di TOMMASO VERGA
«APPROFONDIREMO GLI ASPETTI per procedere all’autorizzazione unica di competenza»: così l’architetto Vincenzo Maia, dirigente dei settori Urbanistica-edilizia e Ambiente del Comune di Tivoli, dichiarazione a verbale nel secondo appuntamento della Conferenza di servizi del 20 dicembre 2021. Rispetto al «parere favorevole» al rilascio della Valutazione di impatto ambientale della riunione iniziale del 10 novembre – che tanto ha fatto discutere (paradosso: soprattutto al di fuori delle sedi istituzionali) –, si riscontra una qualche differenza. Ma soltanto in superficie. Perché non si capisce di quali «approfondimenti» il Comune di Tivoli abbia necessità rispetto alle nette indicazioni contenute nel PUCG (il Piano urbanistico comunale generale), “biglietto da visita” del PRG, il Piano regolatore da rinnovare.
In particolare, per rendere compiutamente l’idea, le 106 pagine destinate alla «Valutazione ambientale strategica» del PUCG, non autorizzano “interpretazioni” rispetto alla destinazione dell’area del «Barco», in via della Bullica, la zona del territorio cittadino che dovrebbe accogliere il biodigestore (la fabbrica del biometano agognato dalla spa «Fratelli Pacifici Ing. Cesare e Lorenzo da costruire sulla cava di travertino dismessa: neoversione del ritombamento?).
Non fosse sufficiente o ritenuta eccessivamente generica, l’affermazione può contare su 20 (delle 106) pagine che si occupano di SIC, ZSC e ZPS, riepilogati nelle «Indicazioni sulla valutazione d’incidenza» (riquadro in alto). Che recepisce la “Direttiva Habitat” relativa alla «Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche».
«In particolare, la “procedura di Valutazione ambientale strategica” deve essere attuata – si legge –, in riferimento a piani, progetti e attività che possono avere incidenze significative sui Siti di Natura 2000 ricadenti nel territorio della Regione Lazio».
In base alle proposte contenute nel PUCG, in alcune parti del SIC sono previste:
– Sistema insediativo morfologico
* zone produttive esistenti da rendere compatibili con il regime vincolistico;
* possibilità di mantenimento di alcune delle destinazioni industriali previste dal PRG vigente (si presume che il bacino del travertino, significativamente presente nell’area, con il suo carico di lavoratori, non possa essere liquidato senza l’adozione di contromisure adeguate);
– Sistema infrastrutturale
* Tramvia (Tivoli Terme-Tivoli);
* Rete di primo livello metropolitano – proposta;
– Sistema ambientale
* Parco termale
Come si deduce, nessuna nuova o futura destinazione della «Valutazione ambientale strategica» può comprendere la possibilità di un insediamento del tipo indicato. Il che lascia interdetti in merito alla «posizione» del governo di Tivoli: soprattutto se messo a confronto con uno studio di propria “produzione”: qual è?
Il mutismo assoluto della politica è ancor più incomprensibile tenuto conto che l’architetto Vincenzo Maia è un dirigente del Municipio di Tivoli non soltanto per Urbanistica-edilizia ma anche per l’Ambiente: qualcosa vorrà pur dire…
Guidonia Montecelio è contraria e protesta: il biodigestore dista 500 metri da Villalba (e dalla scuola di via Palermo); M5s-Pd approvano una mozione, civici e destra escono dall’aula
A svolgere invece un “ragionamento organico” sono stati Movimento 5stelle e Partito democratico in sede di Consiglio comunale di Guidonia Montecelio. Si chiederà cosa c’entri la «città del volo» con il biodigestore, i cui capannoni verrebbero eretti nella parte ovest della periferia di Tivoli. E’ invece proprio questa la collocazione che crea problemi (e timori). Perché distante 500 metri (prossimità riconosciuta dalla stessa F.lli Pacifici) c’è l’abitato di Villalba, una delle borgate più popolose di Guidonia Montecelio; e che in quello spazio è in funzione uno degli istituti scolastici – quello di via Palermo – tra i più frequentati dell’intera città.
