“L’AUMENTO E’ STATO deciso al termine di una lunga trattativa” riferiscono agenzie e comunicati stampa. Il che tranquillizza: il 12,89 per cento che da dopodomani si pagherà in più ai caselli dell’A24 e dell’A25 non risponde a una “cattiveria” di Carlo Toto, il padrone della Strada dei parchi, ma è il riconoscimento da parte del governo dei costi maggiori. La percentuale più alta, in assoluto, tra gli aumenti delle tariffe autostradali, in vigore dal 1° gennaio. Un anno fa, l’incremento per l’autostrada che collega Lazio e Abruzzo era stato del 3,45%.
Ma perché, di fronte a un aumento medio sull’intera rete nazionale del 2,74 per cento, le trasversali Lazio-Abruzzo A24 e A25 si attestano a un pedaggio di ben 6 volte maggiore? Perché, alla pari di altri “picchi”, i pronunciamenti della magistratura sui ricorsi delle concessionarie hanno modificato i numeri: +52% per i 31 chilometri della Aosta Ovest-Morgex, +5,98% delle Autostrade Meridionali. Significativi il +13,91% per Milano Serravalle-Milano Tangenziali ed il +8,34% della Torino-Milano.
Analoghe le origini degli innalzamenti medi, pesantissimi, sulle Roma-L’Aquila e Roma-Teramo. Sentenze diretta conseguenza d’un groviglio a metà strada tra il pastrocchio (ministeriale) e la singolarità delle clausole di un bando di gara, contenente gli aumenti predeterminati per gli anni di gestione. A Strada dei parchi – nel 2001 aggiudicataria d’una contestata concessione trentennale -, a cominciare dal 2009, proseguendo anno dopo anno, il governo ha nella sostanza congelato il piano finanziario, impedendo che gli aumenti rispondessero a quanto preventivato dalla società.
E’ successo così che la replica di Toto s’è trasferita nelle aule dei tribunali. Con soddisfazione: perché prima il Tar e successivamente il Consiglio di Stato gli hanno dato ragione, condannando il governo. Il che inoltre vuol dire che l’aumento di dopodomani è soltanto il primo di quanto il concessionario abruzzese intende recuperare negli anni a venire.
In Abruzzo, il “balzo in avanti” delle tariffe dell’A24 e dell’A25 ha provocato l’unanime rivolta degli amministratori e dei rappresentanti politici. Ai quali ha risposto un comunicato di Strada dei parchi (che, francamente, appare già conosciuto): l’aumento tariffario previsto “è più alto della media delle altre concessionarie”, ma “il suo costo chilometrico resta nella media italiana e tra i più bassi delle autostrade di montagna”.
Un costo chilometrico che non si direbbe interessare oltre i confini abruzzesi. Muti amministratori e politici del tratto di pianura. Poi dice che non è vero che chi tace acconsente.