di TOMMASO VERGA
GRAZIANO DEL Rio, Nicola Zingaretti, Luciano D’Alfonso, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti il primo, presidenti delle giunte regionali di Lazio e Abruzzo gli altri due, si dicono soddisfatti (interlocutorio comunque) dell’incontro con all’oggetto gli aumenti dei pedaggi sulle A24 e A25. Più articolata l’opinione dei sindaci, autori, ieri sera, di un comunicato, nelle intenzioni, indirizzato a rasserenare gli animi (e le tasche) dei pendolari obbligati ad utilizzare Strada dei parchi. Non si direbbe ci siano riusciti, ma non a causa di cattiva volontà da parte loro, semmai non gioca a favore della quiete sociale la replica, decisamente senza mezzi termini, della società.
“Bloccare immediatamente gli aumenti in vigore dal 1° gennaio”, il presupposto, fondamentale per affrontare organicamente il problema. Una doccia gelata la risposta. Le nostre “proposte finora non hanno incontrato il favore del ministero” si legge in una nota dell’azienda. Che comunque “non è disposta ad accogliere soluzioni che scaricano di nuovo sulla società l’onere delle tariffe”.
“In attesa di conoscere ufficialmente l’orientamento emerso nell’incontro tra Del Rio e i due presidenti delle Regioni Lazio e Abruzzo – la conclusione di Strada dei parchi –, il concessionario ritiene opportuno ribadire la sua posizione soprattutto alla luce delle notizie che stanno emergendo circa le determinazioni assunte nella riunioni di oggi (ieri sera, ndr)”.
Una esplicita sfida quella del “gruppo Toto-Benetton”. Non altra la lettura possibile. Forte delle sentenze di Tar e Consiglio di Stato, che hanno determinato l’aumento – “scellerato” come lo ha definito Vincenzo Giovagnorio, sindaco di Tagliacozzo – dei pedaggi. Ringalluzzito anche dalla debolissima “piattaforma” presentata dai primi cittadini e dai due vertici regionali al governo. Perché su ogni argomento – e le inutili lamentazioni sull passato dovrebbero aver ammaestrato – il peso della gestione privata delle autostrade è elemento centrale e ha peso determinante, qualunque sia il problema e l’orientamento per affrontarlo. Si pensi soltanto allo scontro di un anno fa sullo stanziamento di 57 milioni di danaro pubblico relativi alla messa in sicurezza dell’arteria. Quota parte del finanziamento complessivo di 250 milioni di euro al 2021.
Nel comunicato emesso al termine dell’incontro, i sindaci hanno riferito di aver chiesto, appunto, “la sospensione del recente aumento dei pedaggi e l’avvio di un tavolo istituzionale per una soluzione strutturale che possa favorire gli investimenti e abbattere il costo dei pedaggi”. Da parte sua, si legge ancora, “il ministro Delrio convocherà immediatamente il concessionario per avanzare formalmente la richiesta di sospensione del rincaro subordinata alla condivisione di un nuovo piano di lavori autorizzati. Nel contempo, il Ministro e le Regioni, con risorse proprie, si sono impegnati a finanziare nuove agevolazioni per i pendolari, più semplici e incisive (almeno fino al 20% del costo del pedaggio)”.
Il che vuol dire semplicemente che a favore del “gruppo Toto” verrebbero stanziati nuovi fondi – non più a suo carico parte della manutenzione –, così come per i pendolari scatterebbero agevolazioni tariffarie pari al 20 per cento. Tutto a carico di Stato e Regioni, ossia della fiscalità generale. Almeno per adesso, tempo di campagna elettorale… (a dimostrazione, la presenza decisamente risolutiva di un gruppetto di tartarughe nere nell’androne del ministero. Senza buste del pane).