Entrando nel contenuto, la mozione M5S-PD sottolinea che per il PUCG del Comune di Tivoli dette aree sono considerate SITI STORICI-ECOLOGICO NATURALISTICI – ORTI URBANI TIVOLI – per cui “si dovrà prevedere la pianificazione della tutela, della messa in valore, e fruizione del considerevolissimo patrimonio tiburtino”
L’impianto ddel biometano, che sorgerà in un’area fortemente antropizzata, invece avrà probabile interferenza per/con:
il vincolo paesaggistico (PARCO TIVOLI); il vincolo Acque Albule e Antiche Terme, DM 6 agosto 2001 (Zone interesse archeologico ex art. 146, comma 1 Lett.m, DM 490/1999)
PRG, PTPR, PTP
Il vincolo idrogeologico e PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO PAI; il vincolo Laghetti; il vincolo Subsidenza a forte presenza di Sinkhole; Piano di Risanamento per la Qualità dell’Aria; Piano Regionale di Tutela delle Acque PRTA; Parchi e RETE NATURA 2000 (SIC/ZPS: Zona di Importanza Comunitaria e di Protezione Speciale); Piano Rifiuti Lazio 2020, per possibile afferenza di rifiuti da altri Ato, visto il sovradimensionamento dell’impianto rispetto alle esigenze del territorio; Cumulo con altri impianti
FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI (in alto, Il Monterozzo del Barco nella foto di Marco Giardini: si può notare la differenza tra la vegetazione dei versanti nord (a destra) e sud (a sinistra);
Acque superficiali e sotterranee, anche per possibili sversamenti accidentali; Qualità dell’aria e del suolo, per alterazione dovuta all’apporto del traffico per quantitativi di rifiuti gestibili, in entrata e uscita dall’impianto; Movimentazione traffico, in termini di viaggi di conferimento su tutta la circolazione limitrofa che si attesterà su un numero di mezzi al giorno, tra rifiuti in ingresso e uscite di biometano, compost e rifiuti prodotti… (la via è la Tiburtina Valeria, già di per sé caotica e ancor più quando vi sorgerà a poche centinaia di metri l’Ospedale Tiburtino/Asl Roma 5); Zonizzazione acustica della limitrofa Guidonia Montecelio, dove la Scuola prospiciente di Via Palermo – Villalba (Guidonia Montecelio) è in Classe I, ovvero a + 5db,
Emissioni odorigene, polveri, NOx e CO2; Zona sismica di Tivoli 2B, ovvero Zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi forti terremoti (la sottozona 2B indica un valore di ag < 0,20g), che inciderebbero sul pericolo di possibili scoppi.
Ovvero ciascuna delle componenti ambientali che potrebbero potenzialmente essere influenzate dalla LOCALIZZAZIONE dell’impianto in esercizio in tale area: Fattori ambientali: popolazione e salute umana, Biodiversità, Suolo, uso del suolo e patrimonio agroalimentare, Geologia e acque;
Atmosfera: aria e clima, Traffico veicolare;
Sistema paesaggistico/archeologico: paesaggio, patrimonio culturale e beni materiali;
Agenti fisici: Rumore, Vibrazioni, Campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, Radiazioni ottiche e ionizzanti.
Il “parere contrario” del Parco naturale dei Monti Lucretili e dell’associazione «Amici dell’Inviolata»
La mozione introduce un resoconto (sintetico) degli intervenuti il 20 dicembre in Regione Lazio, rendiconto necessario quantomeno per illustrare le diverse posizioni sull’argomento. Cominciando dalle contrarie all’insediamento, intese a distinguersi nettamente dal «parere favorevole» di Tivoli. Come quella rappresentata dell’architetto Paolo Napoleoni, direttore del Parco naturale dei monti Lucretili» che ha «evidenziato il parere negativo» sul rilascio della valutazione di impatto ambientale.
