi sono svegliato tardi stamattina!» (aggiunta: non è suonata la sveglietta).
In realtà, tutto previsto nel copione, tutto elencato, tutto riassunto nell’assegnazione delle parti come annotato nell’accordo di Michel Barbet con Virginia Raggi. «Cosa volete che sia? in fondo, una suggestione!!!». Like, like, like.