di TOMMASO VERGA
FRANCAMENTE? TUTTO IN MOSTRA E’ NOIA. Se uno (come numero), avesse detto: «Ma allora facciamo pagare i tributi agli imprenditori del travertino» sarebbe stato sufficiente, quantomeno dimostrazione delle sensibilità. Nulla da fare. Nemmeno i soliti attori a recitare copioni identici a quelli risalenti a multidecenni fa. Soltanto e sempre i soliti. Chissà cosa immaginavano (o sognavano di fare?) i candidati delle liste civiche al momento del risultato finale. «Siamo stati eletti!!! siamo consiglieri comunali!!!». Già, per far cosa? Nemmeno far sentire il timbro della loro voce, far sapere cosa ne pensano di questo o dell’altro argomento (e non è la prima volta).
Quel che si deduce, che risulta assistendo a una riunione del Consiglio comunale (quella di ieri l’ennesima) è che si è passati dalla voglia di cambiare il mondo (politico) alla nostalgia dei partiti. Beninteso: quelli di Guidonia Montecelio: è tutto dire.
Un impegno che fino a questo momento – le elezioni del presente Consiglio comunale a Guidonia Montecelio si sono tenute esattamente un anno fa, il 12 giugno – si è tradotto quasi in automatico nel subire le ”chiacchierate” alle quali provvedono (in permanenza) i rappresentanti della «politica classica», gli esponenti con background di partito. Ai quali fa oltremodo comodo non subire interferenze che potrebbero scompaginare i loro piani.

Paola De Dominicis, assessora all’Ambiente e vicesindaco, con Mauro Lombardo, primo cittadino

Anche ieri (13 giugno 2023), contabilità e debiti dell’ente a parte, a indicare la traccia agli ascoltatori presenti in aula la immancabile filippica di Adalberto Bertucci, Fratelli d’Italia, nemico degli «strapuntini» (testuale) che Mauro Lombardo, il sindaco, ha regalato al Pd (o perlomeno a quello che si fregia tale). Con qualche debordo fuori tema però, indirizzato ai suoi camerati-amici-compagni-sodali? di coalizione: «Dovete uscire dalla maggioranza»: monito per Alfonso Masini (FI, presidente della Commissione Cultura), per Arianna Cacioni e Michele Venturiello (entrambi “civici” di FI: a Guidonia Montecelio la doppia tessera è pratica risalente alle tribù d’origine. C’è chi pur essendo di rado eletto alle elezioni, con la doppia appartenenza ha fatto personale carriera).
Prima di affrontare i temi in elenco, la commemorazione di Silvio Berlusconi. Per ricordare il quale sono stati rievocati gli antichi romani, Napoleone e altri protagonisti/smi della storia dell’umanità. Forse si è ritenuta la sede non confacente per invocare la beatificazione del fondatore di Forza Italia (e della nipotina di Mubarak).
Il calendario dei lavori prevedeva l’elezione di presidente e vice della “Commissione trasparenza”. Essendo il posto riservato alla minoranza, il rappresentante in sala della Meloni si è spinto a rivendicare la presidenza per sé. Eletto. Così come Michele Venturiello, in quanto vice. In precedenza, a sentire lo stesso Bertucci, era stato designato Augusto Cacciamani, del suo stesso partito.
Nell’assoluta indifferenza dei cosiddetti “civici”, parte della riunione è stata dedicata a un tema di stretta pertinenza dei partiti e della politica: la “giunta Rocca” – la Regione Lazio insomma – terrà conto di Guidonia Montecelio nel governo dei territori della provincia di Roma? Oppure, Lombardo dovrà modificare la coalizione a vantaggio delle destre e a spese del Pd? Si vedrà a tempo debito. Nel silenzio assordante di Lega e Forza Italia, Fratelli d’Italia ha permesso di capire che per quanto la riguarda le cose debbono cambiare. Sugli effetti si vedrà.

Due capigruppo: a sinistra, Michele Venturiello, civico di Forza Italia; a destra, Emanuele Di Silvio, civico del Pd

Dopo il voto «trasparente», si è passati all’esame dei conti. Michele Venturiello ha parlato di «Evasione TARI»; «Fondo crediti di dubbia esigibilità» (soldi che non si potranno recuperare), di «palla al piede residui attivi» (imposte non pagate che difficilmente resusciteranno). Le responsabilità? «accuse nei confronti di nessuno».
Altro capogruppo, Emanuele Di Silvio (civico del PD), ha evidenziato il proprio riscontro di 1 milione di debito risalente al ’90.
La radiografia sullo stato delle Finanze è venuta dall’introduzione di Alberto Cuccurru. Il candidato sindaco del Pd-5Stelle di un anno fa, ora assessore alle Finanze di Mauro Lombardo, si è soffermato sui «pesi del passato bilancio», ossia, si immagina, del “rosso” causato dalla coalizione Pd-5Stelle.
Il «passato», soggetto che corrisponde terribilmente alle «cose della politica», alla storia di tutti (tutti) gli intervenuti nel dibattito. Nessuno dei quali ha spiegato come si è formato il debito nonostante la loro presenza in incarichi di responsabilità – per dire: Michele Venturiello, capogruppo di Forza Italia era Rubeis; Emanuele Di Silvio, ugualmente del PD –: dove stavano durante la crescita del «rosso»? E Marco Bertucci, FdI, presidente del Consiglio seguito da Aldo Cerroni, civico di Azione, civico di Italia Viva?
L’occasione è ghiotta. E’ nata la “commissione trasparenza”. Indaghi sull’interpretazione che vuole il debito della Città derivante dall’aver privilegiato la ricerca del consenso (voti al partito; le preferenze personali) anziché gli atti esecutivi che avrebbero favorito il patrimonio pubblico.
La stessa riunione di ieri sera ha alimentato il sospetto, visto che nessuno dei big ha fatto cenno al merito, al minimo obbligato visto l’argomento. Si può recuperare. La invocata e deliberata “trasparenza” dovrebbe essere assunta da Mauro Lombardo, Alberto Cuccurru, Adalberto Bertucci (un obbligo derivante dal nuovo incarico), da tutti i capigruppo: che rendano noto alla Città l’importo del debito delle cave, somme che da anni, salvo la “Tre Esse”, la concessionaria del Municipio, nessuno mostra di voler recuperare. Un gesto accompagnato magari dal diverso comportamento rispetto ai canoni d’affitto.  © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb.it