Seppure in qualità di uditore, Umberto Calamita, presidente dell’associazione «Amici dell’Inviolata», ha chiesto «di annotare un paio di rilievi: 1). Vanno aggiornati tutti i passaggi della procedura in cui si parla di SIC, soprattutto perché è oggi una Zona speciale di conservazione (ZSC); 2. La Rete Natura 2000 prescrive, tra l’altro, il mantenimento ed il ripristino degli habitat prioritari presenti (anche laddove oggi non visibili)».
Avverso come detto anche il Comune di Guidonia Montecelio (rappresentato dal sindaco Michel Barbet, da Alessandro Cocchiarella, presidente della Commissione consiliare Ambiente, e da Egidio Santamaria, il dirigente dell’area VI (Ambiente), incaricato di illustrare il «parere non favorevole» in conseguenza della mozione approvata dalla maggioranza del Consiglio comunale movimento 5Stelle-Partito democratico (salvo un astenuto “politicamente dissidente” grillino).
Sostituito, così per dire, da Anna Checchi, di Attiva Guidonia, che ha aggiunto il suo al voto della maggioranza. Al contrario di tutta l’opposizione (di destra e civica) uscita dall’aula: esprimersi a favore della mozione M5s-Pd avrebbe causato (quantomeno) rimbrotti e doglianze dei Pacifici; mentre il voto contrario, le reazioni degli abitanti di Villalba e di Tivoli Terme (i palazzi della “Domus Patritia” distano 160 metri dal biodigestore). Non sono noti gli effetti che il fuggi-fuggi dei propri rappresentanti ha provocato all’ex onorevole ex missino ex meloniano residente in via Tiburtina, nella villa occupata un tempo dalla polizia di Stato, proprio difronte all’area di pertinenza del biodigestore. Conoscendolo, sicuramente non ha gradito (anche se non sconfesserà mai i suoi; pubblicamente).
Per la società dei F.lli Pacifici erano presenti Francesco Dandini, Marco Sanna, Aldo Giovenchi, Cristiano Caponetto, il geologo Pier Francesco Grangiè, l’agronomo Antonello Liberatore che ha detto «lo studio per la valutazione di Incidenza Ambientale ha consentito di verificare l’assenza di incidenza su habitat prioritari della ZSC e pertanto non si riscontrano rischi di pregiudizio per la ZSC medesima. Ci riserveremo di valutare le motivazioni di quanto anticipato dal Direttore dell’ente gestore (l’architetto Paolo Napoleoni, ndr) in merito alla espressione di parere negativo, di cui al momento non siamo a conoscenza»; l’ingegner Luigi Rutigliano (progettista dell’impianto): «le integrazioni inviate evidenziano che sono contenuti gli elementi richiesti anche dalla ASL 5 in questa sede».
Sono rimasti ignoti i convincimenti degli assessori all’Urbanistica e all’Ambiente tiburtini (nonostante la discussione che s’è aperta a seguito dei servizi di hinterland, poi utilizzati copia-incolla sui social e «sfuggiti» all’attenzione di altre testate). Dovrebbe comunque costituire motivo d’intralcio al prosieguo dell’iniziale adesione, la «bozza» del PUCG che non consente fraintendimenti rispetto agli interventi nel perimetro cittadino e nel comprensorio. Palazzo San Bernardino è in possesso dello studio dal 2019, singolare non lo conosca. A meno non si voglia evitare l’incontro con il Sito della Rete Natura 2000, il Sic IT6030033 “Travertini Acque Albule (Bagni di Tivoli)”.
La Rete Natura 2000 è una rete ecologica europea costituita dai Siti di interesse comunitario (SIC) identificati dagli Stati membri secondo quanto stabilito dalla direttiva 92/43/CEE, detta “Direttiva Habitat”.
