di TOMMASO VERGA
APERTURA shock della odierna seduta della commissione parlamentare Antimafia: la presidente Rosy Bindi ha reso noto ai presenti di aver chiesto l’audizione di Nicola Zingaretti. Per la precisione: “anche” di Nicola Zingaretti. A sollievo degli scandalizzati che giudicheranno il gesto inopportuno, improprio, e come dir si voglia, resta il fatto che le giustificazioni – forse persino in ritardo – sono quotidianamente all’ordine del giorno nelle pagine di cronaca. In particolare, l’efficacia di tutta la serie di iniziative giudiziarie e delle conseguenti azioni delle forze dell’ordine, che da poco più di un anno a questa parte hanno non solo illustrato ai cittadini le scorribande della criminalità organizzata ma che, principalmente, hanno consentito di almeno parzialmente interrompere quella che si deve qualificare come una vera e propria connection criminale nella capitale e nel suo hinterland.
Nella motivazione relativa all’audizione del presidente della giunta regionale, la lista di Rosy Bindi innanzitutto fa riferimento all’inchiesta su “mafia capitale” – prendendo spunto, si presume, dalle condanne già comminate ma soprattutto dalle ‘scoperte’ che si continua a registrare nel dibattimento nell’aula bunker di Rebibbia -. Segue Ostia. Infine, senza citare, si aggiungono le “infiltrazioni mafiose in alcuni Comuni della provincia”.
Tra i quali va inclusa l’area a est del Campidoglio. Gli arresti di un anno fa dei due sodali del “clan Moccia” a Guidonia Montecelio, la cellula di San Luca sgominata a Tivoli a metà dicembre, l’operazione “fiore calabro” a fine gennaio 2015 su Mentana (oltre che Campagnano, Rignano Flaminio e Morlupo) sono soltanto le sfaccettature evidenti di un problema che appare di grandissimo rilievo e gravità. Nel quale va compreso l’esplicito riferimento di Giovanni Salvi, procuratore generale della Corte d’appello, che due settimane fa, nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, non ha usato perifrasi: “I capitali mafiosi – ha detto – prediligono ‘edilizia, ristorazione, concessionari auto, sale da gioco’ ma sono attenti ai settori agroalimentari come il Mercato di Fondi e il Car di Guidonia i cui volumi commerciali assumono rilievo nella fissazione dei prezzi degli agrumi in Europa».
Nel prendere l’iniziativa, Rosy Bindi ha tenuto in considerazione un altro motivo portante, se non la ragione preliminare addirittura: la richiesta venuta dal Movimento 5stelle di convocare il Lazio da parte dell’Antimafia. E la denuncia, in particolare, l’elezione di Marco Vincenzi a presidente della commissione Bilancio. Perché – scrivono i pentastellati – “Marco Vincenzi è colui che nelle intercettazioni di Mafia Capitale ringraziava Buzzi per il sostegno politico e finanziario alcuni giorni prima di far approvare, proprio in commissione bilancio, gli emendamenti che secondo la Procura di Roma e i ROS avrebbero favorito Buzzi”. La nomina ha creato malumore anche nel Pd, il partito dell’ex sindaco di Tivoli. E che l’indagine voluta da Rosy Bindi dovrebbe definitivamente giudicare se opportuna o meno. Anche a difesa dell’onorabilità, politica e personale, dell’interessato.