di TOMMASO VERGA
COME ACCOGLIERE la giunta di Guidonia Montecelio che, oltre alle altre incombenze di rito, Michel Barbet, il sindaco, presenterà in queste ore al Consiglio comunale? Intanto con un augurio, accompagnato dalla speranza che quanto accaduto ai predecessori rimanga un ricordo. Purché bene impresso nella memoria.
Quanto alla politica, l’unica risposta certificata verrà dal gioco delle parti, la maggioranza applaude, la minoranza bofonchia. Analogamente farà qualche cronista. Il quale – a differenza del passato recente – dovrebbe prima d’altro anteporre l’esame sull’osservanza delle regole da parte di chi governa. Da qui discenderà il giudizio sulle scelte, sulle decisioni e su quanto ne consegue. Si definisce informazione libera e indipendente. Meglio ribadirlo. Sin dall’avvio.
Prima di passare alla squadra che collabora direttamente con il primo cittadino, si dirà che sarebbe stato un bell’esordio un cenno – qualunque, tanto per far capire ai cittadini da che parte sta – sulle scelte del connazionale Macron sulla “questione immigrazione”. Effetti della doppia cittadinanza, anche Guidonia è in Europa. E non mancano gli immigrati.
La conoscenza dei curriculum degli assessori riservata al movimento 5stelle
La giunta di Guidonia Montecelio. La prima osservazione è che la conoscano soltanto i grillini. Delle qualità – gesta e virtù – dei singoli componenti, si intenda. Nessun atto né ufficialità sul portale del Comune, grande tran-tran sui social media dove appaiono post che inneggiano non soltanto alla vittoria (senza alcuna moderazione dati i risultati), ma alla formazione.
Escluso il vicesindaco Paolo Aprile, unico guidoniano del team, notissimo perché leader del “Faro”, antica lista civica, e organizzatore del Carnevale cittadino, da Facebook si apprende che si tratta da persone capaci e dai titoli adeguati. Il che conduce a due eventualità: o le elezioni sono tuttora in corso – e quindi si tratta di propaganda –, oppure c’è chi ne sa di più, a differenza di tutto il resto della popolazione. Alla quale il curriculum degli assessori è ignoto.
Cosicché vien da domandarsi dove gli osannatori abbiano appreso vita e miracoli del nuovo esecutivo. Riflessione che porta a una conclusione decisamente indisponente sul modo di intendere la democrazia e le istituzioni da parte dei “nuovi”. Poiché si arguisce che la propalazione è frutto del “bando per gli assessori” pubblicato il 31 maggio da Michel Barbet. Avrebbero risposto in 25. Al movimento 5Stelle. I cui aderenti si complimentano tra loro sui social nella valutazione della giunta di Guidonia Montecelio. Una “leggera” confusione.
Dopo di che – come nelle abitudini – per vibrare qualche fendente al muro di ritrosia, ci si affida al gossip. Esempio: se corrisponde, xz è stato al servizio di una delle grandi corporation, di quelle che i grillini guardavano con (a volte) giustificata antipatia. Non si può rispondere “chi te l’ha detto?”, si parla di governo non di apparati partitici. E’ vero che in quella multinazionale è occupata una delle maggiori esponenti del movimento? Sì, vabbé, ma che vuol dire, mica è vietato. Certo che no, specie dopo l’innamoramento svedese con il club di (un tempo) eversori… Sbadiglio.
A Guidonia Montecelio sarebbe stato assai difficile individuare un assessore per l’Ambiente
Un quesito assai ghiotto lo sollecita l’assessorato all’Ambiente. Per oltre mezzo secolo, a Guidonia Montecelio sono stati compiuti gravi reati ambientali. Col silenzio-assenso del municipio. Contrastati dalla popolazione riunita in gruppi spontanei, associazioni, movimenti di scopo. L’Inviolata (discarica e tmb), le emissioni dell’Unicem, la Chimeco, l’abusivismo i titoli più noti, fino – qualcuno ricorderà – all’impedita costruzione della strada che scavando Poggio Cesi avrebbe ricavato materia prima per il cementificio.
Come sia stato possibile non individuare, tra i tanti protagonisti di quelle lotte, una/un assessora/e di città, in grado di ricorrere alla memoria storica per utilizzare le conoscenze acquisite a beneficio della collettività, appare inspiegabile. Salvo si tratti di un signorsì per “motivi politici” residenti altrove, “logiche di spartizione politica” come scrive proprio Barbet. Non l’unica, ma la più significativa. Un passaggio che la giunta di Guidonia Montecelio e il sindaco devono diffusamente illustrare.
Ci sarebbe altro da aggiungere. Rinviato alla pubblicazione dei curriculum.
Si conclude con le regole. Una riguarda il “non statuto” dei 5stelle. Nella giunta di Guidonia Montecelio entra Romina Polverini (ovviamente nulla di personale), consigliera comunale eletta, dimissionaria come prescrive la legge. Diversamente dalla “regola-Grillo” che afferma il contrario. L’incarico deve essere mantenuto per tutto il mandato si legge nella bibbia del movimento. Lecito rispondere che si tratta di “affari interni”, sui quali decide il Movimento. Bene, finalmente ci si evolve. Così avviene in ogni altro partito.
C’è un però invalicabile. Lo dimostra la questione seguente, la pari opportunità di genere. La regola qui è stringente, deve essere rispettata la legge. Meno che nella giunta di Guidonia Montecelio. Nella quale due donne e 4 uomini fanno volgere l’ago della bilancia a sfavore delle prime.
La regola del 40 per cento sulla “parità di genere” è fissata dalla legge
E’ sufficiente andarsi a ri-leggere l’articolo 1 della legge n. 56/2014, comma 137, il quale dispone che “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico”.
Ora è pur vero che al movimento 5stelle il dettato non garba. A Roma – con Virginia Raggi che s’è “scansata” – è stata presentata una proposta di modifica dell’articolo 25 dello Statuto, che disciplina la composizione della giunta capitolina – “fra i nominati è garantita la presenza di entrambi i sessi” vogliono i grillini, anziché, com’è ora, “di norma in pari numero” – così come del comma 21 dell’articolo 27, relativo ai municipi. Che si possa soltanto immaginare di “scambiare” una posizione di partito con una legge, confermata da sentenze di tribunali e dalla Corte di cassazione, provoca eruzioni cutanee in tutto il corpo.
Si parte con il piede sbagliato. Spiacenti, la giunta di Guidonia Montecelio è da rifare. Non un buon esempio.