PARREBBE CHE i democrat guidoniani appartenenti all’ex gruppo consiliare abbiano deciso di puntare su una coppia d’attacco in questa campagna elettorale decisamente pallonara se si volesse ricorrere all’utilizzo di un termine calcistico che renda l’idea. I “gemelli del gol” hanno nomi e cognomi, Emanuele Di Silvio e Simone Guglielmo. Se la vedranno nella partita delle primarie (forse). Il primo ci crede e parla da leader, in nome e per conto del Partito democratico, “perché il Pd lo rappresento in veste di consigliere comunale uscente”; il secondo ha già gli esiti in tasca, e a margine di una conferenza stampa assai confusa, annuncia: “Non sarò il candidato delle primarie ma il futuro sindaco di Guidonia, potete scommetterci”.
Giovani, ambiziosi, rinnovatori almeno nelle apparenze i due se la sono intanto giocata 48 ore fa nella saletta convegni di un noto bar cittadino, una quindicina di persone presenti, giornalisti inclusi. Una adunanza voluta da Domenico De Vincenzi, capo-popolo indiscusso all’interno dell’ex gruppo consiliare, organizzata dalla vice Patrizia Carusi, incapace tuttavia di coinvolgere i big di partito in tempo utile e nonostante una costante attività telefonica. In primo luogo il segretario dell’unione comunale Mario Lomuscio. Infatti l’assente avvocato (così come Rita Salomone), da due anni alla guida di una dirigenza tutt’altro che composita, non avrebbe gradito d’esser stato messo davanti al fatto compiuto, di avere insomma appreso della conferenza stampa solo a convocazione avvenuta.
UN GIORNO IN PROCURA. A dimostrazione che tra i pallonari rosso verdi (la parafrasi è ancora calcistica) a decidere la formazione, con ruoli e tattiche di gioco è ancora (sempre) lui: Domenico De Vincenzi. Da tempo, l’ex numero uno di Cotral aspettava di togliersi qualche sasso dagli stivali per la campagna elettorale persa in malo modo due anni fa, quasi dieci punti sotto l’avversario di centrodestra Eligio Rubeis nel turno di ballottaggio, un Pd cittadino schiantato al 25 per cento proprio nel momento nel quale, d’altro canto, il partito renziano veleggiava oltre il 40. Una debacle difficile da digerire tout court per l’ uomo delle tante (troppe) stagioni, anche quando i fattacci giudiziari del centrodestra gli avevano aperto la sponda della rivalsa. In fondo sta tutta qui la motivazione della chiamata in campo di amici e selezionati giornalisti (hinterlandweb non era tra questi), da buon allenatore che in fondo ha ancora nelle sue capacità le sorti dei gemelli del gol, per spiegare che sì il Pd ci mise del suo, “non fummo capaci di fare capire le nostre ragioni”, ma certo quella fu una campagna elettorale “viziata e condizionata da comportamenti del ‘sistema’” come il “voto di scambio”, un meccanismo fin troppo presente ed evidente per il De Vincenzi “nelle tante inchieste aperte dall’autorità giudiziaria”.
La quale deve sbrigarsi a concludere le indagini. Ci sono le elezioni, un clima che a Guidonia porta consenso soltanto agli esponenti dell’antipolitica. Per questo il gruppo degli ex (ovvero una pattuglietta di comuni cittadini) ha chiesto un incontro al procuratore della Repubblica di Tivoli allo scopo di sollecitare la rapida conclusione delle inchieste (un modo decisamente originale di intendere e interpretare la funzione delle istituzioni dello Stato). Conclusione, non abbiamo perso il campionato per nostra unica incapacità ma perché il gioco era truccato e in fondo come allenatore non sono così male, che ne pensate: potrei riprovarci?
LO SPACCHETTAMENTO DI GUIDONIA. Presto per dire se l’ex capo dei capigruppo vari si darà ancora una chance di fare il sindaco, magari senza passare per le primarie, i gemelli sembrano convinti di no. “Non lo farà” confessa sempre a margine Guglielmo, la Regione zingarettiana – nelle parole del giovane ex consigliere di Marco Simone – per De Vincenzi starebbe ritagliando una posizione ghiotta assai, capo dipartimento di un’area importante dell’amministrazione, stipendio da dirigente, sul modello col quale la sinistra laziale mandò in pensione (da dirigente ma con la terza media) Giulianone Ferilli, il papà della bella Sabrina, a dimostrazione che a volte certe abitudini (cattive) ritornano. Sarà vero? Guglielmo, almeno lui, ne sembra convinto, e se nello scacchiere degli accordi con Marco Vincenzi (da cui il giovane Simone dipende come corrente) questo fosse previsto non ce ne sarebbe per nessuno.
Altro approccio alla partita invece, per l’altro gemello, Emanuele Di Silvio, sette anni trascorsi in consiglio comunale tra battaglie a difesa degli animali del circo e i pendolari. Basta, ha detto in sostanza, il Pd deve cambiare guardando alle cose concrete: il Parco dell’Inviolata non esiste, una bufala montata dai populisti – la legge regionale istitutiva porta il nome della sua collega di Pd Anna Rosa Cavallo – che continuano a parlare di un’area invece non fruibile, bisogna avere il coraggio di dirlo alla gente, “io lo farò”. E ancora: i vertici amministrativi del municipio hanno sbagliato, c’è il loro zampino nelle casse vuote dell’ente, nei debiti fuori bilancio, insomma, ci sono responsabilità da accertare, “io lo farò”; prendiamo i villini di viale Roma (di proprietà dell’Aeronautica) e mettiamoci l’università, “io lo farò”; annuncio fin d’ora una serie di incontri per spiegare cosa ha in mente il Pd per il rilancio delle aree industriali e delle attività estrattive, “io lo farò”.
Di Silvio fa insomma la sua partita da candidato sindaco in pectore, raccontando di contorni sereni nel partito, come se in campo si giocasse senza pestarsi i piedi e passandosi la palla per andare fare gol. Il timore di chi osserva potrebbe divenire sostanza se decidessero di spacchettare Guidonia Montecelio (una parte a te, l’altra a me) e garantire così non tanto i cittadini quanto le aspettative di due candidati sindaco.
Certo, un rigore inesistente potrebbe sempre sopraggiungere fuori tempo massimo provocando tra i gemelli una conclusione con zuffa. Tanto da costringere a scendere in campo l’allenatore? Per ora i due sono sereni, hanno perfino chiesto congiuntamente lo svolgimento delle primarie. E se ci credono loro…