… e la cloaca massima del Tevere venne alimentata dalla fogna massima dell’Aniene
Originariamente il condotto correva a cielo aperto, in un secondo tempo, II – I sec. a.C. fu realizzata la volta in conci di tufo litoide, interrata in vari punti da restauri in opera a sacco o in cortina laterizia; allo sbocco nel Tevere la fogna mostra una triplice armilla in peperino»: era la «cloaca massima».
DOVE SCARICARE L’ACQUA necessaria per la lavorazione e dove quella utilizzata per le pulizie? Prima di rispondere si ricorda che il ciclo produttivo riguarda il trattamento dell’«umido», ovvero dell’organico risultante dalla raccolta differenziata dell’immondizia. Per loro dichiarazione, alla «F.lli Pacifici ing. Cesare e Lorenzo spa» ne occorrono 38mila/tonn. annue, pari agli scarti di 300mila abitanti (un tale, un “polemico-politico” che si definisce di rango, illetterato, dopo aver sillabato i titoli sul”argomento, s’è convinto che il biometano si ottiene in conseguenza di effusioni; di qui l’accoglimento favorevole: ora non si capacita perché non funzioni spremendo polpe essiccate).
L’approfondimento delle condizioni del Barco, il territorio alla periferia di Tivoli dove la società intende costruire l’impianto biodigestore, è descritto nella “Relazione idrogeologica Dott. Geologo Alfredo La Chioma” iscritto all’Ordine dei geologi della Regione Abruzzo al n. 76. Lo studio del professionista risponde a specifica richiesta della «F.lli Pacifici», ed è allegato al materiale archiviato dalla Regione Lazio a seguito del II step della Conferenza di servizi del 20 dicembre.
Nell’introduzione, il geologo scrive di aver «redatto la presente relazione idrogeologica che evidenzia le caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche del lotto di terreno sito in via Primo Brega, nel Comune di Tivoli, in riferimento allo scarico di acque reflue industriali nel corpo idrico superficiale Fiume Aniene, provenienti dall’attività di cava esercitata dalla Ditta in oggetto».
Nella pratica, per un verso lo scavo può rompere le falde “annidate” nelle pareti della cava, mentre al resto si impegna l’acqua piovana. A entrambi provvedono le pompe aspiranti che convogliano il liquido nell’Aniene.
Già: ma tutto questo cosa c’entra con il biodigestore del Barco? Il motivo per cui lo studio è stato allegato al “faldone-biodigestore”? Se la «materia prima» che la F.lli Pacifici spa intende trattare è l’immondizia, il carteggio risulta fuori-tema nella circostanza dato che nella relazione del geologo La Chioma si esamina il travertino. Pietra che, oltretutto, non viene nemmeno più estratta dalla cava dei F.lli Pacifici nella località del Barco. Ragion per cui si immagina – anche tra i padroni delle cave i gatti non sono tutti grigi – la società impegnata nel ripristino dei luoghi (in ballo inoltre il recupero dell’esborso collegato alla polizza fideiussoria sottoscritta stante la legge sulle cave del 2004). In gergo, il “ritombamento”. Che non è possibile realizzare con il materiale di risulta dal trattamento dell’organico.
Resta l’interrogativo sulla relazione immondizia-Vecchio Fiume. Nel quale continuano a scaricare le cave di travertino impegnate nelle Fosse. A meno non si intenda che «lo scarico di acque reflue industriali nel corpo idrico superficiale Fiume Aniene» possa/debba comprendere i materiali di scarto provenienti dalla conclusione del ciclo produttivo al Barco, si inaugura l’equivalenza travertino-m…? Una bestemmia a pensarlo. Occorre una smentita della società. Che può prendere spunto dall’interrogativo che segue: la relazione del geologo Alfredo La Chioma risale al 2012: com’è finita nel dossier biodigestore del 2021-2022?