di TOMMASO VERGA
DEBBONO ESSERE ATTI di assoluta rilevanza e di particolare riservatezza se una richiesta di Arianna Cacioni – consueta, di ordinaria amministrazione – ha avuto l’effetto di costituire il contenuto dell’esposto che la consigliera comunale interessata, coadiuvata da tutta l’opposizione al sindaco Michel Barbet, ha sottoscritto nel pomeriggio nella tenenza dei carabinieri di Guidonia Montecelio.
I fatti, nella tarda mattinata di oggi. Arianna Cacioni, consigliera comunale della Lega chiede a Nicolò Roccolino risposte sul chiacchieratissimo concorso(poli) di Allumiere, all’ordine del giorno dell’informazione ben oltre l’ambito strettamente locale. Va detto che l’«accesso agli atti» della Arianna Cacioni, risalente all’11 aprile, è avvenuto per conto di tutti i capigruppo dell’opposizione. Il dirigente delle Finanze, non solo non fornisce quanto la leghista ha chiesto ma nega anche la visura della documentazione. Stando a quanto si legge nella denuncia presentata ieri pomeriggio, non si è trattato né della prima visita né del primo diniego.
Precedenti che hanno portato ai fatti narrati qui. Infatti, è l’ennesima volta che Arianna Cacioni esce dalla stanza del Roccolino a mani vuote. Per rivalsa, tutti i capigruppo dei partiti di opposizione si incontrano e decidono di sostenere l’accaduto e la consigliera nella denuncia depositata presso la locale tenenza dei carabinieri.
Baruffa della quale non si raccapezza la ragione. A meno di non voler immaginare che lo scartafaccio chissà quale mistero custodisca. Un sospetto che dovrebbe essere escluso, stando almeno alla normalità delle procedure. Per le quali, un “accesso agli atti” sfocia nella conoscenza delle decisioni, della documentazione, della corrispondenza intercorsa tra le parti. Niente di impenetrabile, anzi. Però, conoscendola, nemmeno si può imputare alla consigliera leghista un qualche atteggiamento o comportamento intenzionalmente provocatorio, men che meno da suscitare la controversia con Roccolino.
Sul quale, piuttosto, potrebbe pesare la pressione ininterrotta da un paio di mesi del sindaco Michel Barbet, di Elisa Strani, assessora alle Cave, e alle Finanze Nicola Sciarra, per i quali il dirigente è la figura giusta per firmare la “transazione” tra il Comune di Guidonia Montecelio e i padroni delle cave di travertino. Pressioni finora sempre respinte.
L’accordo – che vede i grillini tutti uniti nell’ossequio (in prima linea quelli che nel 2018 brandivano il programma elettorale che sanzionava la chiusura delle aziende estrattive) –, costerebbe alla città di Guidonia Montecelio una trentina di milioni. Un vero e proprio “condono” delle imposte arretrate dal 2002 al 2019 che condurrà ideatori, artefici ed esecutori, inevitabilmente davanti ai magistrati. Una prospettiva che consiglierebbe qualsiasi persona dotata di un minimo buonsenso a non aderire. Altro possibile motivo dei nervi a fior di pelle, la compilazione del bilancio, soprattutto doversi inventare, come in precedenza, poste che lo rendano nominalmente compatibile. Una faticaccia.
Comunque sia, sì fosse, non si possono confondere gli obiettivi con le ragioni. Come in questo caso. Rammentando che un «accesso agli atti» non dev’essere inteso come un gesto di buona o di cattiva volontà, indifferentemente, ma la replica a un quesito che la legge regolamenta. La legge, non una sorta di disponibilità personale.
Se questo è il clima e la comprensione mostrati dall’apparato municipale – benché richiesta, il sindaco Michel Barbet non ha acconsentito ieri a ricevere la delegazione formata dai capigruppo; oltre ad Arianna Cacioni (Lega per Salvini premier), Anna Checchi (Attiva Guidonia), Paola De Dominicis (Partito democratico), Giovanna Ammaturo (Fratelli d’Italia), Mauro De Santis (Polo civico), Claudio Zarro (Gruppo misto) –, il rischio alto è che l’accaduto si riproponga tra una settimana, allorché le risposte veicolate da un altro «accesso agli atti», verranno pretese da Davide Barillari, il consigliere regionale ex 5stelle, interessato ad approfondire la parte inesplorata e gli interrogativi irrisolti, almeno sinora, del «concorsone» sulle assunzioni pescate nella graduatoria di Allumiere.
Al Comune di Guidonia Montecelio è consigliabile evitare un secondo round.