(g. gi.) LA COMUNICAZIONE è datata 9 agosto. Tre le firme, tutto il vertice della Rm5: Francesco Malatesta, Domenico Bracco e Vitaliano De Salazar, il direttore generale. Il destinatario è l’Ihg (Italian hospital group), al quale è stata intimata la cessazione del servizio di assistenza domiciliare agli afflitti da alzheimer. Attività che dal 15 settembre sarà affidata a un “nuovo soggetto erogatore”, in sostituzione dell’attuale insediatosi 14 anni fa. Non un cenno sulle motivazioni, men che meno sull’operatore prescelto. Compensa la ‘postilla’: siccome l’attività domiciliare non può essere interrotta trattandosi “di pazienti in grave difficoltà”, per il mese di transizione il compenso farà riferimento al livello di “intensità assistenziale (…) applicando le tariffe regionali”. Un’aggiunta, quest’ultima (l’autore chiede preventivamente scusa per l’eventuale errore dovuto a cattiva interpretazione del codice burocratico), che si immagina traducibile nella somma di “quante volte” e “perché”, liquidabili ricorrendo al parametro “quantitativo di merce”.
Nel merito, quel “pazienti in grave difficoltà” risulta completamente ignorare il contesto nel quale la malattia estende i suoi effetti. A iniziare dai familiari. Primi a intervenire ma del tutto ignorati nella “dialettica” Asl-Ihg. Un parere, un’opinione, un giudizio, un confronto tra indicazione della Rm5 e verifica dell’esistente. Nessuno li ha chiesti, nessuno s’è sentito in dovere di interpellare i “custodi” degli ammalati. Riducendo quanto sta accadendo a un “normale” scambio di direttive tra chi decide e chi deve ottemperare.
Le reazioni. Dell’azienda, che medita il ricorso al Tar del Lazio, dei parenti degli ammalati che l’Ihg ha convocato questa mattina – passare il ferragosto in attesa di conoscere il futuro dei loro cari… – per renderli edotti della ‘rivoluzione’. L’assemblea, a quanto si apprende, ha preso in esame la mancata osservanza del protocollo del 2002 che regola i rapporti tra Asl e Ihg, la sorte dei lavoratori eventualmente eccedenti i termini e le modalità di svolgimento del “nuovo” servizio da parte di una coop che già opererebbe sul territorio.
Poi occorrerà vedere cosa ne pensa la Regione Lazio, odierno convitato di pietra nonostante l’incontro già in precedenza fissato per il 29 agosto. Si profilano successive puntate.