di TOMMASO VERGA
QUESTA MATTINA, CON LA DETERMINAZIONE n. 83, il sindaco di Allumiere, Antonio Pasquini, ha «licenziato» Andrea Mori, «Responsabile del III settore ivi compreso il “personale”» della cittadina etrusca. Il dirigente era stato assunto a tempo determinato dal Comune di Tolfa, con la formula del “prestito”, scadente il prossimo 31 dicembre.
Tra le diverse incombenze, «il dottor Andrea Mori ha provveduto a nominare la commissione per l’espletamento delle procedure del predetto concorso pubblico nelle seguenti persone, esperti nelle materie previste dal bando: 1) Dott. Andrea Mori Presidente di commissione; 2) Dott. Elpidio Bucci, componente esperto e segretario verbalizzante; 3) Dott. Riccardo Rapalli, componente esperto». Il “predetto”, ovviamente si riferisce allo scandalo delle assunzioni, alla concorsopoli che ha coinvolto «la Regione Lazio, il comune di Ladispoli, il comune di Guidonia Montecelio, il comune di Monterotondo, il comune di Tivoli ed il comune di Bracciano». Tutte «chiamate» relative alla graduatoria di Allumiere.
Motivo della decisione, «la estrema gravità del danno all’immagine che sta investendo il Comune di Allumiere a seguito della gestione delle operazioni concorsuali e di quelle successive, in attuazione del concorso stesso, anche in virtù degli accordi intervenuti con le citate Amministrazioni per l’utilizzo della relativa graduatoria».
Substrato del provvedimento, l’«incarico a Stefano Trippanera, avvocato di fiducia del Comune di Allumiere, per l’elaborazione di un parere pro veritate relativo allo svolgimento del precitato concorso; da cui emerge che la predetta procedura concorsuale risulta viziata per i motivi espressi nella stessa».
Di conseguenza, il sindaco Pasquini parla senza mezzi termini «delle «attività illegittime poste in essere dal dottor Mori durante le fasi del concorso» accusando in sostanza il funzionario di essere il responsabile di «tutti i danni anche di immagine, patiti e patiendi dal Comune di Allumiere». Di seguito, la minaccia della rivalsa «ivi compresi eventuali danni erariali che potrà eventualmente rilevare la competente sezione della Corte dei Conti».
Una decisione che non aggiunge nulla (salvo il provvedimento a carico del “licenziato”) a quanto già si conosceva in merito al “concorsone” di Allumiere. Che per le quantità di concorrenti “idonei”, per i punteggi assegnati, per la distribuzione dei numeri e soprattutto per le “qualifiche” spalmate negli enti locali elencati nella stessa determinazione, non aggiunge nulla alla conoscenza, men che meno in termini di chiarezza.
In sostanza, restano senza autore gli interrogativi – pro-tempore – su: chi ha curato la regia del concorsone di Allumiere? a chi risale l’elenco contenente le richieste dell’uno e dell’altro partito o dei singoli esponenti? possibile che l’unica responsabilità risalga al funzionario “prestato” da Tolfa? La determinazione del sindaco Antonio Pasquini in proposito non dice niente. Come si supponeva, a riferire saranno giocoforza le indagini dei carabinieri agli ordini delle procure di Roma e di Civitavecchia.
Tace il sindaco Michel Barbet, il guidoniano convitato di pietra e «parte lesa»
Non soltanto sulla concorsopoli di Allumiere ma anche sull’atteggiamento dei rappresentanti di un ente, Guidonia Montecelio, che ha scelto di partecipare in qualità di «convitato di pietra». Ente il cui sindaco Michel Barbet – sostenuto da un parlamentare della Repubblica, l’onorevole (una volta si dicevano «portavoce») Sebastiano Cubeddu – ha imboccato la strada della “parte lesa”. Tenendosi ben stretti i 9 nomi provenienti dalla graduatoria, neppure illustrando le postazioni numeriche derivanti dopo le prove d’esame. Anzi, qualcuno è stato già promosso. Quando si dice i «titoli».